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La sinistra è finita in discarica?

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Non ce la date a bere

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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Solvay, stelline di Natale e rifiuti tossici PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Mercoledì 24 Gennaio 2018 12:01

Medicina democratica

Solvay Chimica Italia Spa intende raddoppiare il trattamento dei rifiuti tossici, nel silenzio generale

Ricordiamo innanzitutto che l’impianto Solval che Solvay intende raddoppiare è quello più vicino alle abitazioni dei “palazzoni”, lato mare rispetto all’Aurelia. Su quel bicarbonato, Solvay guadagna due volte: quando lo vende “vergine” ai vari inceneritori e quando lo riprende inquinato dagli stessi.

Solvay Chimica Italia Spa ha presentato un progetto di raddoppio da 21.000 a 50.000 tonnellate l’anno di trattamento dei prodotti sodici derivanti dal trattamento dei fumi degli inceneritori, delle centrali elettriche a carbone, degli impianti siderurgici e di altre attività ad elevato impatto. Parliamo di rifiuti con elevate contaminazioni di metalli pesanti e microinquinanti organici (tra cui possibili diossine e furani), nel caso dei residui delle centrali a carbone e degli inceneritori con il rischio di singole partite con radioattività.

I rifiuti uscenti dall’impianto dopo il trattamento sono di due tipi: 1- bicarbonato depurato che alimenta la sodiera per la produzione di altro bicarbonato di sodio, 2- e un concentrato di inquinanti tossici.

 
geotermia, Enel ammette quanto affermiamo da anni PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Lunedì 22 Gennaio 2018 23:12

Green report.it

Diritto e normativa | Economia ecologica | Energia

Riceviamo e pubblichiamo

Le “nuove frontiere della geotermia” protagoniste al Gse

«È possibile realizzare la competa re-immissione dei fluidi geotermici anche in presenza di gas. Con quali limiti?»

[22 gennaio 2018]

Pur programmato da tempo, il convegnoLe nuove frontiere della geotermia – dalla geotermia elettrica alla cogenerazione geotermica“, che si è svolto a Roma presso il Gse lo scorso 18 gennaio, è subito diventato il primo confronto tra la politica e le imprese sul tema della geotermia dopo l’approvazione del cosiddetto emendamento Tamburrano al Parlamento europeo che impegnerà la Commissione ad approfondire il tema delle emissioni degli impianti geotermoelettrici.

I contributi scientifici e tecnici della prima parte del convegno hanno presentato un quadro sufficientemente esaustivo in termini di tematiche su cui si sviluppa l’uso a fini energetici della risorsa geotermica, con diversi approfondimenti e casi studio. Tra questi sono stati presentati anche alcuni dei progetti di società aderenti della Rete geotermica.

La tavola rotonda che ne è seguita, ha raccolto posizioni che si sono articolate su livelli che hanno ricondotto principalmente la discussione all’identificazione di usi della risorsa geotermica che rispondano necessariamente al concetto di compatibilità ambientale che negli ultimi decenni si è andato strutturando ed inserendo nel dibattito sociale e politico nazionale ed internazionale.

È così emerso che di fronte alla sempre più matura consapevolezza degli effetti dei cambiamenti climatici sulla nostra vita quotidiana, e quindi sulle politiche sociali ed economiche, che pone la necessità di una completa de carbonizzazione della produzione di energia, l’obiettivo delle zero emissioni anche in geotermia non può più apparire velleitario, ma deve essere ricercato e favorito con forza.

Questo perché, tra le fonti rinnovabili, è stato più volte sottolineato che la geotermia ha caratteristiche particolari, definibili di pregio anche in relazione alle necessità di sicurezza e continuità della fornitura di energia elettrica. Tra queste innanzi tutto la programmabilità, il limitato consumo di suolo, la cogenerazione, fino a tutti i valori dell’opzione emissioni zero.

Dai contributi scientifici portati, è stato confermato che non esiste una risorsa geotermica costituita da un’unica tipologia di fluido geotermico e quindi non è concepibile che si pensi ad un unico approccio scientifico e tecnologico. Questo però non vuol dire che si debba per forza passare da nuove scoperte scientifiche, e quindi inevitabilmente attenderle, per dare una soluzione alle criticità che sono emerse fino ad oggi. La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica degli ultimissimi decenni hanno dimostrato che si può condurre la coltivazione di risorse geotermiche che anche solo nel recente passato erano giudicate come inutilizzabili o non appetibili.

Alla luce di quanto emerso dai contributi, sennonché dalle ultime evoluzioni normative nazionali ed europee, è possibile affermare che la sfida ai gas incondensabili che sia diventata ineludibile. Se da una parte è senz’altro priva di fondamento scientifico, sulla base delle attuali esperienze, affermare che in geotermia le emissioni zero si possano applicare ovunque e comunque, non è ugualmente corretto che in presenza di gas ciò è comunque impossibile.

