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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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via la chimica dai campi e dal cibo ! PDF Stampa E-mail

MEDICINA DEMOCRATICA

Movimento di lotta per la salute – coordinamento toscano

Alla Giunta regionale Toscana

Oggetto: Richiesta di una politica per la dechimicizzazione dell’agricoltura toscana, per l’ottenimento di fondi europei finalizzati alla conversione biologica, per la bonifica e la salvaguardia delle acque e del cibo, per l’occupazione.

Facendo seguito alla nostra diffida del 6.7.15, sotto riportata, limitata alla richiesta di “vietare effettivamente l’uso del diserbante glifosate in toscana”,  rispondeva indirettamente sul sito Arpat “l'Assessore alla Sanità della Giunta regionale della Toscana, Stefania Saccardi, rispondendo ad una interrogazione consiliare, ha sancito il divieto del diserbante glifosate nelle aree extra agricole, impegnandosi a produrre indicazioni alle ASL in tal senso” il 21.7.15,

visto che

-          Gli indicatori ambientali presentati dall'ISPRA  (Rapporto nazionale pesticidi nelle acque, Edizione 208/2014) dimostrano un continuo incremento dei residui di pesticidi e loro metaboliti nelle acque superficiali e profonde, segnalando un risultato agroambientale addirittura "negativo" ,

-          visto altresì che nel “Monitoraggio delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, risultati triennio 2012-2014” di Arpat, pubblicato nel maggio scorso, risulta che ben il 90,1 % di dette acque in Toscana è nelle categorie peggiori A3 e sub A3, e che “L’erbicida glifosate, per quanto ricercato in un numero limitato di campioni a causa della complessità del metodo di analisi, è stato rilevato in una percentuale elevata di analisi, anche superiori a 1 microgrammi/litro”, oltre a tutta una serie di metalli pesanti,metalloidi  e altri pesticidi, ecc.

con la presente si chiede

1-      Di vietare il glifosate anche e soprattutto sulle aree agricole, evidentemente le più estese,

2-      Non concedere deroghe ad aziende (FS, Soc. Autostrade, ecc) sull’uso del glifosate, tramite autorizzazioni ASL, come invece sta avvenendo;

3-      Di vietare glifosate e altri pesticidi tossici in parchi pubblici, come invece risulta sia stato recentemente usato addirittura nel “Giardino di Boboli” nel cuore di Firenze,

4-      Di inserire nel Piano di sviluppo rurale 2014-2020 la conversione dell’agricoltura chimicizzata ad agricoltura biologica e/o biodinamica,

5-      L'Agricoltura Biologica è  obiettivo prioritario della Direttiva UE sull'Uso sostenibile degli agrofarmaci e suo recepimento nazionale (D. lgs. 150/2012)

6-      Su questa base, chiedere all’UE finanziamenti europei – disponibili in cospicua quantità -  ai fini della bonifica del territorio, delle acque e del cibo, del rilancio dell’occupazione giovanile.

7-      di non approvare misure agro-climatico-ambientali inerenti presunti disciplinari e norme di agricoltura integrata cosiddetta "rafforzata", in realtà ampiamente indebolita.

8-      Si ricorda che  i regolamenti Europei sui PSR Regionali prevedono

l’assistenza tecnica indipendente effettuata da Tecnici iscritti agli albi professionali (1.500 € ad azienda all'anno)   obbligatoria , in particolare per l'agricoltura biologica

- L'informazione a tutti gli agricoltori e ai cittadini sui finanziamenti previsti per l'agricoltura biologica;

- la formazione dei Tecnici indipendenti (200.000 € all'anno minimo per Regione) obbligatoria; - il rimborso delle spese di certificazione biologica (3.000 € ad azienda all'anno, a fronte della spesa media di certificazione biologica attuale di circa 600 € /azienda). Fondi che è necessario utilizzare appieno, evitando il pagamento degli enti di certificazione da parte delle aziende biologiche certificate (Conflitto di interessi) e impostando un serio sistema di certificazione biologica, basato su almeno 6 visite ispettive di campo all'anno, stima delle produzioni da parte del tecnico e analisi dei residui chimici, con emissione dei certificati da Parte delle Regioni e ispezioni affidate ad enti privati di controllo. Tutto ciò in relazione ai sempre più frequenti scandali nel settore Biologico, il cui sistema di controllo è largamente insufficiente, laddove l'Italia ha già perso enormi risorse nei PSR 2007-2013, non utilizzate.

