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La sinistra è finita in discarica?

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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DOMANI 30 OTTOBRE PRESIDIO DI PROTESTA DAVANTI ALL'AIT PDF Stampa E-mail
  • LETTERA APERTA DEL FORUM TOSCANO DEI MOVIMENTI
  • PER L'ACQUA A TUTTI I SINDACI DELLA NOSTRA REGIONE


Egregi Sindaci,

negli ultimi mesi il Governo ha definito come uno degli obiettivi principali il favorire, o meglio l'imporre, processi di fusione e aggregazione tra aziende che gestiscono i servizi pubblici locali. In realtà, si punta a consegnare in maniera definitiva la gestione dei beni comuni ai capitali finanziari.

Intorno al piano che va dalla spending review, passa poi al decreto Sblocca Italia, arrivando alla legge di stabilità, si sta costruendo una propaganda che disegna uno scenario di ineluttabilità, utilizzando argomentazioni come la necessità di superare l'eccessiva frammentazione delle aziende, di ridurre gli sprechi e di realizzare aziende di dimensioni tali da competere sul mercato, anche globale, e di effettuare gli investimenti. In tal modo si nasconde il reale obiettivo sotteso, ovvero la privatizzazione del servizio idrico e dei servizi pubblici locali, e in particolare la finanziarizzazione degli stessi. Diretta conseguenza di un'idea, fatta propria anche da istituzioni e da diverse forze politiche, che riduce a merce, e quindi ad occasione di profitto, qualsiasi cosa. Una logica naturalmente estranea ai cittadini/e, che espropria i consigli comunali dei loro poteri e allontana le decisioni dal controllo democratico: negazione totale di quanto espresso dalla volontà popolare, tramite i referendum del giugno 2011. E in questo colpevole e nefando disconoscimento, la Toscana si distingue come prima della classe: si sta già lavorando alla fusione delle 3 Spa Publiacqua/Acque/Acquedotto del Fiora, che finiranno sotto il controllo di Acea, o meglio fagocitate dai soliti poteri finanziari, ovviamente privati. Questa è la premessa necessaria a delineare il contesto in cui si inseriscono diverse questioni che riguardano la gestione del servizio idrico integrato:

 

