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solvay tra bussi e spinetta, disastri ambientali PDF Stampa E-mail

I processi di Bussi e Spinetta Marengo, relativi a due dei maggiori disastri ecologici italiani, sono gemelli di una mater semper certa, Montedison, ma di un pater, Solvay, riconosciuto in Piemonte ma non in Abruzzo. Essendo gemelli eterozigoti, non sono identici però hanno in comune diverse somiglianze. Vediamole, in questi giorni in cui stanno giungendo per entrambi a scadenza decisioni delicate.

Entrambi i processi vengono alla luce sei anni dopo che la multinazionale belga ha acquistato a buon prezzo dall’ex colosso chimico italiano Ausimont-Montedison i due stabilimenti colabrodo: durante questo periodo Solvay senza soluzione di continuità li gestisce proseguendo ad avvelenare le gigantesche falde acquifere e non avviando bonifiche. Però le due magistrature fanno scelte differenti, che stupiscono: ad Alessandria incriminano sia Solvay che Ausimont, mentre a Chieti solo Ausimont e anzi con Solvay parte civile contro Ausimont. Lo stupore culmina, otto anni dopo, con due sentenze che si equivalgono: in pratica gli imputati se la sfangano tutti.

I 19 dirigenti Montedison di Bussi sono in parte assolti dal reato di avvelenamento delle acque e in parte prescritti per disastro ambientale. Insomma, il reato è stato derubricato da doloso a colposo: salvi tutti. Ad Alessandria, dai 38 iniziali contiamo assolti i 4 imputati principali “perché il fatto non sussiste” e gli altri 4 minori condannati a lievi pene, per colpa. Non dolo cosciente ma involontarietà della colpa. Condanne di 2 anni e 6 mesi invece che di 18 anni.  Facile la prescrizione in appello. Le bonifiche nel libro dei sogni. Le vittime con un pugno di mosche… o di vermi.

Proprio in questi giorni, di nuovo in contemporanea, arrivano a maturazione gli sviluppi processuali. A Chieti la Procura ha chiesto invano l’annullamento della sentenza e la riapertura del processo perché “è stata stravolta la lettera e la ratio della norma incriminatrice di avvelenamento delle acque”. Ad Alessandria si presume che la Procura farà altrettanto dopo aver preso atto delle motivazioni, magari con esito fausto.

Ma c’è di più. Entrambi i processi lasciano dietro di sé clamorose code velenose, ben documentate sul libro “Ambiente Delitto Perfetto”. In sintesi. Per Bussi dovrà pronunciarsi il Consiglio Superiore della Magistratura in quanto la sentenza, derubricata da dolo a colpa, è altamente sospetta di pressioni indebite del presidente della Corte di Assise su alcuni membri della Giuria minacciati della loro rovina economica. Per Spinetta Marengo la Corte di Assise ha disposto la trasmissione alla Procura di Milano delle accuse presumibilmente diffamatorie, compresa la concussione, a carico del Pubblico Ministero; questa coda si incrocia con un altrettanto clamoroso atto giudiziario: l’avvocato leader Solvay chiede a sua volta il deferimento del PM al Consiglio Superiore della Magistratura proprio per concussione, e non solo.

Lino Balza