Testo dell'articolo "Malori dopo l'apertura del pozzo geotermico", pubblicato dal Corriere di Siena il giorno 13/03/2016
Piancastagnaio. Il giorno 8 marzo un uomo di Piancastagnaio e la figlioletta di poco più di quattro anni si erano intrattenuti lungamente all’aperto, nel giardino della loro abitazione, nella campagna ai piedi dell’ abitato. Dalla loro postazione era possibile vedere e sentire gli effetti dello sfiato del pozzo geotermico PC38 A, che la agenzia Arpat riferisce essere rimasto aperto dalle ore 10 alle ore 17. L’uomo svolgeva i suoi lavori, mentre scattava foto e riprendeva con la videocamera alcune immagini. L’odore tipico di uova marce era ben percepibile, il boato del vapore geotermico che fuoriusciva dal pozzo insopportabile.
La mattina successiva, al risveglio, ha accusato un forte bruciore agli occhi, ma non gli ha dato troppo peso. Quando si è svegliata la bambina più piccola, che lamentava dolore agli occhi e presentava la pelle del volto arrossata intorno agli occhi medesimi, fino alla guancia, allora ha cominciato a preoccuparsi. Fino a quel momento la piccola non aveva mai avuto problemi del genere. Si sono immediatamente recati al pronto soccorso di Abbadia San Salvatore, dove alla bambina è stata diagnosticata una forte irritazione agli occhi, accompagnata da macchie rosse sul volto. Per l’esattezza, la diagnosi recitava: “Da ieri, dopo esposizione a vapori e probabili contaminanti, presenta eritema pruriginoso sotto-orbitario e del volto. Sensorio integro. Lamenta offuscamento del visus bilateralmente”. Da Abbadia la piccola è stata trasferita a Nottola per uno specifico esame oculistico. Anche in questo caso il verdetto ha confermato la precedente diagnosi: “iperemia congiuntivale oculare con bruciore e modesta eruzione eritematosa al tronco”. E le sono state prescritte una crema idratante per la pelle e un collirio. Il babbo, che a Abbadia aveva unicamente pensato alla salute della figlia e non aveva denunciato il suo malessere, a Nottola ha voluto sottoporsi a visita oculistica e anche a lui è stata diagnosticata “iperemia congiuntivale”, con prescrizione di apposito collirio. E non hanno potuto fare a meno di collegare quei disturbi a quanto accaduto il giorno precedente, quando la loro abitazione (distante meno di un chilometro da PC38) è stata bersaglio per oltre otto ore di quella maleodorante sostanza denominata “idrogeno solforato” (H2S), nociva per altro per la salute delle popolazioni esposte, anche se a base dosi (soprattutto dei bambini). Lo stesso giorno dell’8 marzo anche altri soggetti hanno denunciato disturbi. Un giovane, verso le 11, che passava con il furgone fra Le Tre Case e il Saragiolo, racconta su Fb: “Ho avvertito prima un forte odore di zolfo, poi mi sono dovuto fermare, perché mi sentivo strano. L’aria era irrespirabile e non sono stato bene per qualche minuto. Sarà una coincidenza?”. E una mamma dice: “L'aria l '8 marzo per chi abita vicino al pozzo era pervasa da un forte odore di fogne. I bambini sono dovuti entrare subito in casa. Nessuno di noi poteva immaginare che anche questa volta la colpa fosse da attribuire alla nostra energia pulita". E, infine, come già riferito in un precedente articolo (09/03/20126), in merito alla scossa tellurica verificatasi in concomitanza della apertura del pozzo, l’INGV (Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia) ha precisato come lo stesso sia stato di magnitudo 1.6/-0.6, con epicentro tra Piancastagnaio e Abbadia San Salvatore.
M.B. |