Il M5s, attraverso il suo ministro della salute, Giulia Grillo, ha accettato, sulla sanità , senza condizioni, il regionalismo differenziato chiesto dal Veneto dalla Lombardia dall’Emilia Romagna. Cioè dalla lega e dal Pd.
LE REGIONI, per gentile concessione del M5s, cioè di coloro che si sono sempre dichiarati grandi difensori della sanità pubblica, avranno i poteri esclusivi dello Stato su: personale, farmaci, governance, fondi integrativi, tariffe, servizi, formazione. Lo Stato quindi su queste fondamentali materie non avrà più voce in capitolo.
Ogni regione se la suonerà e se la canterà come vuole, potrà privatizzare i suoi servizi, potrà fare contratti ad hoc per i propri operatori, potrà dare di più o di meno, potrà gestire la sanità con aziende uniche, centralizzate, o altro, potrà avere propri operatori specifici, potrà formare perfino i medici come vuole, potrà curare la gente a modo suo, potrà ovviamente mettere le tasse che servono sui propri cittadini, perché l’unica condizione posta a questa follia contro-riformatrice è che tutto avvenga per lo Stato a «costo zero» cioè che le regioni si paghino le spese. Un costo zero che sarà pagato a caro prezzo dal nostro paese.
MUORE COSÌ, nel quarantennale della sua nascita, il servizio sanitario nazionale. Con esso muore: la solidarietà tra le persone, quella che finanzia attraverso il fisco in modo giusto i bisogni di salute dei poveri e dei ricchi, l’universalità cioè la persona non è più curata per i suoi diritti, l’equità cioè la possibilità di curare le persone secondo le loro personali necessità , con esso muore un’idea nuova di salute, di persona, di bisogno, di medicina, con esso muore la civiltà dell’art 32 della Costituzione.
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