Grosso incendio ai clorometani, il solito silenzio omertoso
Sappiamo da testimoni oculari che nei giorni scorsi (probabilmente lunedi 25 giugno) verso le 10 si è scatenato un grosso incendio all’impianto clorometani della Solvay di Rosignano, uno dei più vecchi e pericolosi, con accanto la sfera esplosiva di idrogeno. Fiamme e fumo nero sono divampati per diversi minuti prima che scattasse l’allarme, e che gli schiumogeni spengessero l’incendio.
Si è rischiato ben di peggio , ad esempio un’esplosione devastante ? qualche lavoratore è rimasto intossicato ? è un caso che simili fatti avvengano in uno degli impianti più vecchi e pericolosi ?
Si coglierà l’occasione del grave pericolo corso per chiudere finalmente questo vecchio impianto che produce ancora (“come coda di produzione” precisa Solvay) il tetracloruro di carbonio, cancerogeno e sostanza nociva alla fascia di ozono, e come tale fuorilegge dal 1993, con l’entrata in vigore della Legge 549, approvata dopo il Protocollo di Montreal del 1987 ?
Domande che rivolgiamo al Sindaco e all’Arpat, nonostante abbiano dato pessima prova di sé proprio recentemente, a proposito dell’arsenico e della nocività delle spiagge bianche.
Anche gli incendi di impianti ad alto rischio sono normali e richiedono silenzio assoluto ?
6.7.12
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Dal sito del Comune di Rosignano Marittimo 2009
A DISPOSIZIONE DELLA CITTADINANZA LE SCHEDE AGGIORNATE RELATIVE AI "GRANDI RISCHI" DELLE SOCIETA' SOLVAY E INNOVENE
Sono state trasmesse al Sindaco Alessandro Nenci, così come previsto dal Decreto Legge 334/99, meglio noto come Seveso 2, le schede informative per la popolazione aggiornate dalla società Solvay e dalla società Innovene, a seguito della revisione del rapporto di sicurezza. Numerosi i dati che possono essere reperiti all’interno delle varie sezioni riguardo alle società che gestiscono gli impianti, gli enti coinvolti nella campagna di informazione, le attività svolte negli impianti stessi, le caratteristiche e le quantità delle sostanze pericolose, la natura dei rischi di incidenti rilevanti, il tipo di effetti per la popolazione e per l’ambiente, i comportamenti da seguire e le misure di prevenzione e di sicurezza adottate. Le nuove schede informative sono state inviate al Sindaco e, contemporaneamente, al Ministero dell’Ambiente, alla Regione Toscana e al Prefetto di Livorno. Il suo compito sarà adesso quello di rendere noti alla popolazione i dati riportati nelle schede, informando nuovamente tutte le persone che possono essere coinvolte in caso di incidente rilevante sulle misure di sicurezza da adottare e sulle norme di comportamento da osservare. Per questo motivo proponiamo di seguito una sintesi dei contenuti delle schede, che potranno essere visionate integralmente anche sul sito internet del Comune (www.comune.rosignano.livorno.it) oppure richieste al Servizio Ambiente e Sicurezza (tel. 0586/724416-267) e al Servizio Diritti del Cittadino (0586/724372-373). IL CONTENUTO DELLA SCHEDA DI SOLVAY CHIMICA ITALIA SPA • Nella PRIMA SEZIONE vengono chiaramente indicati i dati relativi alla società (Solvay Chimica Italia SpA), alla sua localizzazione e al responsabile dello stabilimento, ossia l’Ing. Alessandro Malvaldi. • Nella SECONDA SEZIONE sono elencati i responsabili dell’informazione pubblica, del primo intervento e del piano di emergenza esterna. • Più ampia la TERZA SEZIONE, all’interno della quale vengono descritte le attività produttive svolte dall’azienda Solvay. Queste le unità di produzione dello stabilimento di Rosignano: Sodiera (SO) per la produzione di soda, bicarbonato e cloruro di calcio, Perossidati per la produzione di acqua ossigenata, percarbonato di sodio e perborato di sodio tetraidato, Elettrolisi (UE) per la produzione di cloro, idrogeno e soda caustica e Prodotti clorati (PC) per la produzione di clorometani e acido cloridrico. A queste debbono aggiungersi poi l’impianto di cogenerazione per la produzione di vapore ed energia elettrica gestito autonomamente dalla Rosen SpA ed i servizi generali per tutto lo stabilimento. • Nella QUARTA SEZIONE invece vengono fornite informazioni dettagliate sulle sostanze e sui preparati pericolosi presenti nel ciclo di lavorazione: ne viene indicato il nome, la sigla della classificazione di pericolo (così come indicata nel Decreto Legge 52/97, e la quantità massima presente espressa in tonnellate). Sette in totale le sostanze che possono causare un eventuale incidente rilevante: il cloro (2914 t), sostanza tossica per inalazione, irritante per gli occhi le vie respiratorie e la pelle, l’idrogeno (1.5 t) e il metano (2 t), che sono sostanze estremamente