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La sinistra è finita in discarica?

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Non ce la date a bere

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

salvare Villa Celestina dalla speculazione PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Sabato 07 Luglio 2018 08:06

Medicina democratica

il comune non lasci Villa Celestina , la valorizzi

l’inconsistenza politica del Comune di Rosignano è nota da tempo: si pensi solo, per restare nel settore turistico, alla sua nullità sugli scarichi a mare di Solvay, a proseguire con la tolleranza intollerabile del vecchio serbatoio di etilene  in zona archeologica a Vada, a finire con il degrado insopportabile dei casoni dell’ex Azienda agraria Solvay, che danno alla cittadina balneare di Vada  il peggior biglietto da visita. E si potrebbe continuare con il degrado dell’ex Ciucheba, con quello dell’ex biblioteca di via del Popolo, per finire con il progetto di megaparcheggio sul campo sportivo di Castiglioncello. Poche idee, ma sbagliate, si potrebbe dire riguardo alla giunta Franchi/Donati, ma anche delle immediatamente precedenti, fatte della stessa pasta.

Sembra che le idee creative non siano di casa a Rosignano, dove per tutti ha sempre “pensato” solo la Solvay, la ex mamma, e negli ultimi 30 anni la REA, con la sua discarica e i suoi soldi. E’ possibile che con circa 10 milioni di euro l’anno (molti di più negli anni passati) che arrivano al Comune da Scapigliato, ci si ritrovi a non voler pagare 70.000 euro l’anno al demanio per l’affitto di Villa Celestina ? Tanto da rischiare che il Demanio (a suo tempo “riformato” in senso privatistico proprio da ministri di area PD) la venda ad un gerarca attuale, che potrebbe trasformarla in appartamenti di lusso (vedere che cosa è stato fatto dell’ex cantiere navale di Livorno) o ben che vada in un albergo di lusso ? avremmo la chiusura del cerchio: dai gerarchi fascisti (che la costruirono) ai gerarchi attuali, che aspettano famelici per sfruttarne la posizione.

Non c’è posto nell’Italia democratica, e nell’ancora più democratica Rosignano (?) di un uso di Villa Celestina come bene comune, indisponibile alla speculazione come l’acqua ? Possibile che non si levino voci dalla società civile, dalla cultura (?), dalle opposizioni (??) in questo senso ? perché il comune non lancia un concorso di idee (visto che non ne ha) per la valorizzazione turistica non speculativa di Villa Celestina ? Perché non farne un centro di proiezione e valorizzazione del cinema che coinvolse questa parte del territorio negli anni ’60 ? ed anche un centro per  l’informazione ambientale, in cui si creda, non come il fantasma che apparve e subito scomparve dal faro demaniale di Vada qualche anno fa , ed anche dalla stessa Villa Celestina con l’invisibile Università di Pisa ?

Insomma, il Comune  di Rosignano non lasci in nessun modo Villa Celestina, ma anzi la valorizzi, come un pezzo importante della nostra storia: altrimenti con il vento di ribaltoni che tira anche in  Toscana, potremmo aspettarci perfino la vendita del castello Paquini  ….

6.7.18

 

 

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florovivaismo a Pistoia, la Provincia vuole espanderlo PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Giovedì 05 Luglio 2018 09:16

quella sotto è una bozza, a beneficio di altri soggetti che volessero presentare, entro il 7 luglio osservazioni simili.

 

Medicina democratica

 

Spett.le Servizio Pianificazione

Territoriale della Provincia di Pistoia

Piazza San Leone nc.1

51100 Pistoia

OGGETTO: Osservazioni alla Variante generale di adeguamento e aggiornamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Pistoia adottata con D.C.P. n° 8 del 23 Marzo 2018.

Medicina democratica onlus ha per scopo sociale principale la difesa della salute dei lavoratori, dei cittadini e quindi della salvaguardia dell’ambiente, a cominciare dalle acque. Prima di qualsiasi decisione in merito a quanto in oggetto, ad avviso della scrivente, occorre:

-         1 un’indagine epidemiologia di coorte sui lavoratori attualmente impegnati, in maniera continuativa o stagionale nel settore florovivaistico nella provincia di Pistoia;

