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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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Toscana, fogne nei fiumi per altri sei anni PDF Stampa E-mail

MEDICINA DEMOCRATICA movimento di lotta per la salute

Fognature, scempio in Regione ai danni della salute e dell’acqua pubblica

Con i voti favorevoli del PD  e i voti contrari di SI  e della destra il Consiglio regionale  ha approvato la legge che rimanda al 2021  (6 anni) la messa a norma degli scarichi di fognature nei corsi d’acqua e in mare.

Come si sa (mai abbastanza) solo un terzo  dei  4500 scarichi di fognature dei  gestori  toscani  (Publiacqua, ASA, Acque spa, ecc) va ai depuratori e solo una parte esigua ha le necessarie  autorizzazioni  allo scarico.

Nei circa 14 anni passati i gestori hanno potuto  inquinare fiumi laghi e mare senza alcuna sanzione. Con la legge approvata il 19 gennaio il Consiglio regionale con un colpo di spugna  autorizza il prolungamento per altri 6 anni di questo scempio, oltretutto senza una conoscenza precisa del numero di scarichi che necessita ancora di autorizzazione  e senza sapere se i limiti  di inquinanti, previsti dalla legge, siano rispettati.

La motivazione  dell’apertura  ai privati  del servizio idrico integrato (SII) si basava sulla necessità  di investimenti  sulla rete idrica obsoleta e sugli impianti di depurazione dei reflui :  soltanto il privato – si diceva -  sarebbe stato  in grado di trovare le risorse finanziare necessarie. Oggi vediamo come MPS, Suez, IREN ed altri privati abbiamo investito per la bonifica della rete idrica toscana: quasi zero.

Comunque, quel poco che è stato investito proviene dalle bollette dei cittadini, ma il grosso è ancora da fare: le perdite in rete sono aumentate, con tubature vecchie e piene di amianto;  e nonostante si sostenga che molteplici siano stati gli investimenti sulla depurazione, i dati sulle nostre acque dimostrano che non hanno funzionato.  Infatti l’ARPAT nel monitoraggio delle acque superficiali destinate ad uso potabile rileva un forte deterioramento della loro qualità nel triennio 2012/2014, tanto che  i punti di prelievo si concentrano al 90 % nella classe peggiore di qualità (A3 e sub A3).

Le multe sulla depurazione che ci infliggerà l’Unione Europea  non saranno pagate dai gestori che non hanno effettuato gli investimenti programmati e necessari, ma verranno pagate dai cittadini sulle bollette, e questo nonostante i cospicui profitti che si sono spartiti sia i soci privati che i Comuni soci nelle gestioni, invece di utilizzare queste risorse per mettere a norma gi scarichi.

Oltre il danno, anche la beffa:  a molti utenti è addebitata in bolletta  la progettazione e la realizzazione di impianti di depurazione e questo con una retroattività di cinque anni (legge 13). Quindi molti cittadini toscani allacciati a scarichi non autorizzati si trovano a pagare anche il 71% della quota depurazione, che spesso non esiste. Ma è lecito richiedere  il pagamento di  un servizio per il quale non si è autorizzati o non si rende ? I cittadini devono organizzarsi  per richiedere indietro i soldi che sono stati loro estorti  con l’inganno.

22.1.16

Per il Coordinamento toscano  MD   Maurizio Marchi    David Mattacchioni