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FANGHI DI DRAGAGGIO DEL PORTO DI LIVORNO PDF Stampa E-mail

MEDICINA DEMOCRATICA

No allo smaltimento in mare dei fanghi di dragaggio. Inertizzazione in terra senza appalti milionari

 

Era il maggio 2012 quando qualcuno aveva trionfalmente parlato della possibilità di bonificare milioni di metri cubi di fanghi di dragaggio delle aree portuali con le radici di particolari piante....

Oppure di spargere i medesimi come fertilizzanti in agricoltura,  il tutto a basso costo e con la felicità delle amministrazioni locali. Sulla bonifica dei fanghi di dragaggio ne abbiamo sentite di tutti i colori in questi anni e a parte le proposte di soluzioni ridicole siamo di nuovo al punto di partenza.

Le uniche certezze sono queste: secondo l' ISPRA (Istituto superiore per la ricerca ambientale) la bonifica di un metro cubo di fanghi avrebbe un costo di circa 200 €. fanghi con all'interno sostanze pericolose ed in particolare  metalli pesanti, sostanze inquinanti, cancerogene e mutagene (composti organostannici tra cui TBT). Un affare enorme. Per questo a Livorno i luminari e gli interessati del settore si sono trovati nei giorni scorsi a discuterne in un convegno. Negli anni passati con altre normative i fanghi vennero rigettati  in mare più o meno nella zona dove è posizionato il rigassificatore della OLT.

Non è la prima volta che vengono tenuti convegni (all’oscuro dei cittadini) per trovare il modo per lucrare sulla rimozione e bonifica dei fanghi. Potrebbe anche essere stata la mancata realizzazione della discarica del Limoncino che dichiaratamente  li avrebbe dovuti  accogliere a generare questo interesse nel trovare siti e modi  presunti  “idonei”  allo smaltimento in funzione del profitto.

In sostanza i fanghi di dragaggio devono essere inertizzati in terra, senza appalti milionari,  con la piena tutela dei lavoratori addetti  alle operazioni e sotto un controllo pubblico serio.

Medicina Democratica sta notando al contrario uno  sconfortante silenzio delle autorità comunali e dell' ARPAT in merito alla gestione dei fanghi portuali e di quelli dragati nella ristrutturazione del porto e della foce dell' Incile. I cittadini hanno il diritto di sapere che fine faranno le enormi quantità dei fanghi rimossi, come saranno bonificati e dove saranno collocati. Una valutazione ambientale sarebbe il minimo dovuto. Siamo esasperati dalla mancanza di risposte funzionale solo agli interessi “tossici” di Confindustria.

27.2.15

Maurizio Marchi  e Ruggero Rognoni  per MD Livorno