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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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l'arrogante giunta toscana non ha cambiato la legge 28 nel senso voluto dai promotori del referendum PDF Stampa E-mail

Dal sito stamp toscana

Sanità, si riparte con nuovo referendum e ricorso al Tar

Firenze – Stanza piena, nella sala 10 al secondo piano nella sede della Regione in via Cavour. Al tavolo, i due consiglieri di Sì Toscana Tommaso Fattori e di M5S Andrea Quartini, insieme al presidente del comitato referendario Giuseppe Ricci. In sala, loro, i comitati toscani,  protagonisti veri di questa lunga battaglia che ha visto svariati colpi di scena fino all’ultimo, ovvero al giudizio negativo da parte della commissione regionale di garanzia sull’ammissibilità del referendum. Già, il referendum: quello, come dicono Fattori e Quartini, che ha messo addosso una paura matta al Pd, che detiene il governo della Regione e che è l’artefice, solitario e maggioritario, della riforma che dovrebbe capovolgere la sanità toscana. E che, secondo, cittadini, comitati, pentastellati e Sì Toscana, porterebbe inevitabilmente alla privatizzazione completa (“molto è già stato fatto”, dice Anna Nocentini, di Rifondazione Comunista, partito che sin dai primordi ha osteggiato la rifoma Rossi-Saccardi) del servizio sanitario regionale. Con il risultato, sottolinea Monica Sgherri, Rfc, ex-consigliera regionale, anche lei al tavolo, “di sbattere fuori una buona fetta di toscani dalla sanità”. 

Sul tavolo, la questione secca: tutti d’accordo per intentare il ricorso al Tar contro l’avversa decisione della commissione di garanzia? Chi sosterrà le spese, oltre ai comitati per quanto potranno? Chi si assumerà l’onere politico di far intervenire due personaggi “simbolo
” che diventino le “facce” di questo ricorso? E insieme, come suggerisce caldamente ai comitati Fattori (“ritengo che l’esperire in contemporanea referendum e ricorso al Tar voglia dire rafforzare entrambe le azioni  e insieme rafforzare la presenza e il ruolo della volontà popolare”) e come sottolinea anche Quartini (“hanno avuto e hanno paura della gente, cercano di non far votare, di non far intervenire il popolo, con buona pace della democrazia”), insieme mettere in campo anche una nuova raccolta firme per il nuovo referendum.

L’assemblea, seppur sostanzialmente favorevole al “doppio binario”, prima del voto un po’ si sfilaccia, valuta, qualcuno propone anche strade alternative alle “carte bollate” (ad esempio, rifiutarsi di pagare il ticket), qualcun altro solleva il problema della coerenza: come si fa a dire da un lato che la Regione ha scippato il referendum e dall’altro riproporne uno nuovo? Ancora, da Nocentini, Rfc, giunge una domanda, sulla questione stavolta del ricorso al Tar: e se si dovesse perdere, il ricorso, quali sarebbero le conseguenze? … Per quanto riguarda il quesito referendario invece, questa volta la richiesta dovrebbe fare perno  su un quesito messo giù secco e duro proprio sull’articolo chiave di volta del sistema Rossi-Saccardi, vale a dire quello che riguarda la sperimentazione delle convenzioni (con i privati). “Se lo facessero, dovrebbero anche motivarlo, e vorrei vedere come” dice Ricci, sull’ipotesi di un rigetto. Ma perché proprio quell’articolo, il 32 della legge 84? Lo dice a chiare lettere Ricci, “quell’articolo è il grimaldello per la prima grande vera possibilità di privatizzare  la sanità in Toscana”.

In campo, anche il ruolo dei banchini della salute, vale a dire i banchini che fungeranno da raccolta firme (per il nuovo referendum) da punti di informazione e da riferimento per la colletta per le spese necessarie per il ricorso al Tar. Danno la loro disponibilità per sostenere entrambe le azioni sia Usb (Unione sindacale di base), sia Fsi (Federazione sindacati indipendenti)

Chiuso il dibattito, e specificato che Sì Toscana e M5S presteranno un aiuto economico e si impegnano anche a “trovare” le facce “simbolo” della politica italiana per quella che entrambi ritengono una “battaglia per la democrazia”, il voto, che avviene per alzata di mano, è rapido: per il referendum tutti favorevoli meno uno, per il ricorso al Tar unanimità. Segue un breve dibattito sulle modalità per portare avanti le due iniziative, e Ricci accenna alla possibilità di mettere in piedi un’associazione rappresentativa della rete dei comitati.

