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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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fino al 29 settembre le osservazioni alla Regione PDF Stampa E-mail

Medicina democratica

Movimento di lotta per la salute

Piano paesaggistico: priorità assoluta alla difesa della biodiversità, no alla monocoltura su grandi aree.

La biodiversità , oltre che ricchezza indisponibile, è anche difesa della salute, sia umana che animale che vegetale, mentre la monocoltura su grandi aree ne è l’esatto opposto. Ne è un esempio macroscopico l’estendersi esageratamente dei vigneti in bassa val di Cecina, in mano a pochi potenti proprietari. L’enorme estensione di vigneti riduce naturalmente la biodiversità e concentra grandi quantità di antiparassitari, erbicidi e metalli pesanti (pensiamo al solfato di rame) sulle falde idriche delle aree interessate, che si vorrebbero estendere in nome dell’esportazione e del profitto.

L’agricoltura è senz’altro fondamentale per  mantenere o ristabilire l’equilibrio naturale, che ora non c’è: occorre partire da questa amara costatazione, se si vuole correggere e risanare – con  il PIT – il paesaggio toscano. Prova ne sia che oltre l’85 % dei punti di approvvigionamento di acqua potabile in Toscana è nella classe peggiore, e la tendenza è al peggioramento, secondo gli stessi dati Arpat.

Un’agricoltura sana e sostenibile deve prevedere, anziché grandi estensioni monocolturali , un alternarsi di coltivazioni nello spazio e nel tempo, un’integrazione tra terreni boscati, prati e piantagioni, zootecnia moderata ma pur presente (a differenza della sparizione in Val di Cecina) di allevamenti bradi e diversificati.

Tutto il contrario del modello emiliano, ad esempio, che sembra  invece il modello industrializzato dell’agricoltura che si vuole estendere anche  in Toscana: tutto vigneti in bassa val di Cecina, tutto florovivaismo in altre aree, tutto oliveti altrove ecc.

Oltre alla compenetrazione delle colture proponiamo:

-          Riduzione programmata e costante della chimicizzazione dell’agricoltura;

-          No allo spargimento di fanghi conciari o di depurazione urbana sui suoli agricoli;

-          Ripiantumazione ad alberi di alto fusto nelle aree che ne sono più spoglie;

-          No a qualsiasi espansione della geotermia, sotto qualsiasi  forma;

-          No alle espansioni edilizie in aree agricole e/o boscate, verso una politica di recupero e riuso dell’edificato;

-          No all’agricoltura dedicata alla produzione di energia (biocarburanti), dando la priorità assoluta alla biodiversità,  all’alimentazione di qualità e alla filiera corta.

-          No infine alle grandi concentrazioni proprietarie di terreni agricoli, restituendo la terra a piccole cooperative di produttori diretti e alle famiglie, incentivandole.

26.9.14

Maurizio Marchi