Atterrano e decollano in Italia: migliaia di chilogrammi di uranio impoverito volano ogni giorno sulle nostre teste. La stima è per difetto perché non include velivoli militari della Nato, l’Est europeo e compagnie aeree di mezzo mondo. «Per molti anni è stato usato uranio impoverito su aerei ed elicotteri», segnalava già in una circolare del dicembre 1984, la Federal Aviation Administration (l’ente americano per la sicurezza del volo), raccomandando le precauzioni da seguire in caso di incidente. Per quale ragione? “Il ‘depleted uranium’ ha un peso specifico quasi doppio rispetto al piombo e quindi consente di avere grossi pesi in spazi ridotti” spiega il Massimo Zucchetti, docente al Politecnico di Torino.
Foto di Gianni Lannes della centrale di Pisa Cisam |