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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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con edison una babele ad alto rischio a Rosignano PDF Stampa E-mail

Il  cosidetto “parco industriale” non funziona. Con Edison diverrebbe una babele ad alto rischio

MD ha trasmesso i motivi della propria opposizione al terminale gas di Edison a Rosignano al Ministero dell’Ambiente, chiedendo il respingimento senza appello del progetto per nocività sociale e ambientale.

Tra i numerosi motivi evidenziati , MD ha messo in particolare risalto quello dell’alto rischio di incidente industriale, con effetto domino su altri impianti Solvay esistenti: potrebbero innescarsi incidenti a catena, come in parte già avvenuti nell’ultimo decennio di “parco industriale”, dove più proprietari (Solvay, Ineos, GdF/Suez), più centri di comando e più interessi materiali convivono  in “promiscuità industriale”, come evidenziava  la stessa Arpat il 15 aprile 2009, in occasione di un’ennesima sfiaccolata dalle torce Ineos  per mancanza di vapore. Arpat proseguiva affermando che i “soggetti autonomi non offrono le necessarie garanzie in caso di perturbazioni al sistema” . Più chiara di così l’Agenzia regionale non poteva essere, ma tutti hanno fatto finta di non capire, le aziende coinvolte, ma anche Comune, Regione, ministeri . Tanto che ancora pochi mesi fa una vera raffica di sfiaccolate ha ammorbato l’aria e spaventato residenti e turisti per giorni e giorni: 27 luglio, 18, 28 e domenica 29 agosto e 1 settembre 2015.

Che cosa hanno fatto le varie aziende del “parco industriale” dal 2009 ad oggi per rendere “più armonica, condivisa e trasparente” la gestione  degli assetti produttivi, come chiedeva Arpat ? Che cosa hanno prescritto Vigili del fuoco , Prefettura, Regione, ASL, la stessa Arpat, il Comune, per costringere le aziende a mettersi in regola e in sicurezza ? Sembra proprio che nessuno abbia fatto niente, ognuno continua a portare avanti il proprio business, mentre sfiaccolate ed emissioni “ordinarie” perdurano indisturbate.

In questo quadro a dir poco preoccupante, il Consiglio comunale si balocca chiedendo la valutazione di impatto ambientale per un progetto che anche un bambino giudicherebbe pazzesco. In realtà c’è di peggio del  finto garantismo: c’è l’attesa di “compensazioni” che Edison tirerà fuori dal cappello magico, come in tutte le contrattazioni squilibrate. Prevedibilmente le “compensazioni” sarebbero peggio  del male:

-              costruzione di impianti della cosidetta linea del freddo, già proposti  nel 2005, per la produzione di gas tecnici (azoto, argon, elio) e per la surgelazione alimentare; impianti  a loro volta ad alto rischio;

-              costruzione della terza centrale elettrica turbogas, come alla Lucchini di Piombino, e come rivendicava la CGIL  INEOS già nel 2012 (Tirreno 24.6.12), più adatta al “core business” di Edison.

-              eliminare la previsione di bettoline e/o camion di GNL, che attualmente non saprebbero dove portare il gas liquefatto, non esistendo una rete di distribuzione in Italia. E che sono già nel surreale programma del rigassificatore OLT di Livorno.

Già queste “compensazioni “ cambierebbero totalmente il quadro dei consensi.

Resterebbe sullo stomaco” solo” il mancato spostamento del serbatoio di etilene, che ormai da almeno 10 anni va in sfiaccolate paurose con una frequenza preoccupante; ma abbiamo visto sopra che non interessa più di tanto a nessuno.

Medicina democratica ribadisce: non c’è VIA che tenga, il serbatoio di etilene deve essere spostato senza contropartite e il progetto GNL  va respinto in blocco.                                                    22.2.16