Mi domando: perché nessuno avanza al proprio sindaco la richiesta di check-up sullo stato di salute della popolazione comunale basato sui dati già presenti (ricoveri, mortalità, ecc.)?
Questo referto epidemiologico costerebbe pochissimo (perché basato sui dati elettronici già presenti) ma fornirebbe una informazione fondamentale: lo stato di salute della popolazione.
Invece ho dato una lettura al nuovo studio SENTIERI sui siti SIN: è inquietante la riduzione dei SIN esaminati: solo 17 sugli iniziali 57 (neppure il 30%). E gli altri migliaia di siti inquinati che abbiamo in Italia?
Sentieri considera solo i siti di 11 regioni (la puglia e la liguria sono state dimezzate), mancano completamente Piemonte, Toscana, Lazio, marche, basilicata, calabria…(sono tutte regioni “termali”?)
http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2014-38-2-suppl-1
Ribadisco, dobbiamo evitare di non vedere troppo in ritardo disastri come marghera, cornigliano, vado, taranto, ecc. è urgente acquisire il check-up epidemiologico sullo stato di salute globale delle popolazioni nelle aree a rischio a prescindere che siano “amministrativamente” bollate come SIN, SIR o altro.
Consiglio di effettuare meno studi teorici, costosi, arbitrari, limitati e poco utilizzabili (in sede processuale e preventiva).
In Italia girano troppi “volponi” che evitano gli studi epidemiologici semplici, ma informativi che quantificano esattamente i danni alla salute nell’intera popolazione…
Chi è interessato mi chiami pure.. Ciao
Valerio GENNARO
Medici per l’Ambiente (ISDE, Genova)
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