http://www.autoritaidrica.toscana.it/focus-sugli-acquedotti-in-amianto/le-zone-interessate-dal-fenomeno/test/
Quasi la totalità dei toscani è esposta all’amianto nell’acqua potabile.
Pisa e Livorno le città peggiori.
Dai dati forniti dall’Autorità idrica toscana, esaminati e tabellati da Medicina democratica, risulta che la quasi totalità della popolazione toscana è esposta all’inquinamento da amianto nell’acqua potabile, per la presenza, ancor oggi, di ben 1.859,87 km di tubazioni in cemento amianto su 30.993,99 km di acquedotti complessivi, il 6 % del totale. Ovviamente questa è una valutazione statistico-matematica e potrebbe essere ottimistica: infatti se i restanti 29.134,12 Km di tubazioni, ad esempio in polietilene, si trovassero a valle delle tubazioni “portanti” in amianto, tutta la rete toscana porterebbe fibre d’amianto fino al rubinetto di casa. Per verificare questo, occorrerebbe disporre delle planimetrie degli acquedotti, ciò che al momento il livello di “trasparenza” toscana non permette.
L’area peggiore risulta essere quella gestita da ASA spa (da Livorno all’Elba e a Volterra) con il 14,71% di tubazioni di CA, seguita da quella gestita da Acque spa Pisa con il 13,51 %. L’area migliore risulta quella della città di Lucca, gestita da GEAL spa, con zero km di CA. Si suppone tuttavia che i dati siano auto dichiarati dai gestori stessi, tutti configurati come società per azioni, quindi da assumersi con sospetto, o almeno con precauzione.
Il comune peggiore in Toscana è paradossalmente quello di Pisa, la città di Galileo e della storica Università, con il 53,32% di tubazioni in CA: ben 231 km su 400 totali dell’acquedotto, seguito da quello di Buti – sempre nell’area Acque Spa – con il 41,41 %, da quello di Santa Croce sull’Arno con il 36,46 %, e da quello di Empoli con il 30,50%.
Tornando all’area ASA Spa, il comune di Cecina è il peggiore con il 37,14% di tubazioni in CA, seguito dal comune di Livorno con il 35%, da quello di Collesalvetti con il 27,28%, e da quello di Piombino con il 23,13%, quasi a pari demerito del comune di Rosignano con il 22,19%.
Nel resto della Toscana spiccano in negativo il Comune di Grosseto – area Acquedotto del Fiora – con l’11,84%; il Comune di Agliana (PT) con il 26,23 %, seguito da Scandicci (FI) con il 24,39% nell’area Publiacqua Spa; il Comune di Forte dei Marmi, nell’area GAIA, con il 38,14% (non si faccia sapere ai nuovi ricchi ….)
Il vecchio problema delle tubazioni in cemento amianto è ri-scoppiato a Firenze, nel cui comune vi sono “solo” l’1,43 % di tubazioni in CA: paradossalmente, ma non troppo, dato che molto dipende dalla svegliezza dei cittadini attivi far riemergere il problema.
Tutto tace invece ed ancora più paradossalmente nell’area ASA Spa, la società il cui azionista pubblico maggiore è il Comune di Livorno, che recentemente ha cambiato amministrazione (M5S).
MD fin dal 1994 denuncia la cancerogenicità dell’amianto in altri organi extratoracici, come l’ovaio, il testicolo, il peritoneo, il pericardio, recentemente confermata dall’Istituto superiore di Sanità, da IARC e dal Parlamento europeo. Occorreranno altri 40 anni di morti evitabili e di massa per togliere i tubi dall’acqua potabile ?
29.1.15
Maurizio Marchi
del Coordinamento toscano di Medicina democratica onlus |