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Cecina, gravi danni del porto turistico PDF Stampa E-mail

 

Porto di Cecina: il vecchio e il nuovo sindaco devono rispondere dei danni provocati dai lavori.

E’ trascorso inutilmente oltre un mese, il tempo che la legge fissa per la risposta ai cittadini che presentano istanze in autotutela, dalla diffida all’ex Sindaco di Cecina Benedetti, e né lui, né il nuovo sindaco hanno sentito l’obbligo democratico di rispondere ai cittadini istanti.

Nel frattempo il pronto soccorso di Cecina ha visto moltiplicarsi i casi di intervento per irritazioni cutanee di bagnanti ignari, che hanno avuto contatti sia con l’acqua di Marina sia con la sabbia inquinata, riversata sconsideratamente sulle spiagge, per dragare il porto turistico in costruzione. E si è subìto anche oltre un mese di divieto di balneazione, per le acque che continuano – e continueranno per molti anni – a presentarsi torbide  e maleodoranti.

Nella diffida, presentata il 19 maggio scorso (con integrazione successiva di perizia tecnica), si chiedeva al Sindaco di bloccare i lavori avvalendosi di quanto previsto nella Concessione demaniale alla luce dei danni provocati dai lavori del porto, ed in particolare:

  • l’alluvione del 30-31 gennaio 2014, che ha prodotto notevoli danni a Cecina, ha avuto almeno come concausa i lavori del  porto turistico in bocca di Cecina;
  • la piena precedente del fiume, il 21 ottobre 2013, pur modesta,  che ha scalzato e inclinato le palancole della sponda destra, collocate dalla società che costruisce il porto ;
  • l’erosione che ha già colpito in maniera devastante le spiagge a nord e a sud della foce del fiume;
  • le dighe hanno modificato le correnti marine, tanto che i detriti argillosi ed inquinati trasportati dal fiume vanno a depositarsi sulle spiagge a sud, fino a quelle di Bibbona.
  • i ripascimenti delle spiagge  con materiale inquinato, maleodorante e nero ;
  • nessuna chiarezza su chi e a spese di chi dovranno essere compiuti i ripascimenti futuri;
  • pericolo e scadimento della fruibilità dei Tomboli e del mare con l’aumento del traffico, e dei relativi scarichi e rumori  di motori marini, automobilistici ed elicotteristi.

Veniva evidenziato che la stessa Autorizzazione del 3.4.2013 prevede che “la presente autorizzazione potrà essere revocata da questa Amministrazione senza che i concessionari  possano nulla pretendere” e che la stessa Concessione Demaniale stabilisce che :”La concessione è revocabile in tutto o in parte  per sopravvenuti prevalenti motivi di interesse pubblico oggettivamente rilevanti senza che il Concessionario abbia diritto ad altro compenso od indennizzo o rimborso che quello determinabile ai sensi di legge.”

La diffida veniva presentata anche alla Procura della Repubblica di Livorno affinchè accertasse se si ravvisassero reati penali nella vicenda, non ottenendo finora nessuna risposta.

07 Luglio 2014

Comitato Beni Comuni Val di Cecina

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