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La sinistra è finita in discarica?

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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se fosse stato cloro ? PDF Stampa E-mail


Medicina democratica

Spostare Ecomar, nell’immediato rivedere l’autorizzazione, ridurre le quantità e la qualità dei rifiuti trattabili

Con l’enorme emissione di  idrogeno solforato dalla Ecomar dei Polveroni, abbiamo avuto una pallida (pallida in termini di pericolosità, non di visibilità) idea di che cosa sarebbe una consistente fuga di cloro dalla Solvay, che investisse una parte ampia del comune di Rosignano. Pattuglie di vigili dl fuoco, di carabinieri, della Guardia di Finanza, di Arpat ecc;  strade sbarrate, commissioni  che si riuniscono per tranquillizzare i cittadini  colpiti e stressati, ecc.

L’idogeno solforato è un potente gas tossico, che uccise quattro operai intossicati a catena alla Raffineria ENI a Livorno il 30 gennaio 1986: Gianluca Nardi, Wladimiro Cecchetti, Domenico Maglione e Massimo Giampietro, tutti sotto i trent’anni, furono uccisi mentre lavoravano in una vasca di decantazione a cielo aperto. Uno di loro stava installando una valvola tra due condutture, quando intossicato dall’idrogeno solforato – che ha la particolare insidiosa caratteristica di inibire l’olfatto –  perse i sensi. Un secondo operaio accorse per aiutarlo, ma perse a sua volta i sensi, così il terzo e il quarto. Un quinto operaio provò a sua volta a fare qualcosa, ma poi si allontanò per chiedere aiuto salvandosi. “Gli operai sono spirati senza avere neppure la forza di emettere un grido”, riferirono le cronache. Nardi e Cecchetti erano dipendenti della ditta Montano, Maglione e Gianpietro della cooperativa Acli Labor di Rosignano. Lavoravano nella vasca senza maschera o altre protezioni, nonostante  incidenti di quel tipo fossero già avvenuti spesso alla allora Stanic.

(Eppure appena venti giorni prima, il 10 gennaio ‘86 si era verificato un incidente simile all’ACNA di Cengio: due operai gravemente intossicati dall’idrogeno solforato, ed altri venti intossicati meno pesantemente, tutti ricoverati in ospedale. Ed appena dodici giorni dopo si replicava a Porto Marghera: il 12 febbraio due operai gravemente intossicati, dei quali uno riportò anche una trauma cranico per la caduta a terra.)

Il gas tossico è emesso da raffinerie, discariche di rifiuti come Scapigliato, geotermia, nel trattamento di rifiuti tossici, ad esempio fanghi di depurazione, da allevamenti industriali di animali.

E’ fortemente nocivo anche a basse dosi. Uno studio del novembre 2007 di due ricercatori dell’Università di Los Angeles in California, Maria Rita D’Orsogna e Thomas Chou, descrive gli effetti sulla salute di basse dosi.  Afferma testualmente lo studio :” L’evidenza scientifica vagliata porta alla conclusione che anche livelli di H2S al di sotto delle norme stabilite per legge hanno gravissime potenzialita’ nocive per la popolazione. L’ H2S, classificato ad alte concentrazioni come veleno, a basse dosi puo’ causare disturbi neurologici, respiratori, motori, cardiaci e potrebbe essere collegato ad una maggiore incorrenza di aborti spontanei nelle donne. A volte questi danni sono irreversibili. Da risultati recentissimi emerge anche la sua potenzialità, alle basse dosi, di stimolare la comparsa di cancro al colon.”

Tra gli effetti non mortali si annoverano danni neurologici -come vertigini, svenimenti, confusione mentale, mal di testa, sonnolenza, tremori, nausea, vomito, convulsioni, pupille dilatate, problemi di apprendimento e concentrazione, perdita di conoscenza, irritabilità, difetti della memoria, modifiche del senso dell’olfatto e nelle capacità motorie- e danni  polmonari come edema, rigurgiti di sangue, difficoltà di respirazione, tosse, dolori al petto.  Questi effetti spesso sono irreversibili, prosegue lo studio. Chi avvertisse questi sintomi è fortemente sollecitato a farlo presente alle strutture di sanità pubblica.

14.4.2016

Maurizio Marchi  Monica Pecori Ignazio Podda
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