infiammabili, l’acqua ossigenata (470 t), che può provocare ustioni, l’ammoniaca (90 t), la formaldeide (0.9 t) ed il tetracloruro di carbonio (inferiore a 200 t), tutte sostanze tossiche per inalazione e dannose per la pelle. • Nella QUINTA SEZIONE poi vengono date informazioni di base sui tipi di incidente che le sostanze sopra indicate possono causare: rilascio di cloro, ammoniaca, formaldeide e tetracloruro di carbonio, incendio o esplosione per rilascio accidentale di idrogeno e metano, decomposizione esplosiva di acqua ossigenata. • La SESTA SEZIONE permette di conoscere gli effetti dei possibili incidenti per la popolazione e per l’ambiente. Unica possibilità prevista quella della fuoriuscita di cloro, che come noto è un agente fortemente irritante per la pelle, gli occhi e le vie respiratorie. Per tutte le altre sostanze tossiche e prodotti infiammabili invece non sono previsti effetti di intossicazione e di irraggiamento che possono coinvolgere la popolazione la popolazione all’esterno dello stabilimento. A conclusione della scheda poi vengono indicate le misure di prevenzione e di sicurezza adottate dall’azienda attraverso le consegne scritte e le procedure, gli impianti e le attrezzature antincendio, le squadre di emergenza presenti 24 ore al giorno, il rispetto degli standard internazionali di massima sicurezza, i controlli periodici sui sistemi di sicurezza, i bacini di contenimento, le cortine idriche di sbarramento, l’addestramento e le esercitazioni del personale. • A concludere la SETTIMA SEZIONE, nella quale vengono indicati il piano di emergenza esterno predisposto dalle autorità competenti, i mezzi di segnalazione degli incidenti, i mezzi di comunicazione previsti, i presidi di pronto soccorso ed i comportamenti da seguire nel caso di fuga di cloro, che, lo ricordiamo, consistono principalmente nel rifugiarsi al chiuso, il più in alto possibile, chiudendo porte e finestre, spegnere i sistemi di ventilazione, condizionamento e riscaldamento e, in caso di necessità, respirare attraverso un panno bagnato. IL CONTENUTO DELLA SCHEDA DI INNOVENE MANUFACTORING ITALIA SPA • Nella PRIMA SEZIONE vengono indicati i dati relativi alla società Innovene Manufactoring Italia SpA (già O &D Italia Manufactoring SpA, già Solvay Polyolefins Europe-Italy SpA), alla sua localizzazione e al responsabile dello stabilimento, ossia l’Ing. Roberto Piazza. • Nella SECONDA SEZIONE sono elencati i responsabili dell’informazione pubblica, del primo intervento e del piano di emergenza esterna. • Nella TERZA SEZIONE vengono descritte le attività svolte nello stabilimento deposito. Queste le unità di produzione: Polietilene (PE) per la produzione di resine con differenti caratteristiche; l’Unità di Ricerca Poliolefine (polietilene e polipropilene), denominata FEX, il terminale etilene ed il deposito. • Nella QUARTA SEZIONE invece vengono fornite informazioni dettagliate sulle sostanze e sui preparati pericolosi presenti nel ciclo di lavorazione: ne viene indicato il nome, la sigla della classificazione di pericolo (così come indicata nel Decreto Legge 52/97, e la quantità massima presente espressa in tonnellate). Cinque in totale le sostanze che possono causare un eventuale incidente rilevante: l’idrogeno (4 t), sostanza estremamente infiammabile, così come l’etilene (4800 t) ed i cosiddetti gas liquefatti, come butene, propilene, isobutano (235 t), l’esano tecnico (655 t) ed il metano (2 t) che sono facilmente infiammabili. • Nella QUINTA SEZIONE poi vengono date informazioni di base sui tipi di incidente che le sostanze sopra indicate possono causare: incendio o esplosione per rilascio accidentale di idrogeno, etilene, butene, propilene, isobutano, esano e metano. • La SESTA SEZIONE è quella dedicata al tipo di effetti per la popolazione: in questo caso però non sono previsti effetti di irraggiamento termico ed onda di pressione che possono coinvolgere la popolazione all’esterno dello stabilimento. In ogni caso vengono indicate le misure di prevenzione e di sicurezza adottate dall’azienda attraverso le consegne scritte e le procedure, gli impianti e le attrezzature antincendio, le squadre di emergenza presenti 24 ore al giorno, il rispetto degli standard internazionali di massima sicurezza, i controlli periodici sui sistemi di sicurezza, i bacini di contenimento, le cortine idriche di sbarramento, l’addestramento e le esercitazioni del personale. • A concludere la SETTIMA SEZIONE, nella quale vengono indicati il piano di emergenza esterno predisposto dalle autorità competenti, i mezzi di segnalazione degli incidenti, i mezzi di comunicazione previsti ed i presidi di pronto soccorso.
Data pubblicazione: 16-01-2009 |