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La sinistra è finita in discarica?

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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dovete morire prima PDF Stampa E-mail

Regione Lombardia: sei malato? Non chiamare il medico, ora c’è il gestore
>
>di Vittorio Agnoletto
>
>Il titolo, purtroppo, non è uno scherzo, ma è quello che sta avvenendo
>in Regione Lombardia.
>
>Per ora riguarda una sola Regione ma, se dovesse realizzarsi, è
>probabile che in pochi anni troverà estimatori anche in molte altre
>parti d’Italia. E’ una vicenda (volutamente) complicata ma proverò a
>spiegarla nel modo più semplice possibile, convinto che ognuno abbia
>diritto di essere pienamente informato su quello che riguarda il
>presente e il futuro della sua salute.
>
>Con due delibere, la n. 6164 del 3 gennaio e la n. 6551 del 4 maggio
>2017, la giunta regionale lombarda, senza nemmeno una discussione in
>Consiglio regionale, sta modificando totalmente l’assistenza sanitaria
>in Lombardia e cancellando alcuni dei pilastri fondativi della legge
>di riforma sanitaria la n. 833 del ’78.
>
>La non costituzionalità di tali delibere è stata sollevata attraverso
>un ricorso al Tar dall’Unione Medici Italiani ed un altro ricorso è in
>arrivo da Medicina Democratica. Gli Ordini dei medici di Milano e
>della Lombardia sono insorti: la giunta regionale si è limitata ad
>inserire qualche modifica di facciata proseguendo a vele spiegate
>verso una terza delibera attuativa attesa in questi giorni (maggio
>2017; l’approvazione definitiva è arrivata all’inizio di agosto, ndr).
>
>La vicenda riguarda, secondo le stime della Regione, circa 3.350.000
>cittadini “pazienti cronici e fragili” che sono stati suddivisi in tre
>livelli a seconda della gravità della loro condizione clinica. Costoro
>riceveranno in autunno una lettera attraverso la quale la Regione li
>inviterà a scegliersi un “gestore” (la delibera usa proprio questo
>termine) al quale affidare, attraverso un “Patto di Cura”, un atto
>formale con validità giuridica, la gestione della propria salute. Il
>gestore potrà essere loro consigliato dal medico di base o scelto
>autonomamente da uno specifico elenco.
>
>Il gestore, seguendo gli indirizzi dettati dalla Regione, predisporrà
>il Piano di Assistenza Individuale (Pai) prevedendo le visite, gli
>esami e gli interventi ritenuti da lui necessari; “il medico di
>medicina generale (Mmg)
può eventualmente integrare il Pai,
>provvedendo a darne informativa al Gestore, ma non modificarlo essendo
>il Pai in capo al Gestore”.
>
>La Regione ha individuato 65 malattie, per le quali ha stabilito un
>corrispettivo economico da attribuire al gestore a secondo della
>patologia presentata da ogni persona da lui gestita. Se il gestore
>riuscirà a spendere meno della cifra attribuitagli dalla Regione potrà
>mantenere per sé una quota dell’avanzo, eventualmente da condividere
>con il Mmg che ha creato il contatto. Il gestore non deve per forza
>essere un medico, può essere un ente anche privato e deve avere una
>precisa conformazione giuridica e societaria e può gestire fino a…
>200.000 persone.
>
>E’ facile immaginare che nelle scelte dei gestori conterà maggiormente
>il possibile guadagno piuttosto che la piena tutela della salute del
>paziente, il quale potrà cambiare gestore ma solo dopo un anno.
>Scomparirà ogni personalizzazione del percorso terapeutico e ogni
>rapporto personale tipico della relazione con il medico curante. Per
>una società che gestirà 100/200.000 Pai (Piani di Assistenza) ogni
>cittadino è un numero asettico potenziale produttore di guadagno.
>
>Il Mmg viene quindi privato di qualunque ruolo, sostituito da un
>manager e da una società; ed è questa una delle ragioni che ha fatto
>scendere sul piede di guerra i camici bianchi. Se avesse potuto la
>Lombardia avrebbe cancellato la figura dei Mmg, ma per ora una Regione
>non può modificare i pilastri di una legge nazionale come la legge
>833. Ma all’orizzonte c’è il referendum sull’autonomia regionale
>voluto dal presidente leghista, un referendum consultivo ma che verrà
>fortemente enfatizzato. Ci sentiremo dire che l’autonomia da Roma
>permetterà di rendere pienamente operativa questa “eccellente riforma
>regionale”. Di bufale sulla sanità ne abbiamo già sentite molte, da
>Renzi alla Lorenzin e questa non sarà l’ultima.
>
>Una “legge eccezionale”, sosterrà la Regione, perché eviterà che
>cittadini malati, in maggioranza anziani, debbano impazzire con le
>ricette, le telefonate interminabili ai centralini regionali per
>fissare le visite, le code agli sportelli, le liste di attesa ecc.
>ecc.
>
>La Regione Lombardia non dirà che tutti questi disagi sono stati
>costruiti ad arte, prima da Roberto Formigoni e poi da Roberto Maroni,
>per spingere i cittadini verso la sanità privata che li aspetta con
>gioia per lucrare ulteriormente sulla loro pelle. Se il Tar non
>cancellerà queste delibere e se le organizzazione della società civile
>non si ribelleranno è forte il rischio che molti nostri concittadini
>accetteranno quasi con riconoscenza il piano della Regione; salvo poi
>accorgersi che ad essere trascurata sarà proprio la loro salute. Ma
>allora sarà troppo tardi.
>
>Scritto in collaborazione con Albarosa Raimondi, medico, esperta in
>organizzazione sanitaria
>
>da http://www.ilfattoquotidiano.it/ del 15/05/2017
>