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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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5 stelle a rimorchio della famigerata Lanzillotta sulle privatizzazioni PDF Stampa E-mail

L'emendamento al cosiddetto decreto "Salva Roma" è stato approvato in Commissione Bilancio del Senato e oggi il provvedimento è in discussione in Aula. E' dunque urgente fare pressione su tutte le senatrici e i senatori affinchè si adoperino per il ritiro di quell'emendamento.

Per questo proponiamo di attivarsi subito con un mailbombing, in allegato le email dei senatori. Diffondiamo la notizia. Questo il testo che si propone d'inviare:

Oggetto: Roma non si vende! Ritirare subito l'emendamento Lanzillotta

 

 


"Un atto gravissimo è accaduto ieri nella Commissione bilancio del Senato, con l'approvazione dell'emendamento con cui si obbliga alla privatizzazione dei servizi pubblici locali di Roma. Un atto che è in palese contrasto con l'esito del referendum del 2011 e con la volontà popolare chiaramente espressa. Un vero e proprio atto di guerra: ai beni comuni, ai diritti dei lavoratori e dei cittadini, ai movimenti sociali e al futuro della città.
Chiediamo con forza a tutte le senatrici e i senatori di votare contro e ritirare questo emendamento."


Inoltre di seguito il comunicato stampa predisposto dal Coordinamento Romano e che si propone di sottoscrivere anche come Forum dei Movimenti per l'Acqua.
Vista l'urgenza procederei per silenzio assenso.

Un saluto.
Paolo


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Comunicato stampa

Roma non si vende! Ritirare subito l'emendamento Lanzillotta


Un atto gravissimo è accaduto ieri nella commissione bilancio del Senato, con  l'approvazione dell'emendamento presentato dalla Lanzillotta sul decreto “Salva-Roma”.

La prode privatizzatrice, infatti, ha presentato una modifica con la quale vincola i soldi per il Bilancio di Roma alla privatizzazione delle aziende pubbliche e al licenziamento per le aziende in perdita.
Neanche nei sogni più reconditi della Thatcher si sarebbe arrivato a tanto.
Cosa ancora più grave è il sostegno a questo emendamento del Movimento 5 stelle, che si è sempre dichiarato a favore dell'acqua come bene comune e della difesa dei servizi pubblici. Sappiano i rappresentati pentastellati che non c'è nessuna indulgenza per loro  se non interverranno immediatamente a rivedere questa assurda scelta.
Questa che è stata votata in commissione, non solo è l'ennesimo tradimento della volontà popolare, ma un vero e proprio atto di guerra  al movimento per l'acqua e per i beni comuni.

La scelta di come investire le risorse, come gestire i beni comuni, come intendere le garanzie sociali  costituisce la prospettiva futura della nostra città e, in generale, delle nostre vite.

Chi pensa di poter impunemente giocare una partita sporca all'interno dei palazzi del potere, ed imporre le proprie visioni ideologiche, sbaglia di grosso.

Il nostro obiettivo sarà il ritiro totale dell'emendamento, senza nessuna esclusione.
Il movimento dell'acqua sarà in prima fila per opporsi a questa manovra e lo farà come sempre nelle strade e nelle piazze, con i cittadini e le cittadine, perché è questione di democrazia ed è una questione di futuro.
Lo faremo con i movimenti sociali e i lavoratori e le lavoratrici delle aziende pubbliche, che difendono e rivendicano i diritti che devono essere garantiti per tutti e tutte.
Come lo abbiamo fatto contro Alemanno, lo faremo con determinazione anche in questo caso dicendo: “l'acqua non si vende, l'acqua si difende”.

Roma, 18 Dicembre 2013.
Coordinamento Romano Acqua Pubblica




Il giorno 18 dicembre 2013 13:47, Luca Martinelli < Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. > ha scritto:

 
Il 18/12/13 13:04, Marco Bersani ha scritto:
SESTA STELLA A DESTRA VERSO CALTAGIRONE
L'emendamento passato (leggi sotto l'allucinante testo) ieri al Senato come collegato al decreto Salva Roma prevede di vendere una parte delle quote Acea, privatizzare i trasporti, la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle strade, licenziare i dipendenti delle società comunali in perdita (vedi l’Atac), messa in liquidazione delle aziende che «non erogano servizi pubblici», estensione dei vincoli del patto di stabilità, sulle assunzioni e sull’acquisto di beni a tutte le partecipate.
L'emendamento porta la firma di Lanzillotta e Ichino, con il sostegno di Lega Nord,  Scelta Civica e Movimento 5 Stelle.
Un vero e proprio atto di guerra : ai beni comuni, ai diritti dei lavoratori e dei cittadini, ai movimenti sociali e al futruro della città.
So già che da parte dei 5 stelle si dirà che "siamo tanti e siamo diversi, che chi l'ha fatto non ha capito o non capisce, che molti di noi non sono d'accordo etc."
Ya basta : care/i pentastellati, il tempo delle mele è finito
Subito prese di posizione pubbliche e doicumentabili contro questo atto di guerra, subito le dimissioni irrevocabili di chi l'ha votato.
Ogni atto meno netto, per quel che mi riguarda, sarà inaccettabile.
E ciascuno si assumerà le proprie responsabiltà.
Abbracci
Marco
Di seguito il testo completo dell'emendamento approvato al Senato:
.30

LANZILLOTTA, ICHINO, BULGARELLI, BERTOROTTA, LEZZI, MANGILI, COMAROLI

APPROVATO

Dopo il comma 5, aggiungere i seguenti:

«5-bis. Il comune di Roma, entro 60 giorni dalla conversione in legge del presente decreto, trasmette al MEF e al Parlamento un rapporto che evidenzi le cause della formazione negli anni 2009-2012 del disavanzo di bilancio di parte corrente nonché l'entità e la natura della massa debitoria da trasferire alla gestione commissariale ai sensi del comma 5.

5-ter. Il comune di Roma, contestualmente o successivamente all'approvazione del bilancio di previsione per il 2014, adotta specifiche delibere volte a:

1) estendere l'applicazione dei vincoli del patto di stabilità interno a tutte le società partecipate direttamente o indirettamente, nonché quelli in materia di assunzioni di personale e di acquisti di beni e servizi;

2) dismettere ulteriori quote di società quotate in borsa limitandosi a mantenere la quota di controllo;

3) operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società da esso partecipate prevedendo, per quelle in perdita, licenziamenti per motivi economici;

4) liberalizzare il servizio di trasporto pubblico locale, raccolta dei rifiuti e spazzamento delle strade;

5) mettere in liquidazione tutte le società partecipate che non abbiano come fine sociale prioritario attività di servizio pubblico».

__._,_.___