Sono stati infatti citati, e sono stati presentati dei nuovi progetti geotermoelettrici, che permettono di affermare che è già possibile realizzare la completa reimmissione dei fluidi geotermici anche in presenza di gas. Con quali limiti? È quello che adesso resta da individuare.

Nel dibattito finale l’ing. Montemaggi di Enel green power, dopo aver illustrato le loro attività nazionali ed internazionali nel settore geotermico, ha tenuto a ribadire che secondo le loro conoscenze in Italia, o perlomeno in presenza di una concentrazione di gas incondensabili superiore all’1%, la reimmissione totale dei fluidi geotermici non è realizzabile.

 
perchè il Comune di Livorno non mette in discussione queste storture ? PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Sabato 20 Gennaio 2018 17:04

dal sito Communia

Emergenza influenza? No, a Livorno esiste l’emergenza Sanità

Fri, 19/01/2018

di  Communia Livorno

In questi giorni stiamo assistendo alla ormai puntuale farsa ‘dell’emergenza influenza’, farsa certamente non per le persone colpite dal virus e dai loro familiari, ma che diventa tale, ogni anno, di fronte all’incapacità e alla non volontà del Sistema Sanitario nazionale e locale di affrontarla.
Infatti l’unica vera emergenza è prodotta dallo stato in cui versa il sistema sanitario, devastato dai continui tagli dei costi e dalle riduzioni del personale e dei posti letto. Abbiamo aspettato ad intervenire, pensando che le forze politiche e sindacali, così come la società civile, dopo aver analizzato il problema in modo critico, intervenissero prendendo posizione. Il silenzio è stato assordante, ed ha avuto come conseguenza quella di aver lasciato così soli i malati, i familiari e il personale sanitario. In realtà a Livorno sono anni che i pazienti di medicina vengono appoggiati in altri reparti (sopratutto al 6\1° w.s.) e questo non solo nel periodo dell’influenza, ma in pratica tutto l’anno.
Questo denota un fatto molto semplice, che 113 posti letto in medicina sono troppo pochi per la città di Livorno, che le politiche di riduzione dei posti letto con “l’invenzione dell’intensità di cura” hanno prodotto solo risparmio economico: Livorno ha infatti la percentuale più bassa fra abitanti e posti letto della Toscana (siamo al 2% ogni mille abitanti, 353 posti letto totali). La situazione è quella che tutti hanno davanti agli occhi: semplicemente a Livorno i posti letto per gli abitanti non bastano.

 
manifestazione a Ghedi (BS) PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Domenica 21 Gennaio 2018 23:48

Grande Angelo Baracca nel finale del filmato

https://www.giornaledibrescia.it/bassa/no-alle-armi-nucleari-corteo-pacifista

 
geotermia sotto tiro PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Venerdì 19 Gennaio 2018 17:58

Medicina democratica

Geotermia messa in discussione in Parlamento europeo e in Procura

Con immaginabile grande disappunto dei sindaci fanatici della geotermia (soldi e clientele) la Procura della Repubblica di Grosseto ha posto sotto indagine Massimo Montemaggi, legale rappresentante di Enel Green Power, in relazione alle emissioni fuori norma delle centrali geotermiche di Bagnore sul monte Amiata.

Il GIP di Grosseto dr. Mezzaluna ha ammesso l’incidente probatorio affidando l’incarico al perito. Oggetto della perizia sono la conformità o meno alla normativa di settore delle emissioni relative agli inquinanti Ammoniaca e Mercurio e l’adozione di ENEL delle migliori tecnologie disponibili per contenere l’attività inquinante. Il GIP ha quindi convalidato l’indagine della Procura, attivata da un esposto, che si fondava su documenti scritti da tecnici nelle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, mai smentiti .

In particolare  l’esposto richiamava gli studi dell’autorevole  prof. Riccardo Basosi dell’Università di Siena sulla illegalità degli inquinanti emessi dalle centrali di Santa Fiora. Il prof. Basosi e il dott. Bravi concludevano  “Riteniamo quindi anomalo che il nuovo impianto realizzato a Bagnore da 40 MW, inaugurato a fine 2014, non rispetti i limiti previsti dalla stessa Regione nella DGRT 344, dato che la tecnologia utilizzata (flash + abbattitore) non è quanto di più tecnologicamente avanzato disponibile oggi dal punto di vista ambientale, ma probabilmente solo la scelta più conveniente dal punto di vista economico-finanziario”.

Le sole emissioni di Ammoniaca dalla geotermia  sono il 43% di tutte le emissioni regionali  e sarebbero intervenute le Autorità Europee. Infatti in Amiata la quantità di Ammoniaca emessa è nell’ordine di diverse migliaia di tonnellate all’anno, quando la stessa UE nel Report CAFE, afferma che tali emissioni contribuiscono in maniera significativa alla formazione di particolato di origine secondaria (PM10 e PM2,5), il cui costo sanitario medio è di euro 20,5 al Kg di Ammoniaca emessa , il che significa che per il solo 2010 il costo sanitario aggiuntivo per le emissioni in Amiata è stimato in oltre 90 milioni di euro.

 
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