- i programmi di innovazione agroeco-biologica (fino a 500.000 € a progetto di innovazione tra più aziende con la consulenza di esperti e università),

- la promozione commerciale dei prodotti alimentari Bio-Italiani con Istituzione di BIO-REGIONI ed AGRO-ECO-CITY a filiera corta

-  500 € a Unità Bovina adulta, per il Benessere animale in caso di allevamenti biologici,

- la copertura del 65% del prezzo delle polizze assicurative multirischio,  con inclusione delle avversità  fitosanitarie delle Piante, se curate con mezzi biologici  per i benefici ambientali conseguenti.

- Finanziamenti prioritari alle aziende biologiche per gli impianti di trasformazione e vendita diretta;

- 70.000 € per ogni nuovo giovane imprenditore agricolo dai 16 ai 40 anni, a fondo perduto per investimenti , con priorità per i coltivatori biologici;

- Obbligo di agricoltura e zootecnia biologica nelle aree parco e di particolare pregio ambientale (Aree Natura 2000);

9- Contributi PAC di Sostegno al Reddito.

Nel cosiddetto contributo aggiuntivo detto "Greening" (impegno addizionale per ottenere un maggior Sostegno al reddito), dev'essere inserito:

- l'obbligo di aree di rispetto e di sicurezza  al fine di garantire l'azzeramento della deriva di pesticidi , come stabilito da numerose sentenze passate in giudicato, verso i confinanti (con un minimo  di almeno  100 metri, rispetto al minimo di legge attuale di 50 metri, stabilito dai TAR, quale obbligo di condizionalità). In tale area di confine si dovranno utilizzare solo tecniche biologiche di difesa e controllo infestanti .

- il Divieto Totale dei Disseccanti agricoli, in attesa del loro bando totale in quanto pericolosissimi per la salute, persistenti nelle acque e agronomicamente inutili, oltrechè distruttori dell'humus e dell'equilibrio idrogeologico territoriale e del paesaggio (colore arancio), in riferimento agli obblighi di condizionalità, riferiti alla Difesa Integrata obbligatoria in tutta Italia.

Contando su un accoglimento delle richieste avanzate, si resta in attesa di esaurienti risposte e si porgono distinti saluti.

Per il Coordinamento toscano di MD Marchi Garetti Bardelli Pecori Mattacchioni, con la consulenza dell’agroecologo Giuseppe Altieri

Comunicazioni a Maurizio Marchi via Cavour 14  57013 Rosignano Solvay

5.12.15

 

Allegati

MEDICINA DEMOCRATICA

Coordinamento toscano

AL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE TOSCANA

Ai capigruppo in Consiglio regionale

OGGETTO: DIFFIDA AL FINE DI VIETARE EFFETTIVAMENTE L’USO DEL DISERBANTE GLIFOSATE IN TOSCANA.

Vista la legge regionale 36/99 che “disciplina  l’impiego   dei   prodotti fitosanitari ad  azione diserbante e/o geodisinfestante per scopi non  agricoli e disciplina  altresì le procedure per l’impiego dei diserbanti e geodisinfestanti  in  agricoltura”, all’ALLEGATO 2 punto 5 recita: “ Non   possono  essere   utilizzati  i  prodotti  fitosanitari classificati  dall’Agenzia  Internazionale  per  la  Ricerca  sul Cancro (IARC) di Lione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) come sostanze cancerogene nel gruppo 1, 2 (2a, 2b)”.

