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La sinistra è finita in discarica?

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Non ce la date a bere

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

MENTRE SCOPPIANO SICCITA' E VECCHI TUBI, REGALANO ACQUA A SOLVAY PDF Stampa E-mail

Il direttore di ASA sul Tirreno del 14.4.12: «Ebbene – sostiene l’ingegner Caturegli – ho fatto i conti: per ridurre dall’attuale 33% le perdite occorrerebbero 415 milioni Dove troviamo questi soldi?».

Leggi sotto anche l'intervento di MD all'assemblea a Saline di Volterra il 20 aprile 2012 per contrastare la svendita della Val di Cecina da parte di regione e PD a Solvay, presenti gli assessori regionali Simoncini e Bramerini

MEDICINA DEMOCRATICA Movimento di lotta per la salute

Acqua e salgemma, alcune domande agli assessori regionali

Nel 1998 la Commissione ambiente del comune di Volterra, a guida PDS, giudicò “incompatibile”, dopo ampia ed approfondita disamina,  il contratto ETI-Solvay. Ancor prima della Commissione comunale si erano espressi i sindacati  che, su Il Tirreno del 8.5.97 sostenevano che “è solo la società chimica belga a trarre vantaggi dall'operazione”, mentre sarebbero “risibili” i vantaggi per Atisale (allora Monopoli, poi ETI, poi ATI).

Per rimediare, una seconda commissione provinciale ribaltò il giudizio della commissione volterrana. Nel gennaio 2004, nonostante l’assessore regionale Franci avesse ripetutamente definito “scellerato” il contratto, la giunta regionale dava la VIA favorevole, con prescrizioni talmente inconsistenti da portare alle due sentenze del TAR del 2007 e 2010 (sostanzialmente “priorità dell’acqua alla popolazione”).

1° domanda agli assessori: Cosa è cambiato dal ’98 ad oggi ?   Molto ed in peggio:

1-      l’ONU ha dichiarato l’emergenza climatica e idrica (si veda il Rapporto “Resistere al cambiamento climatico 2007/2008”). Il 2 aprile 2012 l’ha proclamata anche Rossi.

2-      fin dal 2003 tutti i comuni della VdC sono stati coinvolti nelle deroghe sull’acqua potabile.

3-      Sono state rese (poco) note le indagini epidemiologiche sugli effetti  della geotermia e del cromo esavalente nell’acqua, con almeno 1157 morti in più nel periodo 2000/2006, ed un numero ancora più alto di gravi patologie collegate al decadimento della qualità dell’acqua.

Con la messa in Cassa integrazione di 23 lavoratori, Solvay ha voluto aprire una guerra tra poveri, per i suoi interessi: lavoratori contro popolazione inquinata.

2° domanda: volete  disinnescare la guerra tra poveri e trovare soluzioni condivise ? allora c’è una proposta: il contratto ora sottoposto a VIA non la ottenga, per incompatibilità manifesta (il metodo di dissolvimento del salgemma con acqua dolce è un metodo di un secolo fa, oltre ad aver creato gravi dissesti idrogeologici). Solvay si doti, ad esempio in 5 anni, usando nel frattempo a scalare il sale di Buriano (miniere di Buriano e Querceto, ancora 40 anni di autonomia, proff. Pinna Mario e Sergio) di un DISSALATORE A ROSIGNANO,  che ricavi sale ed acqua dal mare (Solvay già oggi pompa nello stabilimento 100 milioni di metri cubi di acqua di mare, che contengono oltre 3 milioni di tonnellate  di sale, molto più del suo fabbisogno, che riversa in mare inquinati).

Un dissalatore che utilizzi i grossi cascami di energia termica dello stabilimento e energie rinnovabili. Una soluzione che avrebbe anche interessanti prospettive industriali nel campo dell’IDROGENO, vettore di energia del futuro, mentre si sa che Solvay non ha un piano industriale su Rosignano, e vive del “mordi e fuggi”.

3° ed ultima domanda: non pensate che questa sia la soluzione più sicura e garantista  per i lavoratori Solvay ed insieme possa evitare la guerra tra poveri e l’ulteriore aggressione all’ambiente e alla salute ? O volete andare avanti ancora per anni con i ricorsi al TAR e le tensioni sociali ?

