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anche l'arabia saudita ha l'atomica .... PDF Stampa E-mail

''Terza Guerra Mondiale in atto'', dalla crisi al rischio nucleare

20160228 terza guerra mondiale bujaFoto
di Sonia Cordella - 02 Marzo 2016
Conferenza a Buja con Chiesa, Bongiovanni e Piccin
A proiettare il pubblico nell'argomento sono la visione di due filmati sui conflitti, gli attentati terroristici, le crisi internazionali degli ultimi due anni, e le dichiarazioni dell'analista politico saudita Daham al-Anzi, portavoce di Riyadh, che rivela l'acquisto dell'Arabia Saudita di ordigni nucleari dal Pakistan già da due anni con il consenso degli USA. “Nell'ultimo anno il percorso verso la guerra ha proceduto a grandi passi - esordisce Giulietto Chiesa - ciò che sta accadendo è di una gravità senza precedenti, ci troviamo in una situazione di estremo allarme e la gente non ha consapevolezza di questo, accetta tutto perché non sa ciò che sta accadendo e questa è la cosa più grave”.
“L'unico mezzo per difendersi - sostiene il giornalista - è quello di informare la gente su quanto sta accadendo. E' ciò che 'Pandora tv' si prefigge di fare attraverso il sito web 'Pandora tv.it' le cui trasmissioni vengono ripetute da altri canali digitali terrestri ed emittenti radio nazionali. Nel momento in cui il governo italiano aprirà la campagna di guerra in Libia, Pandora tv manderà in onda un collegamento permanente in streaming per chiedere agli italiani di sollevarsi contro l'entrata in guerra”.
“Il nostro governo sta dicendo che i nostri aerei, le nostre navi, i nostri soldati devono cominciare a combattere e uccidere dall'altra riva del Mediterraneo e si andrà a bombardare le propaggini libiche dell'esercito islamico - prosegue Chiesa - Ci dobbiamo rendere conto che se noi continuiamo a bombardare il resto del mondo, prima o dopo verranno a casa nostra”.

Non manca poi un monito nei confronti dei mezzi di informazione del nostro Paese: “Vi stanno tacendo la realtà principale che sta toccando le vostre vite – aggiunge – Mi riferisoc al fatto che stiamo entrando in guerra e che qualcuno morirà, che vada bene, e se va male moriranno in molti e se va molto male moriremo tutti perché noi saremo le prime vittime di questa guerra”. Il giornalista, in un excursus chiaro, trasmette le gravissime incongruenze attorno a ciò che ci hanno riferito e ci riferiscono i mass media sugli attentati come quelli avvenuti in Francia lo scorso anno, sui conflitti internazionali, sulle crisi mondiali e ora sulla guerra in Libia che nascondono i loschi intrecci dei governi, puramente finalizzati ad interessi economici e di potere. Mosse guidate nella scacchiera internazionale dal Paese più belligerante dell'ultimo secolo, gli Stati Uniti d'America, che in grave crisi finanziaria intende risollevarsi, come sempre, attraverso il grande introito fornito dalla guerra. Nelle sue mosse vengono trascinati gli stati alleati dal patto atlantico della NATO. Il preoccupante problema si rivela essere la Russia che non si sottomette ai giochi sporchi dell'America. Per tale motivo la Russia viene accusata di destabilizzare l'ordine della sicurezza europea, spiega il giornalista, e la Nato sotto comando Usa riapre il fronte orientale trascinandoci in una nuova guerra fredda per spezzare i rapporti Russia-Ue dannosi per gli interessi statunitensi. Gli Usa quadruplicano i finanziamenti per accrescere la propria forza militare in Europa. La Nato, dopo aver inglobato tutti i paesi dell’ex Patto di Varsavia, tre della ex Jugoslavia e tre della ex Urss, prosegue la sua espansione a Est, preparando l’ingresso di Georgia e Ucraina, spostando basi e forze, anche nucleari, sempre più a ridosso della Russia. “Una strategia che rappresenta una crescente minaccia per la democrazia in Europa” - prosegue Chiesa - Usa e Nato preparano intanto altre operazioni sul fronte meridionale, strettamente connesso a quello orientale. Dopo aver finto per anni di combattere l’Isis e altri gruppi, rifornendoli segretamente di armi attraverso la Turchia, gli Usa e alleati chiedono ora un cessate il fuoco per 'ragioni umanitarie'. Ciò perché le forze governative siriane, sostenute dalla Russia, stanno liberando crescenti parti del territorio occupate da Isis e altre formazioni, che arretrano anche in Iraq. Allo stesso tempo la Nato rafforza il sostegno militare alla Turchia, che con l’Arabia Saudita mira a occupare una fascia di territorio siriano nella zona di confine. A tale scopo la Nato, con la motivazione ufficiale di controllare il flusso di profughi (frutto delle guerre Usa/Nato), dispiega nell’Egeo le navi da guerra del Secondo gruppo navale permanente, che ha appena concluso una serie di operazioni con la marina turca”.