Visto che lo Iarc ha recentemente ufficializzato che il glifosate è un cancerogeno di classe 2a ;

Visto altresì che detto erbicida continua ad essere usato in Toscana, sia in agricoltura, sia lungo strade, parchi pubblici e giardini, e che in Toscana (dati 2012) il glifosate è la sostanza attiva più venduta dopo lo zolfo: oltre 100 tonnellate, NONOSTANTE LA LEGGE 36/99;

uno studio pilota (articolo del Prof. Giuseppe Altieri – Studio AGERNOVA -) dimostra l’accumulo di glifosate  nei corpi umani e nel  latte materno;

visto altresì che nel “Monitoraggio delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, risultati triennio 2012-2014” di Arpat, pubblicato nel maggio scorso, risulta che ben il 90,1 % di dette acque in Toscana è nelle categorie peggiori A3 e sub A3, e che “L’erbicida glifosate, per quanto ricercato in un numero limitato di campioni a causa della complessità del metodo di analisi, è stato rilevato in una percentuale elevata di analisi, anche superiori a 1 microgrammi/litro”, oltre a tutta una serie di metalli pesanti,metalloidi  e altri pesticidi, ecc.

visto tutto quanto sopra, si intima e si diffida la Giunta regionale

dal rinviare l’emissione di ordinanze urgenti e cogenti verso le ASL,  volte a vietare effettivamente l’impiego del glifosate, e affinchè si attivino per un monitoraggio costante ed approfondito dell’acqua, fino al divieto di fornitura da parte dei gestori del SII, sia di consumo di acqua inquinata da parte degli utenti. La stessa sollecitazione va rivolta ai sindaci affinchè allertino la popolazione amministrata, a mezzo ordinanze, i quali spingano i gestori a seri interventi di bonifica e prevenzione, a cominciare dal divieto dell’uso del glifosate, che i sindaci possono imporre.

In mancanza di misure tempestive e risolutive, questa associazione di difesa della salute sarà costretta a ricorrere alla Magistratura contro codesta Giunta.

6.7.15

Per il Coordinamento toscano di MD Marchi Garetti Bardelli Pecori

Comunicazioni a Maurizio Marchi via Cavour 14  57013 Rosignano Solvay

Sito arpat

Vietato in Toscana il glifosate per usi extra-agricoli

21/07/2015 08:00

In Toscana, dati 2012, questa è la sostanza attiva più venduta per uso agricolo dopo lo zolfo, con oltre 100 tonnellate

L'Assessore alla Sanità della Giunta regionale della Toscana, Stefania Saccardi, rispondendo ad una interrogazione consiliare, ha sancito il divieto del diserbante glifosate nelle aree extra agricole, impegnandosi a produrre indicazioni alle ASL in tal senso.

Applicando, in questo modo, la legge regionale n.36/1999, che disciplina l'impiego dei prodotti fitosanitari ad azione diserbante per scopi non agricoli, consentendo il solo impiego di prodotti non appartenenti alle classi molto tossici, tossici e nocivi.

La decisione fa seguito alla decisione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che ha dichiarato questa sostanza come "probabile cancerogena per l'uomo", classificandola "2A"..

In Toscana, dati 2012, questa è la sostanza attiva più venduta per uso agricolo dopo lo zolfo, con oltre 100 tonnellate.

Nonostante la complessità delle analisi che richiede la determinazione del glifosate, la Toscana è una delle poche realtà in cui questa sostanza è ricercata nelle acque. Infatti ARPAT, nell'ambito delle attività di monitoraggio della qualità delle acque l'ha rilevata, individuandola in più del 60% dei campioni analizzati per questa sostanza, e le concentrazioni rilevate nelle acque superficiali sono risultate talvolta particolarmente elevate (fino a 2 μg/L).