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La sinistra è finita in discarica?

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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TUBI D'AMIANTO, A LIVORNO NON SEMBRA UN PROBLEMA PDF Stampa E-mail

La giunta m5s di livorno non vuole cambiare i tubi d'amianto ? E' l'impressione che ho ricavato dalla Commissione di ieri pomeriggio in comune di Livorno, sorprendente ? forse no. Vi allego la mia relazione, grazie al consigliere Marco Valiani per aver invitato MD a presentarla (condivisa con due medici di Firenze e con David Mattacchioni, promotori con me della campagna in Toscana). Il dott. Silvestri di ISPO (invitato dalla giunta) mi è sembrato un minimizzatore, ma piuttosto  bravo. Nessuno ha ripreso la mia proposta che sia il Comune di Livorno (Maggiore azionista di ASA ...) a farsi promotore del  cambio dei tubi: in percentuale chilometrica è l'azienda che ha più Km di tubi in cemento amianto della Toscana, il 14,70 %. La città di Livorno ne ha oltre il 35 %, seconda in Toscana solo a Pisa.

 

Medicina democratica

Movimento di lotta per la salute – sezione di Livorno

 

Anche una sola fibra di amianto ingerita può provocare il cancro. Nessun limite è cautelativo. Applicare il principio di precauzione. Sostituire tutte le tubazioni.

Lorenzo Tomatis (direttore di IARC dal 1982 al 1993, militante di MD) nell’articolo scientifico “Le cause ambientali del cancro” conclude “Viene cosi’ ad essere ulteriormente confermato quanto  affermato nella monografia dell’IARC del 1977, che non e’ possibile stabilire un livello di esposizione all’amianto che possa essere considerato privo di rischio oncogeno o innocuo.”

In altre parole: “Non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell'aria non sia pericolosa: teoricamente l'inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma ed altre patologie mortali, tuttavia un'esposizione prolungata nel tempo o ad elevate quantità aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarle”. http://www.unito.it/sites/default/files/info_amianto_asbesto.pdf

Quanto valgono i limiti stabiliti per i cancerogeni dalle Autorità ? Niente.

Nel BUR del 30.3.10 la  deliberazione Giunta Regionale 344 “approvazione criteri direttivi per il contenimento delle emissioni in atmosfera delle centrali geotermoelettriche”, pag. 39 recita: “Relativamente ai valori di emissione è da premettere che tali valori non costituiscono riferimenti per la tutela sanitaria, ma sono limiti tecnologici stabiliti sulla base delle “migliori tecniche disponibili” e in relazione alle caratteristiche dei fluidi utilizzati.”

Questo per dire quanto valgano i limiti di legge stabiliti per gli inquinanti: niente.

Inoltre, c’è da considerare il SINERGISMO TOSSICOLOGICO

In tossicologia, un inquinante più un inquinante non fanno due inquinanti, ma magari 10 o 100: c’è in altre parole un effetto moltiplicatore, concetto che si ritrova in moltissimi lavori scientifici.

Ma non solo nell’aria

Le problematiche scientifico-sanitarie

correlate all'amianto: l'attività

dell'Istituto Superiore di Sanità

negli anni 1980-2012  Quaderno n. 9


“ Ma l’aria non è l’unico veicolo di diffusione

dell’amianto: le acque in generale, e quelle distribuite per uso

potabile in particolare, possono anch’esse essere contaminate da fibre

di amianto. Tale contaminazione può essere causata dalla presenza di

giacimenti naturali in prossimità delle sorgenti o delle falde acquifere,

dall’utilizzazione di tubature in cemento-amianto per l’adduzione

delle acque e dalla presenza di discariche di amianto, o materiali che

lo contengono, in corrispondenza di falde o bacini idrici superficiali.

L’uso delle condutture in cemento-amianto per l’adduzione delle

acque potabili è estremamente diffuso sul territorio italiano; poiché

in media il contenuto in amianto di tali manufatti si aggira intorno

al 15-20% (in genere crisotilo, ma per le condutture di maggiori

dimensioni anche crocidolite in percentuali tra il 2% ed il 4%), essi

possono rappresentare una sorgente non trascurabile di amianto. Dati presenti in letteratura dimostrano, infatti, come acque con elevato indice di aggressività producano una continua erosione superficiale delle condotte, con conseguente cessione di fibre e contaminazione delle acque stesse che può raggiungere anche valori di 1010 fibre/litro.

