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La sinistra è finita in discarica?

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Non ce la date a bere

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

MD scrive alla Regione: chiudere la geotermia, aprire all'idrogeno PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Lunedì 16 Aprile 2018 09:30

Alla Commissione istituzionale per la ripresa economico-sociale della Toscana costiera

Al Presidente della Commissione Antonio Mazzeo

A tutti i consiglieri regionali della Commissione

 

Oggetto: analisi del declino dell’industria chimica e petrolifera nella provincia di Livorno, proposta per un rilancio della buona industria, della buona energia e della buona occupazione, con la scelta dell’idrogeno.

 

Come si legge nel primo dei due documenti allegati, l’industria chimica e petrolifera della Provincia di Livorno, sta declinando, a parità di alto impatto ambientale, come restituzione occupazionale e sociale, senza che vi siano prospettive di rilancio, in assenza di una diversificazione produttiva, che si prospetta nel secondo dei due documenti.

Addirittura sulla raffineria ENI di Livorno si addensano nubi minacciose di chiusura e trasformazione in semplice deposito carburanti, prospettiva che se realizzata getterebbe nella disperazione oltre 300 lavoratori. La Regione deve assolutamente prevenire questa prospettiva minacciosa, tanto più nel quadro dei lavori della Commissione in indirizzo, cha ha per scopo “la ripresa economico-sociale della Toscana costiera”.

D’altra parte si evidenzia sempre più quanto la geotermia, né rinnovabile né sostenibile, per le enormi emissioni di sostanze tossiche, non sia adeguata a fornire  energia pulita e rinnovabile, rivelandosi sempre più chiaramente come un settore da abbandonare e riconvertire.

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100 missili occidentali sulla Siria PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Domenica 15 Aprile 2018 11:18

PORTARE L’ITALIA FUORI

DAL SISTEMA DI GUERRA

FINCHE’ SIAMO IN TEMPO

 

L’attacco missilistico condotto da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro la Repubblica Araba Siriana, Stato sovrano membro delle Nazioni Unite, viola ogni più elementare norma del diritto internazionale.

È un crimine di guerra compiuto dagli aggressori in base a un’accusa, rivolta al Governo siriano, rivelatasi falsa. Vi sono prove inconfutabili che l’attacco chimico a Duma è stato una messa in scena organizzata dai servizi segreti occidentali. Non a caso Stati uniti, Gran Bretagna a Francia hanno lanciato i missili contro la Siria nel momento in cui stavano arrivando gli ispettori Onu.

L’Italia, anche se non ha direttamente partecipato all’aggressione come invece ha fatto nel 2011 contro la Libia, ne condivide la responsabilità. L’operazione bellica è stata diretta e supportata dai comandi e dalle basi Usa/Nato in Italia.

La Nato, di cui l’Italia è paese membro, ha ufficialmente dichiarato il proprio appoggio a questa azione bellica effettuata dalle tre maggiori potenze dell’Alleanza.

Non si sa ancora quali saranno le conseguenze di questo atto di guerra, compiuto volutamente contro la Russia intervenuta a sostegno della Repubblica Araba Siriana, Stato che Usa e Nato vogliono demolire come hanno già fatto sette anni fa con quello libico.

È comunque certo che, proseguendo lungo questa via, si va alla catastrofe.

Che fare? In Italia non c’è che un modo per contribuire a disinnescare questa disastrosa escalation: rifiutare che il nostro territorio nazionale sia usato quale una sorta di portaerei per le guerre Usa/Nato nel Mediterraneo.

Occorre per questo battersi perché il nostro territorio nazionale sia liberato dalla presenza di comandi e basi anche nucleari Usa/Nato; perché l’Italia, in base all’Articolo 11 della propria Costituzione, esca da questo sistema di guerra.

Per fare questo non c’è che un modo: uscire dalla Nato assumendo lo status di Paese sovrano e neutrale.

COMITATO NO GUERRA NO NATO

 

 
non facciamo dell'Italia un obiettivo di ritorsioni PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Giovedì 12 Aprile 2018 22:01

L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA

L’annunciato attacco missilistico Usa alla Siria rischia di far esplodere nel Mediterraneo un conflitto dagli esiti imprevedibili.