terza guerra inatto 1

“Per lo stesso scopo – continua - vengono inviati anche aerei radar Awacs, centri di comando volanti per la gestione del campo di battaglia. Nello stesso quadro strategico rientra l’operazione, formalmente 'a guida italiana', che la coalizione a guida Usa si prepara a lanciare in Libia, per occupare le zone costiere economicamente e strategicamente più importanti, con la motivazione ufficiale di liberarle dai terroristi dell’Isis”. Secondo Giulietto Chiesa si prepara così un’altra guerra Usa/Nato, dopo Iraq 1991, Jugoslavia 1999, Afghanistan 2001, Iraq 2003, Libia 2011, Siria dal 2013, accompagnate dalla formazione dell’Isis e altri gruppi terroristi funzionali alla stessa strategia. “Tale operazione è stata concordata dagli Stati Uniti non con l’Unione europea ma singolarmente con le maggiori potenze europee, soprattutto Francia, Gran Bretagna e Germania. Oggi 22 dei 28 paesi della Ue fanno parte della Nato, riconosciuta dalla Ue quale 'fondamento della difesa collettiva'. Sempre sotto comando Usa il Comandante supremo alleato in Europa è nominato dal Presidente degli Stati Uniti e sono in mano agli Usa tutti gli altri comandi chiave della Nato”. Secondo il direttore di 'Pandora tv' “non si può pensare di costruire una Europa diversa, senza liberarci dal dominio e dall’influenza che gli Usa esercitano sull’Europa direttamente e tramite la Nato, anche perché l’avanzata Usa/Nato ad Est e a Sud già coinvolge la regione Asia/Pacifico, mirando alla Cina, riavvicinatasi alla Russia. È il tentativo estremo degli Stati uniti e delle altre potenze occidentali di mantenere la supremazia economica, politica e militare, in un mondo nel quale l’1% più ricco della popolazione possiede oltre la metà della ricchezza globale, ma nel quale emergono nuovi soggetti sociali e statuali che premono per un nuovo ordine economico mondiale”. “Questa strategia aggressiva – aggiunge - ha provocato un forte aumento della spesa militare mondiale, trainata da quella Usa: circa 5 miliardi di dollari al giorno. La spesa militare italiana, al 12° posto mondiale, ammonta a circa 85 milioni al giorno. Un enorme spreco di risorse, sottratte ai bisogni vitali dell’umanità. In tale quadro, particolarmente grave è la posizione dell’Italia che, imprigionata nella rete di basi Usa e di basi Nato sempre sotto comando Usa, è stata trasformata in ponte di lancio delle guerre Usa/Nato sui fronti orientale e meridionale. Per di più, violando il Trattato di non-proliferazione, l’Italia viene usata come base avanzata delle forze nucleari statunitensi in Europa, che stanno per essere potenziate con lo schieramento delle bombe B61-12 per il first strike nucleare”.
“Per uscire da questa spirale di guerra dagli esiti catastrofici, è fondamentale costruire un vasto e forte movimento per l’uscita dell’Italia dalla Nato - sostiene Giulietto Chiesa - per un’Italia libera dalla presenza delle basi militari statunitensi e di ogni altra base straniera, per un’Italia sovrana e neutrale, per una politica estera basata sull’Articolo 11 della Costituzione, per una nuova Europa indipendente che contribuisca a relazioni internazionali improntate alla pace, al rispetto reciproco, alla giustizia economica e sociale”.