 

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Sanità, si riparte con nuovo referendum e ricorso al Tar Cronaca

sanità referendum

Firenze – Stanza piena, nella sala 10 al secondo piano nella sede della Regione in via Cavour. Al tavolo, i due consiglieri di Sì Toscana Tommaso Fattori e di M5S Andrea Quartini, insieme al presidente del comitato referendario Giuseppe Ricci. In sala, loro, i comitati toscani,  protagonisti veri di questa lunga battaglia che ha visto svariati colpi di scena fino all’ultimo, ovvero al giudizio negativo da parte della commissione regionale di garanzia sull’ammissibilità del referendum. Già, il referendum: quello, come dicono Fattori e Quartini, che ha messo addosso una paura matta al Pd, che detiene il governo della Regione e che è l’artefice, solitario e maggioritario, della riforma che dovrebbe capovolgere la sanità toscana. E che, secondo, cittadini, comitati, pentastellati e Sì Toscana, porterebbe inevitabilmente alla privatizzazione completa (“molto è già stato fatto”, dice Anna Nocentini, di Rifondazione Comunista, partito che sin dai primordi ha osteggiato la rifoma Rossi-Saccardi) del servizio sanitario regionale. Con il risultato, sottolinea Monica Sgherri, Rfc, ex-consigliera regionale, anche lei al tavolo, “di sbattere fuori una buona fetta di toscani dalla sanità”.

Sul tavolo, la questione secca: tutti d’accordo per intentare il ricorso al Tar contro l’avversa decisione della commissione di garanzia? Chi sosterrà le spese, oltre ai comitati per quanto potranno? Chi si assumerà l’onere politico di far intervenire due personaggi “simbolo
” che diventino le “facce” di questo ricorso? E insieme, come suggerisce caldamente ai comitati Fattori (“ritengo che l’esperire in contemporanea referendum e ricorso al Tar voglia dire rafforzare entrambe le azioni  e insieme rafforzare la presenza e il ruolo della volontà popolare”) e come sottolinea anche Quartini (“hanno avuto e hanno paura della gente, cercano di non far votare, di non far intervenire il popolo, con buona pace della democrazia”), insieme mettere in campo anche una nuova raccolta firme per il nuovo referendum.

fattori ricci quartiniL’assemblea, seppur sostanzialmente favorevole al “doppio binario”, prima del voto un po’ si sfilaccia, valuta, qualcuno propone anche strade alternative alle “carte bollate” (ad esempio, rifiutarsi di pagare il ticket), qualcun altro solleva il problema della coerenza: come si fa a dire da un lato che la Regione ha scippato il referendum e dall’altro riproporne uno nuovo? Ancora, da Nocentini, Rfc, giunge una domanda, sulla questione stavolta del ricorso al Tar: e se si dovesse perdere, il ricorso, quali sarebbero le conseguenze? … Per quanto riguarda il quesito referendario invece, questa volta la richiesta dovrebbe fare perno  su un quesito messo giù secco e duro proprio sull’articolo chiave di volta del sistema Rossi-Saccardi, vale a dire quello che riguarda la sperimentazione delle convenzioni (con i privati). “Se lo facessero, dovrebbero anche motivarlo, e vorrei vedere come” dice Ricci, sull’ipotesi di un rigetto. Ma perché proprio quell’articolo, il 32 della legge 84? Lo dice a chiare lettere Ricci, “quell’articolo è il grimaldello per la prima grande vera possibilità di privatizzare  la sanità in Toscana”.

In campo, anche il ruolo dei banchini della salute, vale a dire i banchini che fungeranno da raccolta firme (per il nuovo referendum) da punti di informazione e da riferimento per la colletta per le spese necessarie per il ricorso al Tar. Danno la loro disponibilità per sostenere entrambe le azioni sia Usb (Unione sindacale di base), sia Fsi (Federazione sindacati indipendenti)

Chiuso il dibattito, e specificato che Sì Toscana e M5S presteranno un aiuto economico e si impegnano anche a “trovare” le facce “simbolo” della politica italiana per quella che entrambi ritengono una “battaglia per la democrazia”, il voto, che avviene per alzata di mano, è rapido: per il referendum tutti favorevoli meno uno, per il ricorso al Tar unanimità. Segue un breve dibattito sulle modalità per portare avanti le due iniziative, e Ricci accenna alla possibilità di mettere in piedi un’associazione rappresentativa della rete dei comitati.