La Repubblica Araba Siriana, Stato sovrano membro delle Nazioni Unite, è soggetta dal 2011 a una guerra di aggressione. Essa viene condotta dagli Stati Uniti e dalle altre potenze della Nato, da Israele e dalle monarchie del Golfo.
Per anni, attraverso una rete internazionale organizzata dalla Cia, sono state finanziate e armate organizzazioni terroriste, compreso l’Isis, per demolire dall’interno lo Stato siriano, come già fatto con quello libico. Il piano però è fallito in seguito all’intervento militare russo a sostegno della Repubblica Araba Siriana.

Quale pretesto dell’annunciato attacco missilistico, Washington accusa senza alcuna prova il governo siriano di aver usato armi chimiche, ignorando il fatto che la Siria ha completato nel 2014 il disarmo chimico sotto controllo internazionale. Vi sono invece prove che il Pentagono ha fornito tramite contractor armi chimiche e relativo addestramento a gruppi terroristi in Siria.

Ogni volta che gli Usa vogliono aggredire un paese, costruiscono una falsa accusa per attaccarlo: ad esempio, nel 1964 inscenarono l’«incidente del Golfo del Tonchino» (rivelatosi poi falso) per bombardare il Nord Vietnam; nel 2003 accusarono l’Iraq di possedere  «armi di distruzione di massa» (rivelatesi poi inesistenti) per attaccare e invadere il paese.  
L’annunciato attacco missilistico Usa alla Siria è in realtà una sorta di dichiarazione di guerra alla Russia, fatta dal presidente Trump via Twitter: «La Russia si prepari, i nostri missili stanno arrivando, belli, nuovi e 'intelligenti'!». La risposta di Mosca è stata pacata, ma allo stesso tempo decisa: ha avvertito che le forze russe in Siria abbatteranno i missili. Si crea un tal modo il più grave stato di tensione dalla fine della guerra fredda ad oggi.

In questa nuova e ancora più pericolosa fase della escalation Usa/Nato contro la Russia, l’Italia è in prima fila. Le navi da guerra che si preparano ad attaccare la Siria dipendono dal Comando delle forze navali Usa in Europa, il cui quartier generale è a Napoli-Capodichino. Il Comando è agli ordini dell’ammiraglio che comanda allo stesso tempo la Forza congiunta Nato con quartier generale a Lago Patria (Napoli). L’operazione bellica è appoggiata dalla base aeronavale Usa di Sigonella e dalla stazione Usa di Niscemi del sistema Muos di trasmissioni navali.

L’Italia deve assolutamente sganciarsi da questa strategia di guerra, che viola  la nostra Costituzione,  in particolare il principio stabilito dall’Articolo 11: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
La presenza sul nostro territorio nazionale di comandi e basi militari statunitensi e l’appartenenza alla Nato sotto comando Usa privano la Repubblica Italiana della capacità di effettuare scelte autonome di politica estera e militare, decise democraticamente sulla base dei principi costituzionali.

Lanciamo di nuovo l’appello a lottare per un’Italia sovrana e neutrale.

Comitato No Guerra No Nato

 
terremoti nell'area geotermica nord PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Venerdì 13 Aprile 2018 10:40

7 terremoti in 10 giorni nell'area geotermica nord Larderello, Radicondoli, Castenuovo, Monterotondo M.mo: altri nodi vengono al pettine.... Domani a Donoratico (convegno di Legambiente cinema Ariston ore 9,30) RIPROPONIAMO la chiusura delle centrali geotermiche, chiusura a cui si oppone anche il capogruppo del M5S in Regione Toscana Giacomo Giannarelli  ....

nell'area ci sono almeno 1.000 trivellazioni, anche a 5000/6000 metri di profondità.

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i veri motivi di 4 morti sul lavoro ogni giorno PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Martedì 10 Aprile 2018 15:04

UNA CULTURA DI CLASSE CONTRO LE STRAGI SUL LAVORO

Innanzitutto invito tutti a non parlare di infortuni mortali sul lavoro (come fanno invece i media e i social), solo quando l’infortunio provoca “morti multiple” oppure è “spettacolare” (esplosioni, incendi, spazi confinati, ecc.) e quindi fa audience.

Purtroppo occorre parlare e indignarsi tutti i giorni, poiché tutti i giorni, in media, muoiono 4 lavoratori di infortunio sul lavoro. A tale proposito invito a visitare la pagina internet dell’Osservatorio indipendente sui morti sul lavoro di Bologna, curato da Carlo Soricelli, in cui vengono puntualmente e quotidianamente riportati gli infortuni mortali.

 
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