In un clima di forte preoccupazione il pubblico segue con grande attenzione le parole dei relatori. Gregorio Piccin, assessore per l'Ambiente del Comune di Tramonti di Sotto, in provincia di Pordenone, curatore del saggio "Se dici guerra…basi militari, tecnologie e profitti"( edizioni Kappa Vu), propone nel suo intervento una riforma dell'esercito professionale della nostra nazione in quanto, spiega, questo non è di tipo difensivo/territoriale come dovrebbe essere ma offensivo da spedizione e andrebbe abbandonato. “Andrebbe ribaltata la visione distorta che concepisce il mondo come una grande area di interessi strategici da difendere, armi in pugno, a favore di una nuova visione che lo concepisca come una grande area di cooperazione strategica”.
“Andrebbe studiato un nuovo concetto di difesa - propone Piccin - che metta le forze armate nelle condizioni di gestire direttamente sia aspetti di manutenzione e messa in sicurezza, sia soprattutto le ricorrenti e devastanti fasi d’emergenza (incendi, alluvioni, terremoti, dissesto idrogeologico), ossia le vere minacce alla sicurezza dei cittadini”. “Sarebbe ragionevole studiare e promuovere - conclude - la formazione di un nuovo esercito costituzionale, di leva ma con l’opzione dell’obiezione di coscienza, aperto a donne e uomini e che sia organizzato per integrare immediatamente importanti funzioni logistiche e di supporto alla Protezione civile”. Margherita Furlan moderatrice dell'evento introduce quindi il prossimo relatore. “Il nostro Paese è una colonia americana - esordisce Giorgio Bongiovanni, direttore della rivista Antimafia Duemila - l'ultima prova ne è la recente notizia che la NSA controllava i telefoni del nostro governo. Un gravissimo atto punibile penalmente, eppure in Italia nessuna protesta, nessuna reazione”. “Vi siete chiesti perché non accadono attentati di natura islamica nel nostro paese?” domanda Bongiovanni. “Nel nostro paese ci sono le organizzazioni criminali più potenti del mondo occidentale che guadagnano ogni anno 150 miliardi di euro in contanti. L'Unione Europea inserisce nel bilancio italiano i soldi delle organizzazioni criminali per farci rimanere all'interno dei sette paesi più ricchi del mondo” prosegue il direttore di Antimafia Duemila ricordando che la Calabria “ha una produzione di denaro più forte della California che viene considerata la più ricca regione al mondo con il suo prodotto interno lordo, che l'ndrangheta conta famiglie in tutto il pianeta così come Cosa Nostra le ha in Canada e negli Stati Uniti”. In un quadro agghiacciante Bongiovanni lega le grandi organizzazioni criminali del nostro Paese alle organizzazioni terroristiche internazionali mosse entrambe da quello che si prospetta essere il nuovo ordine mondiale.

