MEDICINA DEMOCRATICA
SEZIONE DI Livorno e della Val di Cecina
Non solo dissalatore, Solvay deve riciclare acqua e rifiuti, a tutela della nostra acqua
Già a metà giugno scorso la Giunta regionale toscana dichiarava lo stato di emergenza idrica e l’Autorità idrica specificava che tutta la val di Cecina” da Volterra fino al mare” è coinvolta nell’emergenza. Ora Rossi torna alla carica con il tubone dalla zona Apuana e l’invaso a Pian di Goro nell’alta val di Cecina,scaricando la spesa di queste grandi opere idrauliche sulle bollette dei cittadini, per garantire acqua alla Solvay. La proposta di Medicina democratica, sostenuta da 1500 firme, per un dissalatore di acqua di mare a carico di Solvay era pertanto quanto mai azzeccata. Ma non solo, nel nostro archivio abbiamo ritrovato un decreto del Ministero dell’ambiente del 3 settembre 2002 (visibile integralmente sul nostro sito internet) in cui il ministero, autorizzando l’invaso Solvay sul torrente Cortolla (Montecatini val di Cecina) prescriveva alla multinazionale : 1 di interrompere i prelievi dai pozzi della val di Cecina da giugno a novembre, per riservare le acque di falda ai prioritari prelievi civili 2) di elaborare uno studio di fattibilità di un impianto di desalinizzazione dell’acqua necessaria al ciclo produttivo 3) di un impianto per il riutilizzo e il trasporto ai cantieri minerari di Montecatini VdC dell’acqua esausta di salamoia da Rosignano. Poi Solvay non costruì l’invaso autorizzato, passando al progetto IDROS (2004), poi al progetto di Puretta (2007) in collaborazione con ASA, infine, dopo l’aborto di questi progetti è tornata a chiedere ed ottenere l’autorizzazione di 6 nuovi pozzi (2015) sul fiume Cecina: la soluzione meno costosa per Solvay e più impattante per le falde idriche già in forte sofferenza. Un disastro per la popolazione.
Ultimo aggiornamento ( Sabato 18 Novembre 2017 00:22 )
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