Saline 20.4.12                                Maurizio Marchi

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Tirreno 14.4.12

Acqua, ora il rischio è il razionamento

La falda è passata dagli 8 metri dell’anno scorso a 3 sotto il livello del mare: obbligatorio risparmiare le risorse  ALLARME»UN’ESTATE A SECCO

Il direttore dell’asa I maggiori problemi all’Isola d’Elba, dove stiamo realizzando cinque nuovi pozzi e un dissalatore a Mola Investimento da 3 milioni

di Giorgio Pasquinucci wPIOMBINO La falda idrica della Val di Cornia si è pericolosamente abbassata. Dagli 8 metri sopra il livello del mare dell’anno scorso è passata a -3. Colpa delle scarse precipitazioni della primavera e dell’inverno scorsi. La possibile conseguenza è che questa estate, soprattutto all’Elba ma anche in Val di Cornia, si renda necessario un razionamento anche per gli usi domestici. Il punto sulla situazione è stato fatto l’altro ieri, nel corso di una riunione del “tavolo idrico” che si è svolta a Venturina, alla quale hanno partecipato i sindaci, l’assessore provinciale all’agricoltura e turismo Paolo Pacini, il presidente dell’Asa Fabio Del Nista con il direttore Michele Caturegli, il presidente del Consorzio di bonifica Alta Maremma Giancarlo Vallesi, Marino Geri e Pierpaolo Pasquini della Cia, Claudio Nobili della Coldiretti, Emanuela Minelli della Cna e alcuni tecnici dell’Ato e della Provincia. In primo piano la valorizzazione e il migliore utilizzo delle risorse, ricorrendo all’innovazione tecnologica, soprattutto nell’irrigazione delle campagne, e a nuove opere strutturali e infrastrutturali. «Tutto – come hanno sottolineato le organizzazioni degli agricoltori – nella consapevolezza che la Val di Cornia è una delle aree agricole di maggiore importanza in Toscana e un campo di sperimentazione di prim’ordine nell’irrigazione». Una situazione che comunque obbliga al risparmio. Per questo i sindaci emetteranno a breve ordinanze antispreco, non solo rivolte ai cittadini ma anche alle attività turistiche, alle imprese e agli agricoltori. «La falda della Val di Cornia – dice il direttore dell’Asa Michele Caturegli – è di modeste dimensioni, come fa presto a riempirsi altrettanto presto si abbassa. Anche nel caso di piogge abbondanti nei prossimi mesi, non farebbe in tempo a risalire. Su queste precipitazioni e su quelle estive, semmai, possiamo contare per ridurre i consumi, in agricoltura e non solo». Le difficoltà maggiori potrebbero verificarsi all’Elba, dove la produzione locale è ridotta e i consumi hanno un’impennata per le forti presenze turistiche. Già l’anno scorso l’Asa ha fatto ricorso a razionalmente giornalieri, che potrebbero ripetersi, soprattutto nelle ore notturne. I rifornimenti all’Elba attraverso la condotta sottomarina potrebbero mettere in difficoltà anche la Val di Cornia, dove tra l’altro, proprio in conseguenza della diminuzione della riserva, anche la qualità dell’acqua è destinata a peggiorare. Aumentare le risorse autonome dell’Elba è quindi uno degli obiettivi principali dell’Asa. «Stiamo scavando cinque nuovi pozzi e un dissalatore, sia per l’acqua di mare che per quella di falda che presenta una forte presenza di cloruri nella piana di Mola – afferma Caturegli – Un investimento che, completato con le tubazioni, pompe di sollevamento e centrale di controllo, richiederà una spesa di 3 milioni. Contiamo di riuscire a metterlo in esercizio entro luglio». In Val di Cornia, invece, ad ottobre inizieranno i lavori per l’impianto di trattamento del boro a fianco di quello già attivo a Franciana per la riduzione dell’arsenico, già ridotto a 3,8 microgrammi/litro, quindi ne (forse ben, ndr)  al di sotto dei limiti previsti dalla Ue entro dicembre di quest’anno. «Interventi – precisa il direttore dell’Asa – per 20,5% milioni e che richiederanno per l’esercizio una spesa di 2 milioni all’anno. Nel conto, oltre alle manutenzioni, ci sono le spese energetiche. Per mandare avanti l’impianto di Mola, tanto per fare esempio, avremo bisogno di un Mw di potenza». Risparmiare acqua, certo, anche poi il costo di esercizio degli impianti lo ritroveremo comunque in bolletta, ma anche riduzione delle perdite. «Ebbene – sostiene l’ingegner Caturegli – ho fatto i conti: per ridurre dall’attuale 33% le perdite occorrerebbero 415 milioni Dove troviamo questi soldi?».