Medicina democratica
Coordinamento regionale toscano
Alla Giunta regionale toscana
Al Responsabile del Settore Genio Civile Valdarno Centrale e Tutela dell' Acqua della Direzione Difesa del Suolo e protezione civile – Regione Toscana Via di Novoli 126 – 50126 – Firenze
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Oggetto: Piano tutela acque 2017-2022, controdeduzioni al Documento preliminare N 1 del 10-01-2017 e all’allegato A.
Con la presente si controdeduce al documento in oggetto, entro il termine del 17.3.2017, avanzando osservazioni anche su documenti pregressi, che questa onlus considera preparatori del Piano in oggetto, in particolare sulla Relazione del Direttore AIT 2014, e della VAS del Piano di ambito .
Preliminarmente questa associazione evidenzia di ritenere che lo stato non buono delle acque superficiali e sotterranee in Toscana sia un grande fattore di nocività per la popolazione, di spesa sanitaria aggiuntiva, di giornate di lavoro perdute, ecc. Per cui ritiene che l’aggiornamento del Piano di tutela delle acque debba essere l’occasione fondamentale per rivedere profondamente la gestione non solo dell’acqua, ma anche dei suoli, del sottosuolo, dell’aria ambiente, delle attività antropiche, dall’industria inquinante ed idroesigente, alla geotermia, all’agricoltura chimicizzata, alla gestione dei rifiuti e dei fanghi di depurazione, ecc.
Ritiene altresì che la nuova “zonizzazione” della Toscana (i tre distretti idrografici dell’Appennino settentrionale, dell’Appennino Centrale e del bacino del Po) non sia adatta ad un piano di reale tutela delle acque, ma finalizzata ad un futuro affidamento del servizio idrico integrato ad un unico gestore privatizzato, una volta che – a spese pubbliche, in particolare degli utenti – si sia realizzato il piano dei cosidetti “tuboni”, per la somma di 766.500.000 euro, piano concepito per “industrializzare” l’acqua e farla circolare assurdamente per tutta la Toscana (si veda la VAS Autorità Idrica Toscana - Piano di Ambito - VAS - Rapporto Preliminare – Documento Preliminare 2014). Occorre invece tornare alla gestione per bacini idrografici (Val di Cecina, Val d’Arno, Val di Fiora, ecc) onde poter responsabilizzare continuamente amministrazioni locali e cittadinanza alla difesa attenta della risorsa acqua, in termini di non inquinamento, bonifiche rapide ove occorrano, risparmio di risorsa, priorità ai consumi civili.
Ciò premesso, nel dettaglio si osserva:
1 Val di Cecina:
1.1 incompatibilità dello sfruttamento di acqua dolce e salgemma già evidenziata da parte del TAR toscano con sentenze nel 2007 e nel 2010 ....
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documento ancora in fase di completamento
Ultimo aggiornamento ( Martedì 07 Marzo 2017 09:39 )
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