 

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Sanità, si riparte con nuovo referendum e ricorso al Tar Cronaca

sanità referendum

Firenze – Stanza piena, nella sala 10 al secondo piano nella sede della Regione in via Cavour. Al tavolo, i due consiglieri di Sì Toscana Tommaso Fattori e di M5S Andrea Quartini, insieme al presidente del comitato referendario Giuseppe Ricci. In sala, loro, i comitati toscani,  protagonisti veri di questa lunga battaglia che ha visto svariati colpi di scena fino all’ultimo, ovvero al giudizio negativo da parte della commissione regionale di garanzia sull’ammissibilità del referendum. Già, il referendum: quello, come dicono Fattori e Quartini, che ha messo addosso una paura matta al Pd, che detiene il governo della Regione e che è l’artefice, solitario e maggioritario, della riforma che dovrebbe capovolgere la sanità toscana. E che, secondo, cittadini, comitati, pentastellati e Sì Toscana, porterebbe inevitabilmente alla privatizzazione completa (“molto è già stato fatto”, dice Anna Nocentini, di Rifondazione Comunista, partito che sin dai primordi ha osteggiato la rifoma Rossi-Saccardi) del servizio sanitario regionale. Con il risultato, sottolinea Monica Sgherri, Rfc, ex-consigliera regionale, anche lei al tavolo, “di sbattere fuori una buona fetta di toscani dalla sanità”.

Sul tavolo, la questione secca: tutti d’accordo per intentare il ricorso al Tar contro l’avversa decisione della commissione di garanzia? Chi sosterrà le spese, oltre ai comitati per quanto potranno? Chi si assumerà l’onere politico di far intervenire due personaggi “simbolo
” che diventino le “facce” di questo ricorso? E insieme, come suggerisce caldamente ai comitati Fattori (“ritengo che l’esperire in contemporanea referendum e ricorso al Tar voglia dire rafforzare entrambe le azioni  e insieme rafforzare la presenza e il ruolo della volontà popolare”) e come sottolinea anche Quartini (“hanno avuto e hanno paura della gente, cercano di non far votare, di non far intervenire il popolo, con buona pace della democrazia”), insieme mettere in campo anche una nuova raccolta firme per il nuovo referendum.

fattori ricci quartiniL’assemblea, seppur sostanzialmente favorevole al “doppio binario”, prima del voto un po’ si sfilaccia, valuta, qualcuno propone anche strade alternative alle “carte bollate” (ad esempio, rifiutarsi di pagare il ticket), qualcun altro solleva il problema della coerenza: come si fa a dire da un lato che la Regione ha scippato il referendum e dall’altro riproporne uno nuovo? Ancora, da Nocentini, Rfc, giunge una domanda, sulla questione stavolta del ricorso al Tar: e se si dovesse perdere, il ricorso, quali sarebbero le conseguenze? … Per quanto riguarda il quesito referendario invece, questa volta la richiesta dovrebbe fare perno  su un quesito messo giù secco e duro proprio sull’articolo chiave di volta del sistema Rossi-Saccardi, vale a dire quello che riguarda la sperimentazione delle convenzioni (con i privati). “Se lo facessero, dovrebbero anche motivarlo, e vorrei vedere come” dice Ricci, sull’ipotesi di un rigetto. Ma perché proprio quell’articolo, il 32 della legge 84? Lo dice a chiare lettere Ricci, “quell’articolo è il grimaldello per la prima grande vera possibilità di privatizzare  la sanità in Toscana”.

In campo, anche il ruolo dei banchini della salute, vale a dire i banchini che fungeranno da raccolta firme (per il nuovo referendum) da punti di informazione e da riferimento per la colletta per le spese necessarie per il ricorso al Tar. Danno la loro disponibilità per sostenere entrambe le azioni sia Usb (Unione sindacale di base), sia Fsi (Federazione sindacati indipendenti)

Chiuso il dibattito, e specificato che Sì Toscana e M5S presteranno un aiuto economico e si impegnano anche a “trovare” le facce “simbolo” della politica italiana per quella che entrambi ritengono una “battaglia per la democrazia”, il voto, che avviene per alzata di mano, è rapido: per il referendum tutti favorevoli meno uno, per il ricorso al Tar unanimità. Segue un breve dibattito sulle modalità per portare avanti le due iniziative, e Ricci accenna alla possibilità di mettere in piedi un’associazione rappresentativa della rete dei comitati.

 

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