Tra gli effetti di tale contaminazione è stato descritto un significativo

aumento della concentrazione di fibre di amianto aerodisperse in

abitazioni servite da acque potabili contaminate.”

 

Non si capisce perché la legge 257/2006 fissi  un limite di 0,1 fibre per centimetro cubo di aria http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/06257dl.htm , (art. 59 decies) e non fissi alcun limite di fibre nell’acqua potabile, e ci si appoggi tutt’al più alla legge statunitense che fissa un limite di salvaguardia per la salute a 7 milioni di fibre per litro.

Tra 0,1 fibre al cmc (cioè 100 ff/litro) e 7 milioni ce ne corre. La spiegazione non credo si possa trovare in considerazioni sanitarie, ma solo in considerazioni economiche: quanto costa sostituire le tubazioni d’amianto ??

Questione che non mi interessa in questa sede.

 

D’altronde il Direttore di AIT Alessandro Mazzei dichiarava il 21.12.14: "L'Autorità Idrica Toscana informa che non ci saranno aumenti in bolletta per affrontare lavori di sostituzione delle reti in cemento-amianto [...]. Ogni intervento futuro in questo ambito rientrerà nel piano degli investimenti già previsti e concordati con i gestori del servizio idrico integrato [...]" http://www.nove.firenze.it/amianto-e-acqua-colpo-di-scena-la-regione-toscana-chiede-aiuto-al-governo.htm

Soprattutto  va ricordato che il Decreto del Ministero della sanità  del 14.5.1996, allegato 3 afferma:“In proposito si richiama l'attenzione delle Competenti Amministrazioni sulla esigenza di  programmare  in  tempi  rapidi la  progressiva    e  sistematica eliminazione  delle tubazioni e dei cassoni di deposito di acque, via via che lo stato di manutenzione degli stessi e le circostanze legate ai  vari  interventi  da  effettuarsi  diano  l'occasione  per   tale dismissione.” http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1996/10/25/096A6000/sg

Tornando alle questioni di difesa della salute

MD ribadisce: Sostituire tutte le tubazioni di amianto. Tumori da ingestione di amianto, nuove conferme dall’Istituto superiore di sanità.

Dopo le denunce di MD sull’amianto nelle tubazioni  di acqua “potabile”, la Regione Toscana si appresta a “normare” la presenza di amianto nell’acqua. Cioè a fissare dei limiti, che ovviamente si dimostreranno “rispettati” dai gestori dell’acqua: per MD non c’è limite accettabile per una sostanza fortemente cancerogena come l’amianto ingerito, con tumori documentati  alla prostata,  all’ovaio, al peritoneo, al pericardio, al testicolo, come conferma l’Istituto Superiore di Sanità. http://www.iss.it/pres/?lang=1&id=1459&tipo=6

Sono state prese in considerazione – da ISS e da IARC –  le malattie che la letteratura scientifica indica associate all’esposizione all’amianto: mesotelioma della pleura, del peritoneo, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo, tumore maligno della laringe, di trachea, bronchi e polmoni, e ovaio, e pneumoconiosi. Sono stati analizzati i dati disponibili nelle basi di dati dell’Ufficio di Statistica dell’ISS per quanto riguarda la mortalità e l’ospedalizzazione.

Parlamento europeo

Inoltre fin dal 30 gennaio 2013 il Parlamento europeo relaziona che: “anche diversi tipi di tumori causati non soltanto dall’inalazione di fibre trasportate nell’aria, ma anche dall’ingestione di acqua contenente tali fibre, proveniente da tubature in amianto – sono stati riconosciuti come un rischio per la salute e possono manifestarsi addirittura dopo alcuni decenni” (articolo  37 della Relazione 30.1.13) http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+REPORT+A7-2013-0025+0+DOC+XML+V0//IT

Infine, come sostenuto  ripetutamente  dal  Prof. Giancarlo Ugazio (ex patologo ambientale dell’Università di Torino) nella sua pubblicazione “La triade interattiva del mondo inquinato contro la salute”,( Aracne Editore), le fibrille d’amianto sono dannose alla salute umana, sia se inalate, sia se ingerite , richiamandosi alle numerose ricerche del  patologo giapponese Omura, fin dal 2006.

La Regione Toscana, mentre si appresta a “normare” la presenza di amianto nell’acqua potabile, impegni l’AIT e i gestori del Servizio Idrico Integrato a sostituire le vecchie tubazioni di cemento amianto in tempi strettissimi: una grande opera da compiere subito.