-         2 conoscenza ed analisi dello stato delle acque di falda e superficiali, specialmente di quelle destinate al consumo umano;  il Monitoraggio ARPAT delle sostanze chimiche utilizzate in agricoltura nelle acque del territorio pistoiese, presentato il 17.3.17 (Poggi) restituisce un quadro parziale ma preoccupante della situazione attuale, con il glifosate, ma anche altri fitofarmaci, pressoché onnipresenti nel territorio; queste sostanze tossiche, benchè vengano addebitate ad altre colture (vite e orticoltura) a scagionare la florovivaistica, sono pur sempre presenti e vanno ad aggiungersi a quelle distribuite sul territorio dalla florovivaistica; inoltre è doveroso notare che anche se  un singolo fitofarmaco sta sotto il limite di un microgrammo per litro, è la sinergia tra vari principi attivi che magnifica (moltiplica) nell’organismo umano la tossicità e la nocività di questi inquinanti.

-         3 conoscenza ed analisi dei consumi attuali di fitofarmaci per la florovivaistica nella Provincia di Pistoia, in massa e rapportati all’estensione dei terreni attualmente dedicati a tale utilizzo; da un prezioso lavoro del Dipartimento della Prevenzione dell’ASL, in particolare dalla dott.ssa Angela Veraldi si apprende che Pistoia ha il triste primato in Italia  per l’uso di fito-farmaci per ettaro con 12,35 kg/anno (Dato CRRFV Centro riferimento regionale floro vivaismo) contro i 3,93 kg/anno della Toscana (Dato Istat), e i 5,31 kg/anno d’Italia (dato Istat)

--         4 EFFETTO DERIVA: conoscenza ed analisi della salubrità dei prodotti alimentari prodotti in loco; ogni postazione di produzione florovivaistica esistente sia schermata da barriere vegetali che mitighino l’effetto deriva; se tali postazioni sono posizionate troppo vicino ad abitazioni o a produzioni food, siano delocalizzate in terreni più sicuri.

-         5 visto quanto sopra, non sia quindi autorizzato nessun ampliamento delle aree a florovivaismo, ma la Variante al PTC  che si discute abbia l’unico obiettivo di  mettere in maggiore sicurezza il territorio, in relazione al punto precedente;

-         6 verifica del corretto, completo e generalizzato utilizzo del “Quaderno di campagna” ad opera dei coltivatori, e diffusione dei dati al pubblico;

-         7 glifosate: prevedere nel nuovo piano il divieto di utilizzo, in sintonia con il divieto di utilizzo nelle aree urbane.

5.7.18

 

Maurizio Marchi per Medicina democratica onlus

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sono 257 i migranti morti nell'ultimo mese PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Domenica 01 Luglio 2018 09:57

sono 257 i migrati morti dall'insediamento del governo Salvini Di Maio: 256 morti in mare, tra cui molti bambini, ed uno sparato in Calabria. In allegato il monitoraggio, che prosegue.

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Bulera, presentato ricorso in opposizione PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Giovedì 05 Luglio 2018 09:05

Consegnato il 3 luglio a Pisa il Ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro la delibera regionale che autorizza la discarica di Bulera

E’ stato consegnato il 3.7.18 a Pisa – secondo la procedura di legge- il ricorso straordinario al Capo dello Stato ex art.  8 DPR 24.11.1971 n. 1179 da militanti di Medicina democratica e del Comitato no discarica di Bulera, per l’annullamento  del provvedimento della Giunta Regionale Toscana Delibera N 128 del 12-02-2018 avente ad oggetto: “Riprofilatura e chiusura in sicurezza della discarica Bulera con ampliamento e integrazione nel quadro paesaggistico. Il ricorso è stato notificato alla Regione Toscana, nonché al  Comune di Pomarance (PI), e alla SpA Società Chimica Larderello (SCL)

Il ricorso evidenzia  che tale delibera presenta vizi di legittimità, che ledono diritti soggettivi e interessi legittimi,  di una ampia fascia di popolazione , composta da agricoltori, gestori di agriturismi e semplici cittadini, che nel tempo hanno manifestato avversione al progetto in oggetto, anche costituendosi in “Comitato no discarica di Bulera”, manifestando tale avversione anche con una raccolta di 1275 firme su una petizione popolare, consegnata al Sindaco del Comune di Pomarance  con protocollo del Comune n. 3703 del 15.6.17, ed indirizzata anche alla Regione Toscana.