– l'ennesimo scandalo in merito alla restituzione delle quote di depurazione/fognatura che i gestori devono rimborsare a tutti quei cittadini che le hanno pagate in tariffa, pur non usufruendo del servizio, in base alla sentenza 335/2008 della Corte Costituzionale. Intanto, si è giocato sull'equivoco della prescrizione del diritto al rimborso poiché la restituzione doveva avvenire entro 5 anni, a carico del gestore, mentre la scadenza è stata trasferita sul termine di presentazione della domanda di rimborso, a carico dell'utente. Per non parlare poi della determinazione della data di prescrizione: in realtà i gestori l'hanno fissata secondo le loro rispettive interpretazioni delle norme, tanto che nell'ambito della stessa regione, dal 2012 sotto un' unica Autorità Idrica, si sono applicati termini, oltre a modalità, molto differenti. In generale, i gestori hanno scarsamente pubblicizzato il diritto al rimborso, alcuni lo hanno fatto solo a mezzo stampa e in prossimità della scadenza da loro individuata; non hanno aggiornato e tanto meno reso pubblici gli elenchi degli aventi diritto, e quando lo hanno fatto è stato solo tardivamente, in maniera incompleta e spesso errata; quasi tutti hanno imposto che fossero gli utenti a richiedere il rimborso, con modalità assai complicate. Eppure proprio il D.M. 102 del 30/9/09 prescriveva in maniera precisa e dettagliata gli obblighi per i gestori e il controllo di A.I.T. che invece ha preferito addirittura coprire e avallare la loro incuria. Pure la mozione n° 418 del 30/05/12 approvata dalla Regione Toscana denunciava la complessità delle modalità del rimborso, ma è rimasta lettera morta. Va poi sottolineato che il rimborso si riferisce ai 5 anni precedenti la sentenza della C.C. , dunque il quinquennio 2003-2008. Eppure a molti utenti si è continuato a far pagare illegittimamente tali servizi anche dopo, perciò la restituzione dovrebbe essere estesa agli anni successivi al 2008, come dovrebbe cessare immediatamente ogni indebita fatturazione. Senza contare che gli stessi dati ISTAT mostrano una diminuzione della depurazione del carico inquinante, effettuata dai gestori: dal 54,4% del 2008, al 51% del 2012.
– Ma, lo scandalo ancora più grosso, se possibile, è che il rimborso delle quote di depurazione, illegittimamente riscosse dai gestori, sarà a completo carico degli utenti. In altri termini ciò che le aziende hannno indebitamente incassato e che dovranno perciò restituire, non costituirà un esborso per le stesse, poichè verrà coperto da un aumento della tariffa, gravante su tutti, depurati o meno. Il recupero delle partite pregresse è in effetti un altro capitolo indecente scritto da A.I.T., a favore dei gestori, tramite il suo Direttore Generale (vedi decreti del 30/06/14, n°35/36/37/38/39/40). Intanto si va a considerare un costo per l'azienda, quindi recuperabile in tariffa, un'appropriazione indebita come la illegittima riscossione della depurazione; altri falsi costi che vengono recuperati sono mancati ricavi o mancati guadagni, il rimborso della adeguata remunerazione, addirittura l'inflazione. Si fa riferimento al periodo[masked], stabilendo quindi limiti assurdi di retroattività. Il Direttore sottolinea la propria competenza nella revisione delle tariffe, quando solo le Conferenze territoriali, cioè tutti i Comuni toscani, dovrebbero decidere e dare eventualmente istruzione. Risultato dell'operazione sarà che i cittadini dovranno pagare cifre che variano dagli oltre 42 milioni di euro per gli utenti di Gaia, a 1 milione e 200 circa per i serviti da Publiacqua.
– Proprio il decreto n° 36, riguardante Publiacqua spa, mette in luce un'altra questione raccapricciante, quella dei mancati investimenti. Si tratta di enormi cifre già incassate dalle aziende, a fronte di investimenti che per quanto necessari e talvolta urgenti, mai sono stati realizzati, che dovranno perciò essere restituite ai cittadini. Va reso noto che su pressione di alcuni Comuni dell'ex ATO 3, Pistoia in testa, il Direttore Mazzei si è visto costretto a riconoscere questo ingente debito del gestore nei confronti degli utenti. Pertanto nel decreto sopra citato, insieme al credito per le partite pregresse, compare anche il debito a carico di Publiacqua spa (oltre 7,500 milioni di euro per il 2014). Sorge spontaneo chiedere: che fine hanno fatto questi soldi? E i mancati investimenti delle altre aziende toscane verranno restituiti? Perchè Publiacqua non è certamente la sola a non avere investito quanto già riscosso...
– E sicuramente Publiacqua (di cui disponiamo specifiche mappe) non è l'unica azienda toscana responsabile della mancata sostituzione delle tubature di amianto, largamente presenti sul territorio. Per non parlare delle perdite d'acqua (aumentate dal 2008, del 10%): spreco e dispendio inaccettabile. Come mai A.I.T. , così servile e sollecita quando deve imporre revisioni tariffarie a vantaggio dei gestori, non impone loro interventi di primaria importanza per la salute collettiva e la buona gestione della risorsa idrica, come le bonifiche e l'indispensabile manutenzione delle reti?
– Ebbene, l'A.I.T. che dovrebbe tutelare i diritti dei consumatori e degli utenti, nonché garantire, la qualità, l'universalità e l'economicità delle prestazioni, funzione da esercitare nell’interesse della collettività e a tutela del bene comune, è anche priva del suo Presidente. Da giugno, da quando l’allora Presidente Cosimi decadde, alla fine del mandato di Sindaco della città di Livorno, sarebbe dovuto subentrare il neoeletto Sindaco Nogarin, secondo quanto previsto dallo statuto. Ma, dopo i risultati del ballottaggio di Livorno, i membri del Direttivo si sono opposti al naturale avvicendamento, disconoscendo il legittimo Presidente e preferendogli uno pro-tempore (Sindaco di Firenze). Quale esercizio di democrazia è quello in cui non si applicano le regole, per favorire interessi di parte?
– Infine alcune brevi considerazioni sull'operato del Direttore Generale A.I.T. e sulla attribuzione della quota aggiuntiva di retribuzione. Un aumento di stipendio appare intollerabile oltre che offensivo per i cittadini. Mentre si discute di retribuzioni da favola (attualmente, oltre[masked] euro annui), si minaccia e si distaccano le forniture idriche degli utenti toscani che hanno aderito alla Campagna di Obbedienza Civile; e spesso si tratta di autoriduzioni di poche decine di euro. Il Direttore Mazzei, in quanto massima figura dirigenziale dell'Autorità che dovrebbe controllare l'operato dei gestori e tutelare gli utenti, è il principale responsabile amministrativo di questa vergogna. E se a questo aggiungiamo le modalità (che definire "poco trasparenti" è decisamente riduttivo) con le quali l'A.I.T. ha affrontato la questione dei rimborsi per la depurazione, o ancora la vicenda del "rimborso truffa" della remunerazione del capitale investito, abrogato dai referendum del 2011, ce n'è quanto basta per chiedere le immediate dimissioni di Mazzei. Altro che aumento di stipendio!

Ottobre 2014 Forum Toscano dei Movimenti per l'Acqua