Note: Ugazio – Omura

Ugazio Omura :“Molto importante è la constatazione che le fibrille del minerale possono entrare nell’organismo non solo attraverso l’apparato respiratorio (inalate), ma anche per via gastro-intestinale (ingerite con i cibi o col potus), oppure attraverso le mucose di organi raggiunti dall’acqua potabile inquinata da asbesto quando fosse distribuita da reti idriche fatte da tubazioni di Eternit, sia a seguito delle più comuni pratiche igieniche, sia da chi indossasse biancheria intima lavata con questo tipo di acqua potabile (Omura, 2006).

Sia le fibrille d’asbesto inalate sia quelle ingerite oltrepassano facilmente, soprattutto quelle di lunghezza inferiore a 10.000 nanometri ( 10 μm), le barriere naturali dell’organismo, la mucosa delle prime vie aeree e quella dell’apparato gastroenterico, rispettivamente. In seguito, entrano nel circolo ematico e, in talune circostanze, in quello linfatico. Attraverso questi compartimenti, possono diffondersi e localizzarsi in tutti i tessuti dell’organismo.

Infatti, dovunque il circolo capillare periferico fornisca ai tessuti l’ossigeno e gli altri metaboliti indispensabili per la vita, e li liberi dai cataboliti tossici (anidride carbonica e urea), dopo l’esposizione e l’assorbimento delle fibrille d’asbesto, può portar loro anche il minerale cancerogeno, dappertutto.

La distribuzione ubiquitaria delle fibrille d’asbesto tra tutti i compartimenti dell’organismo trova una chiara conferma dal quadro generale della localizzazione nella maggior parte degli organi del corpo umano della presenza dei corpuscoli dell’asbesto come reperto autoptico nei tessuti di lavoratori esposti e defunti (Rom, 1983; Ugazio, 2012). Il reperto di queste formazioni microscopiche è testimonianza di una prima tappa della risposta flogistica (di tipo cronico, fibrotico, non acuto, purulento) dei tessuti contro le fibrille che, ab initio, si comportano essenzialmente come microscopici corpi estranei. D’altra parte, la letteratura scientifica ha riportato un’evidente localizzazione preferenziale di lato delle fibrille d’asbesto nell’emisfero cerebrale corrispondente all’esposizione diretta del soggetto al muro di un ufficio impregnato del minerale, piuttosto che al lato opposto, esposto ad una  finestra che forniva  l’illuminazione diurna del locale (Omura, 2006).  Una valutazione critica delle due circostanze permetterebbe di considerare che non siano in contrasto, infatti, la seconda non esclude la prima anzi, dimostra che l’esposizione diretta può aggravare quel livello di assunzione basale del minerale – bilaterale – legata allo svolgimento di un’attività professionale (segretaria di studio dentistico) in un locale gravemente inquinato, e che è stata causa dell’insorgenza di morbo di Alzheimer nel paziente.

Le fibrille che eventualmente inquinassero l’acqua potabile impiegata per scopi igienici, avrebbero un loro peculiare destino perché, una volta localizzate nella cavità di organi in diretta comunicazione con l’esterno del corpo, possono spostarsi attraverso tale canalizzazione naturale verso tessuti-organi interni. Verosimilmente, questo è il caso delle microscopiche deposizioni del minerale che si localizzano nella vagina le quali, secondo recenti ricerche, provocano l’insorgenza dell’adenocarcinoma ovarico (Omura, 2006; Heller et al., 1999). Poi, riproducendo la stessa localizzazione dei corpuscoli dell’asbesto, si possono trovare le manifestazioni dell’azione cancerogena delle fibrille minerali. La letteratura scientifica riferisce che quest’azione patogena si realizza attraverso un danno della molecola del DNA del nucleo delle cellule mediante un’azione perossidativa (Voytek et al. 1990).”

27novembre 2014 di Gino Carpentiero, Gianluca Garetti,  Maurizio Marchi, David Mattacchioni (Medicina democratica Coordinamento toscano)

Infine è risibile la tesi  che le incrostazioni di calcare (un altro inquinante) nelle tubazioni prevenga il rilascio di fibre d’amianto. A titolo di esempio ricordo che il calcare usato da Solvay a Rosignano contiene acclaratamente  arsenico, cromo, cadmio, mercurio e altri inquinanti, e che il calcare in quanto tale causa calcoli renali, e pertanto  andrebbe abbattuto prima dell’immissione dell’acqua in rete.

Maurizio Marchi per Medicina democratica onlus         2