La discarica di Bulera, posta in Comune di Pomarance (PI) è una discarica privata di SCL, autorizzata negli anni, dal 1982, a ricevere rifiuti speciali anche pericolosi. Dagli stessi documenti istruttori si ricava che la discarica finora abbia accolto, anche da fuori regione,  circa 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, prevalentemente pericolosi. La discarica, posta in area collinare, non pianeggiante, è circondata da un reticolo idraulico, costituito dal botro Bulera, che la circonda su due lati, che si getta nel torrente Possera, il principale affluente del fiume Cecina, posto a circa 200 metri dalla parte più bassa della discarica. Il torrente Possera, pochi chilometri più a valle si getta nel fiume Cecina, in località Puretta, dove il gestore del Servizio Idrico integrato  ASA SpA Livorno, gestisce l’omonimo campo pozzi, che alimenta i comuni di Pomarance e Volterra di acqua destinata al consumo umano.

L’atto contro cui si ricorre, autorizza la SCL a smaltire nella discarica ulteriori 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, compreso amianto, nei prossimi 9 anni., nonostante:

1-      le evidenze di inquinamento delle acque rilevato in passato;

2-      le precedenti autorizzazioni  annunciassero la chiusura in sicurezza della discarica già molti anni fa, nel 1999 e nel 2006;

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inizia la rivoluzione dell'idrogeno ? PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Martedì 26 Giugno 2018 17:43

Tirreno PONTEDERA-EMPOLI - Lunedì 18 Giugno 2018

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Brevettata a Pisa, da alcuni mesi è stata messa in commercio. L'idea sviluppata da Marco Bertelli

Ecco Hydro, la prima caldaia a idrogeno

PISA La rivoluzione energetica passa da Madonna dell'Acqua. Con la messa in commercio di Hydro, la prima caldaia alimentata a idrogeno, l'azienda E. HY. Energy Hydrogen di Marco Bertelli spariglia le carte in tavola ed entra a muso duro nel campo del riscaldamento abitativo. Non solo, Hydro è anche una centrale elettrica capace di soddisfare la esigenze energetiche di un'abitazione (con picco di prelievo di 6.2 Kwp ed un prelievo costante di 5 Kwp nda), e tolti gli allacci all'acqua e al gas per il piano cottura, permette l'indipendenza dalle altre utenze. Il tutto senza emissioni nocive nell'ambiente (il ciclo della macchina è chiuso) e nel massimo della sicurezza, con la possibilità d'installazioni interne ed esterne, in completa autonomia (la caldaia si auto alimenta e non necessita di altro combustibile oltre all'idrogeno raccolto in tre bombole racchiuse nella scocca). Dopo tanti anni passati in giro per il mondo come ingegnere civile, Bertelli, pisano, classe 1957, nel 2006 ebbe l'idea di una caldaia rivoluzionaria. «Questo è il futuro - spiega -. Dopo varie sperimentazioni siamo riusciti ad ottenere il prodotto finale nel 2014 e da gennaio 2018, ottimizzata al massimo la macchina, siamo entrati in commercio». Ogni ricarica d'idrogeno permette all'utente un'autonomia di un anno. «Sì - prosegue Bertelli - questa è una delle caratteristiche più importanti di Hydro. Con una ricarica (dal valore di circa 600 euro, nda), la caldaia produce l'acqua calda, il riscaldamento e l'energia elettrica necessarie ad un appartamento medio (dagli 80 ai 150 metri quadri) per un anno. L'investimento iniziale per passare a Hydro è paragonabile a quello richiesto per l'installazione di una caldaia a pellet, con il vantaggio dell'autonomia dalla rete elettrica. «L'investimento - continua Marco Bertelli - è ammortizzato in pochi anni, ma soprattutto, Hydro permette di staccarsi dalle forniture. La nostra è una caldaia a isola, ovvero, che lavora esclusivamente in autonomia. Il risparmio, in soldoni, si attesta sui 1.200 euro per anno. Senza considerare le zero emissioni in atmosfera. Hydro non inquina, è autonoma, e può davvero cambiare radicalmente le nostre città, migliorandone la vivibilità». Cuore pulsante di Hydro è la sua cella di fusione brevettata e made in Pisa. «Con acqua distillata e idrogeno - conclude Bertelli - la nostra cella di fusione produce vapore, poi trasformato da una turbina in energia elettrica, acqua calda e riscaldamento. L'acqua di recupero poi torna in circolo ed è reimmessa nella cella di fusione, a ciclo continuo, senza dispersioni. Il nostro è un prodotto del tutto ecologico, rivoluzionario». Per info e contatti www.idrogenoverde.it o 050890949 Carlo Palotti

Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 27 Giugno 2018 07:23 )
 
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