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La sinistra è finita in discarica?

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Non ce la date a bere

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

stop cemento, si al dissalatore a Rosignano PDF Stampa E-mail

MEDICINA DEMOCRATICA

Piano operativo comunale : no a nuove cementificazioni, restauro e priorità all’acqua

Azzerare il progetto di via Filidei (nuovo centro) con desertificazione dell’Aurelia.

Il progetto di via Filidei, con previsione di  un supermercato e di circa 30 negozi deve essere azzerato per due motivi principali: 1- insiste in un’area ad alto rischio d’incidente rilevante, per fughe di sostanze tossiche (ammoniaca e cloro) dallo stabilimento Solvay 2 – alimenterebbe l’ulteriore deperimento della via Aurelia e il suo commercio, rimasto una sorta di “centro”, in mancanza di un centro vero e proprio a Rosignano S.. Il parallelo progetto di rendere a senso unico l’Aurelia concorre allo stesso  deperimento della via principale.

Azzerare il progetto di urbanizzazione  a sud dell’abitato di Vada “La città al mare”

E’ impensabile  che si pensi di sfruttare l’attesa arginatura del torrente Tripesce per compiere una nuova massiccia colata di cemento a sud di Vada. Anziché a nuove massicce costruzioni, il POC affronti e risolva il problema idrico nel comune, descritto in modo quasi realistico come critico, tra sovrasfruttamento, insalinazione, inquinamento da nitrati , ecc. Ormai, di fronte ai cambiamenti climatici, ogni cementificazione ulteriore  impoverisce le falde, impermeabilizzando il terreno. L’argomento centrale del POC dovrebbe essere il fatto che non c’è più acqua per tutti, popolazione stanziale e turistica da una parte e Solvay dall’altra: quindi occorre che la multinazionale si doti di un dissalatore di acqua di mare, da cui ricavi l’acqua e il sale necessari alle sue produzioni, lasciando l’acqua di falda alla popolazione, nel comune e nei dintorni.

Ciò in assonanza anche con quanto affermato a pag 88 di 192 della Sintesi non tecnica:OB.2. Sostenere lo sviluppo e la diversificazione economica, promuovendo il turismo e la piccola industria qualificando la presenza industriale, indirizzando verso la riqualificazione dei processi produttivi, la loro compatibilità ambientale, l’adeguata dotazione tecnologica per l’abbattimento dei rischi e degli inquinamenti”.

 

No alla cementificazione della val di Fine

A Pag 18 di 192 della Sintesi non tecnica si legge:

“A6.4. Prevedere un potenziamento delle previsioni di sviluppo delle attività industriali, artigianali e produttive attraverso l’individuazione di nuove aree di trasformazione, in prossimità delle aree esistenti già completate, da localizzarsi al di là della Via per Rosignano verso le Badie”

per gli stessi motivi esposti sopra, diciamo  assolutamente no, no anche alla sottrazione di aree all’agricoltura.

No a nuove costruzioni, si restauri il vecchio edificato

I Casoni ex-colonici  in rovina della Azienda agraria Solvay, sono un pessimo biglietto da visita per Vada turistica: si preveda pertanto il restauro nel periodo di durata del POC, con esproprio  o meno, in relazione allo spostamento del serbatoio di etilene ad alto rischio sulle terme romane, spostamento previsto da quasi trenta anni. Il complesso dei casoni, ammontante con gli annessi capannoni a migliaia di metri quadri,  siano destinati a  finalità sociali, tra cui il rilancio del gemellaggio, la cultura e lo sport, come supporto anche al turismo.

12.1.18