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La sinistra è finita in discarica?

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Non ce la date a bere

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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LIVORNO VENDE LE FARMACIE COMUNALI PDF Stampa E-mail

CON LA PRIVATIZZAZIONE DI ASA (acqua e gas) LE UOVA D'ORO VANNO A TORINO, SEDE  DELL'IREN, IL SOCIO PRIVATO DI ASA spa.

Così il Comune di Livorno vende le farmacie comunali, in attivo. Poi che cosa venderà ??

NO ALLA VENDITA DELLE FARMACIE COMUNALI, RIPUBBLICIZZARE ASA, RIPRENDERE IN MANO LA PROPRIA ACQUA, NELLA PROVINCIA CON L'INDUSTRIA PESANTE PIU' IDROESIGENTE  DELLA TOSCANA ED OLTRE !

UNA PRESA DI POSIZIONE DI  SINISTRA CRITICA DI LIVORNO

Una volta per giustificare la vendita di attività pubbliche ci veniva raccontato che mentre in mano pubblica non rendevano anzi rappresentavano un costo, in mano privata sarebbero divenute redditizie ed addirittura più efficienti per i cittadini. Ora che la realtà ha mostrato la falsità di queste affermazioni si è perso anche l'ultimo pudore residuo e si vendono apertamente aziende pubbliche in attivo come le farmacie comunali a Livorno, almeno secondo quanto dichiarato dall'amministratore unico Alessio Poli lo scorso 10 marzo.

Quest'ultimo anzi aggiunge: " L'affermazione secondo cui le farmacie comunali non offrirebbero servizi di qualità risulta ancora più inappropriata nel caso di Livorno dove le farmacie comunali sono il fattore trainante per il miglioramento della qualità del servizio al cittadino..." A questo proposito vedi il Protocollo d'intesa fra Comune, ASL e società di gestione delle farmacie stesse del 24/12/2010.

La realtà è che i privati mirano a entrare nel mercato dei servizi pubblici prendendosi ciò che è redditizio e lasciando al pubblico ciò che è fisiologicamente in perdita, salvo poi accusarlo di inefficienza. Governi e giunte di centrodestra e centrosinistra fanno a gara nel tagliare rispettivamente i trasferimenti statali e i servizi, dicendo che è responsabilità degli altri, ma quando i problemi vengono a galla ritrovano la concordia per dare la colpa ai lavoratori, avversi alla modernità e anche un po' scansafatiche.

Il grande patrimonio pubblico di settori strategici per il governo del territorio va difeso: trasporto, rifiuti, energia, acqua, farmacie comunali e servizi cimiteriali non possono e non devono essere privatizzati, né il servizio può essere affidato esclusivamente al mercato. Anzi le farmacie comunali andrebbero utilizzate per abbattere il costo dei farmaci non mutuabili, per disoccupati, studenti, lavoratori stagionali, pensionati al minimo e per avvicinare i cittadini alla gamma dei servizi offerti dal sistema sanitario pubblico.

SINISTRA CRITICA LIVORNO                              10.4.12

 

Tirreno 10.4.12

«Il bilancio è in piedi, farmacie in vendita per poter investire»

L’assessore Valter Nebbiai non ci sta a finire sulla graticola e va al contrattacco: non è vero che i numeri sono in affanno

LIVORNO «Questo bilancio non ha né buchi né sofferenze: in affanno? Macché...». L’assessore Valter Nebbiai ha un pedigree democristiano doc ma non ci sta a farsi mettere sulla graticola dei martiri. Soprattutto adesso che, dovendo fare i conti con i conti, c’è da trovare un Cireneo sulle cui spalle buttare il peso della croce. Soprattutto adesso che il tam tam di Palazzo civico insiste a dire che la vendita delle farmacie è indispensabile per rattoppare il bilancio che zoppica... Probabile che Nebbiai sogni di mangiare il fegato a questo o quello («chi sostiene che i conti non sono in ordine o non sa di cosa parla o lo fa in malafede o cerca di dare uno scossone politico»). E tuttavia, nel solco della tradizione moderato-scudocrociata, anziché sbracciarsi in una girandola di controaccuse politiche, affida a un profilo “tecnichese” la difesa del proprio operato. A cominciare dal fatto che i parametri del “suo” bilancio rigano dritti come fusi: ad esempio, la spesa per il personale (47 milioni) «è al 36%, dunque inferiore alla soglia di rischio che il governo vede nel 40%». La parte corrente ha un volume di 140 milioni: con il governo che taglia i trasferimenti per una cifra pari a 16,5 milioni e la Regione per un altro 1,3. «Dunque, se togliamo gli stipendi – afferma – è su circa 90 milioni che si può cercare di eliminare gli sprechi. L’abbiamo fatto: tagliando spese per 9 milioni dal 2009. Poi di fronte a una simile riduzione dei trasferimenti non resta che giostrare con l’Imu: lo dico ben sapendo che averla anticipata è una Waterloo per la finanza di Stato. Si potrebbero evitare queste tasse? Certo, basta però evitare ogni demagogia: scegliamo una idea di amministrazione che faccia a meno di ogni intervento nella cultura, ecco che il Comune spende meno e dunque tassa meno. Ma credete che sia una scelta sensata?». Nebbiai, insomma, vuol mettere un punto fermo: per la parte corrente il bilancio è «sano, solido e predisposto da uffici più che competenti». «Vendere le farmacie – puntualizza – è una scelta non per tenere in piedi i conti ma per evitare che si riducano bruscamente gli investimenti». Le rate per pagare i mutui inghiottono il 2,5% del bilancio, dunque «assai al di sotto della soglia-limite dell’8%». Sta per calare il sipario anche sul vecchio trucco che tutti i Comuni adottano: pescare le risorse dagli oneri incamerati dall’edilizia. «Li abbiamo già ridotti da 10 milioni a uno (e forse nemmeno quello) e anche per gli introiti da aree Peep non li abbiamo messi nei conti perché la delibera è all’orizzonte ma non è ancora nero su bianco». Risultato: se non si vuole che gli investimenti scendano di colpo da 22 a 4,5 milioni di euro, «non resta che vendere qualcosa». Probabilmente qualche immobile (ma al riguardo l’assessore non si sbottona neanche un po’), ma soprattutto «proprietà non strategiche»: logico che le farmacie siano in testa alla lista. «Far uscire i Comuni dai servizi è anche un orientamento del governo», dice Nebbiai. E aggiunge: «È uno sbaglio farcelo fare così in fretta: dovrebbero darci un po’ di tempo per rimettere in sesto queste società nate in un’epoca in cui si privilegiavano le assunzioni e dunque, avendo risultati di bilancio poco sfavillanti, c’è il rischio di finire per metterle sul mercato a basso prezzo facendo fare un grosso affari a eventuali grandi gruppi. Potrebbe essere invece, per i dipendenti, una occasione d’oro: irripetibile». Mauro Zucchelli