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La sinistra è finita in discarica?

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Non ce la date a bere

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

Venezuela, non solo petrolio, anche la Costituzione deve essere distrutta PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Giovedì 07 Febbraio 2019 17:04

Prof. Vasapollo: "La destra italiana - dal Pd alla Lega - vuole la guerra in Venezuela. Il sangue di questi ultimi anni nelle loro 'guerre umanitarie' non gli è bastato?"

in allegato l'intera intervista di Vasapollo

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ministra Grillo rifletta, è ancora in tempo .... PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Giovedì 07 Febbraio 2019 16:55

Dobbiamo vedere le differenze regionali come possibilità di arricchimento” e annuncia di essersi convertita alla realizzazione dell’autonomia regionale in campo sanitario. Il risultato non è difficile da immaginare: venti sanità completamente differenti, un divario destinato sempre più ad aumentare tra nord e sud, la cancellazione dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza che per ora definiscono gli interventi sanitari che devono essere resi disponibili a tutti i cittadini dalla Sicilia a Bolzano e che invece cambieranno in base alle decisioni delle singole Regioni, contratti di lavoro diversificati che ridurranno ulteriormente gli operatori sanitari in alcune regioni.

in allegato l'intero articolo di Vittorio Agnoletto

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uscire dal sistema di guerra, ora PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Giovedì 07 Febbraio 2019 10:14

INVITO AL CONVEGNO INTERNAZIONALE
PER IL 70° DELLA NATO


Consapevoli della crescente pericolosità della situazione mondiale, della drammaticità dei conflitti in atto, della accelerazione della crisi, riteniamo che sia necessario far comprendere all'opinione pubblica e ai parlamenti il rischio esistente di una grande guerra.

Essa non sarebbe in alcun modo simile alle guerre mondiali che l'hanno preceduta e, con l’uso delle armi nucleari e altre armi di distruzione di massa, metterebbe a repentaglio l’esistenza stessa dell’Umanità e del Pianeta Terra, la Casa Comune in cui viviamo.

Il pericolo non è mai stato così grande e così vicino. Non si può rischiare, bisogna moltiplicare gli sforzi per uscire dal sistema di guerra.

Discutiamone al
Convegno internazionale

I 70 ANNI DELLA NATO:
QUALE BILANCIO STORICO?
USCIRE DAL SISTEMA DI GUERRA, ORA.

Firenze, Domenica 7 Aprile 2019
CINEMA TEATRO ODEON
Piazza Strozzi
ORE 10:15 – 18:00

Tra i relatori:

Michel Chossudovsky, direttore del Centre for Research on Globalization (Global Research, Canada).

Gino Strada, fondatore di Emergency.

Alex Zanotelli, missionario comboniano.

Franco Cardini, storico.

Generale Fabio Mini.

Tommaso Di Francesco, condirettore de il manifesto.

Giulietto Chiesa, direttore di Pandora TV.

Manlio Dinucci, giornalista.

PROIEZIONE DI DOCUMENTAZIONI VIDEO
E VIDEOMESSAGGI

MICROFONO APERTO AL PUBBLICO
PER LE CONCLUSIONI

Promotori:
ASSOCIAZIONE PER UN MONDO SENZA GUERRE
Comitato No Guerra No Nato / Global Research
in collaborazione con
Pax Christi Italia, Commissione Giustizia e Pace dei Missionari Comboniani, Rivista/Sito Marx21, Sezione Italiana della WILPF (Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà),
Tavolo per la Pace della Val di Cecina e altre associazioni la cui adesione è in corso.

 

 
venezuela, gli USA contro la Cina PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Giovedì 07 Febbraio 2019 10:47

Raúl Zibechi: «Dialogo in Venezuela? Ormai solo se il golpe fallisce»

Intervista. Parla lo scrittore uruguayano che ha sempre criticato da sinistra il governo venezuelano: «Una guerra civile è possibile. Tutto dipende dalla mobilitazione della società e dalla fedeltà dei militari. Ma le forze armate non sono mai affidabili in nessuna parte del mondo»

 

Claudia FantiIl Manifesto

07.02.2019

6.2.2019, 23:58

Tra gli intellettuali latinoamericani, lo scrittore, giornalista e attivista uruguayano Raúl Zibechi è sempre stato tra i più critici nei confronti dei governi progressisti del subcontinente, individuando non nella lotta elettorale per la conquista dello Stato, ma nella capacità di mobilitazione dei settori popolari la via di una vera trasformazione sociale. Ed è proprio in questa mobilitazione dal basso che a suo giudizio – come spiega nell’intervista che ci ha concesso – risiede l’unica reale possibilità di sconfiggere il colpo di stato made in Usa in corso in Venezuela.

Gli Stati Uniti stanno promuovendo il golpe non più sotterraneamente come in passato, ma in maniera diretta e scoperta. È perché non possono permettersi di fallire?

Il primo motivo è la necessità di colpire la Cina, la potenza che sta facendo indietreggiare gli Stati uniti in tutto il mondo. La Cina ha già avuto la meglio in Africa e sta avanzando in maniera importante in Eurasia. Gli Usa non possono perdere pure la disputa per l’America Latina, la regione chiave per la loro dominazione globale. D’altro canto la Cina vanta enormi investimenti in Venezuela e potrebbe perderli se il governo cadesse. La seconda ragione è che, come è noto, il Venezuela è la prima riserva mondiale di petrolio. Per Washington la partita è doppia: controllare il petrolio del paese e al tempo stesso impedire che vada alla Cina, che è ormai un grande importatore di greggio venezuelano. L’ultima ragione è che gli Usa hanno già subìto una doppia sconfitta in Afghanistan e in Medio Oriente.

Ultimo aggiornamento ( Giovedì 07 Febbraio 2019 17:14 )
 
rubano anche l'oro venezuelano PDF Stampa E-mail
Scritto da Maurizio Marchi   
Martedì 05 Febbraio 2019 17:43

Washington, la ragione della forza

Manlio Dinucci

Due settimane fa Washington ha incoronato presidente del Venezuela Juan Guaidò, pur non avendo questi neppure partecipato alle elezioni presidenziali, e ha dichiarato illegittimo il presidente Maduro, regolarmente eletto, preannunciando la sua deportazione a Guantanamo.

La scorsa settimana ha annunciato la sospensione Usa del Trattato Inf, attribuendone la responsabilità alla Russia, e ha in tal modo aperto una ancora più pericolosa fase della corsa agli armamenti nucleari.

Questa settimana Washington compie un altro passo: domani 6 febbraio, la Nato sotto comando Usa si allarga ulteriormente, con la firma del protocollo di adesione della Macedonia del Nord quale 30° membro.

 
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