terza guerra inatto 2

Quindi aggiunge: “Il collaboratore di giustizia Antonino Giuffrè, braccio destro di Riina e Provenzano ci ha detto che uno dei più grossi boss di Cosa Nostra attuali, Matteo Messina Denaro, unico ancora latitante, è addetto al dialogo con le organizzazioni criminali terroristiche. Secondo un altro importante collaboratore di giustizia, Vincenzo Galatolo, Matteo Messina Denaro avrebbe dichiarato che un giudice deve morire a Palermo perché 'si è spinto oltre'. Se queste associazioni terroristiche sono organizzazioni finanziate da nazioni e se questi capi terroristici fanatici hanno relazioni con le mafie significa che le organizzazioni criminali hanno un certo compito nell'ambito della strategia della crisi internazionale non indifferente”. “Temo che oggi la lotta contro la mafia - prosegue Bongiovanni - possa essere vissuta come ai tempi di Falcone e Borsellino quando la mafia era strategicamente utile agli Stati Uniti per combattere il comunismo. Oggi i magistrati si trovano di fronte a delle realtà drammatiche, sono isolati, non appoggiati dalle istituzioni, vengono arrestati solo i capi militari mentre le inchieste sui grandi rapporti mafia-massoneria, mafia-politica vengono ostacolati da forze di potere occulto. Per strategia di politica internazionale la mafia potrebbe tornare ad avere un importante ruolo come lo ebbe con lo sbarco degli americani e durante la guerra fredda. Le organizzazioni criminali avrebbero il compito di evitare che certe operazioni strategiche internazionali possano venire ostacolate. Ora mi spiego perché ad un passo dalla vittoria contro la mafia, ad un certo punto è cambiato tutto in quanto i governi non appoggiano i magistrati nella lotta contro la criminalità organizzata in grado, con le ingenti quantità di denaro in loro possesso, di comprare titoli di stato. E quando una qualsiasi compagnia monetaria finanziaria è in grado di acquistare i titoli di stato di un paese significa che ha voce nel comandare quel paese. Le organizzazioni criminali del nostro Paese hanno nelle mani paesi come Messico, Colombia, Bolivia, Ecuador, Argentina, Uruguay dai quali fanno passare tonnellate di droga senza che i governi 'vedano niente', al massimo arrestano qualche capo militare”. “In sostanza questo flusso gigantesco di denaro non si sa dove va a finire” prosegue il direttore di Antimafia Duemila spiegando che in qualche indagine si è scoperto che gli stessi canali di flussi finanziari che girano per il mondo delle organizzazioni criminali che soprattutto producono e vendono droga la mafia italiana possiede milioni di ettari in Colombia, Bolivia ecc), sono gli stessi canali utilizzati dalle organizzazioni terroristiche, le stesse banche, le stesse finanziarie, gli stessi broker. “Quindi – secondo Bongiovanni - se il denaro che l'Arabia Saudita ipoteticamente ha finanziato alle organizzazioni terroristiche del fantomatico ISIS passa nei circuiti delle banche occidentali, e quelle banche, quei broker sono gli stessi usati dalle organizzazioni criminali mafiose ci deve essere un motivo. È stato fatto un calcolo dal giornale IL SOLE 24 ore in un bellissimo articolo di un collega dove viene spiegato che i 150 miliardi guadagnati dalle mafie ogni anno, moltiplicate per 4, 5, 6 anni sono in grado di comprare tutte le 180 compagnie italiane che sono all'interno della borsa di Milano”. “Tutto questo – aggiunge - significa che l'Italia avrà un ruolo fondamentale se ci sarà una guerra, perché è in possesso di una grande quantità di denaro utile a far circolare armi e tutto ciò che potrebbe servire alla CIA, agli USA per operazioni illegali”. Ma l'Italia come la figura del “Tao” presenta anche un lato chiaro che si oppone a quello scuro con la stessa forza e con la stessa pericolosità. “In Italia non è accaduto ciò che è accaduto in Francia perché in Italia non è facile per i servizi segreti imporre il segreto militare nonostante sia un paese mafioso e corrotto- afferma Bongiovanni - Quando andate a dare il vostro voto guardatevi bene da coloro che vogliono riformare la magistratura, potrebbe essere fatta una riforma della magistratura si, ma non toccate la costituzione. Ancora in Italia il pubblico ministero è indipendente, questo significa che se dovessero mettere una bomba a Venezia o a Roma, il pubblico ministero di turno prenderebbe le indagini senza essere condizionato da servizi segreti o polizia in quanto la magistratura ha una sua polizia giudiziaria. Sono stati proprio i pubblici ministeri più incorruttibili a far emergere che erano presenti i servizi segreti nella strage di Bologna e che sono stati gli stessi servizi a depistare le indagini. Chi ha messo sotto processo i capi dei servizi segreti? I pubblici ministeri incorrotti. Ecco perché sono stati condannati pubblicamente a morte quei pm che oggi fanno ancora paura”.