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La sinistra è finita in discarica?

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

ROSSI DICHIARA EMERGENZA IDRICA E REGALA ACQUA E SALE A SOLVAY PDF Stampa E-mail

Dal  SITO della Regione Toscana  2.4.12

Siccità, il presidente Rossi decreta lo stato di emergenza regionale

FIRENZE – Stato di emergenza regionale per la siccità. Lo ha decretato oggi il presidente Enrico Rossi sulla base delle valutazioni dei tecnici che nelle settimane scorse hanno monitorato puntualmente la situazione idrologica della Toscana, sia per quanto riguarda i consumi domestici sia per quanto riguarda le esigenze dell’agricoltura e del sistema produttivo.

 “La carenza di acqua è ormai conclamata – afferma il presidente Rossi – Ha piovuto pochissimo fin dall’anno scorso, fino al 40% in meno rispetto alla media, gli invasi sono in sofferenza e le previsioni non lasciano prevedere precipitazioni in grado di recuperare. Dobbiamo quindi far fronte con misure urgenti alla situazione: oggi stesso deliberiamo di dare a Fidi 20 milioni per costituire un fondo di garanzia che consentirà di garantire investimenti per 118 milioni di euro, destinati a interventi di emergenza e per ridurre le perdite della rete idrica, che oggi ammontano al 30%. Scriverò ai sindaci invitandoli ad emettere le ordinanze di igiene sanitaria per limitare i consumi e accelerare l’esecuzione di interventi urgenti. Renderemo più rapide le procedure per scavare nuovi pozzi, dobbiamo proseguire e accelerare la realizzazione dei piccoli invasi. Entro 15 giorni avremo il progetto completo”.

 Sarà anche lanciata una campagna di comunicazione per sensibilizzare la popolazione sulla criticità della situazione ed incentivare l’adozione di buone pratiche per un corretto uso delle risorse idriche. Si prevedono materiali di comunicazione diffusi tramite bolletta, spot radiofonici, informazioni su internet e sulla stampa quotidiana. “Molto può cambiare – ha aggiunto il ptresidente Rossi – se cambiano i comportamenti individuali”.

 “Dobbiamo passare da una reazione alla situazione contingente a un progetto più complessivo, almeno di legislatura – ha proseguito il presidente Rossi – nell’ultimo decennio è la terza volta che la siccità ci colpisce: è accaduto nel 2003 e nel 2007, anche se in forma più lieve. Con conseguenze molto pesanti: pensiamo solamente che gli incendi divampati nel primo trimestre di cinque anni (2007,8,9,10 e 2011) sono stati 291, mentre quelli che abbiamo avuto nel primo trimestre del 2012 sono già 289. Dobbiamo mettere subito in campo interventi di urgenza, ma anche mettere questi temi al centro delle nostre politiche regionali per la tutela dell’ambiente, del territorio rurale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili, per la chiusura dei cicli industriali dell’acqua e di quello delle biomasse e per l’utilizzazione dei fondi comunitari”.

 LA SITUAZIONE

Dopo un 2010 molto piovoso, il 2011 è stato un anno decisamente secco. Su tutta la Toscana la pioggia è diminuita dal 20%, nel migliore dei casi, fino al 40% in meno rispetto alla media.

 Il quadro della situazione, sempre aggiornato, è reso possibile grazie al lavoro del Centro funzionale della Regione Toscana che, con il monitoraggio di 350 pluviometri dislocati su tutto il territorio regionale, permette di confrontare i dati più recenti sugli invasi e sui corsi d’acqua dai superficiali fino ai più profondi, confrontandoli con la media degli ultimi dieci anni.

Anche le ultime nevicate insufficienti, non hanno modificato il quadro esistente: per ogni 10 cm di neve corrisponde un apporto di pioggia di circa 1 cm. Dunque anche i 100 cm di neve registrati come punta massima, contribuiscono abbastanza poco al raggiungimento del valore atteso di piovosità media.

 Le sorgenti collinari e montane presentano già regimi estivi, le falde costiere, già in sofferenza, così come l’approvvigionamento per l’Isola d’Elba, potrebbero entrare in crisi per l’aumento della richiesta dovuto al rilevante numero di presenze estive. In alcune zone, infine, in concomitanza con la diminuzione della risorsa, potrebbe presentarsi l’ulteriore problema della qualità dovuto all’aumento della concentrazione di alcune sostanze legate alla potabilità dell’acqua come solfati, boro, nitrati.

 L’AGRICOLTURA

 Il perdurare del deficit di pioggia rilevato nel 2011 su tutta la Toscana, con anomalie negative di precipitazione in alcune aree fino al 70% sta generando forti preoccupazioni da parte degli imprenditori agricoli. Alcune colture (cereali e foraggere) sicuramente avranno una riduzione di produttività.

Le coltivazioni di grano, ad esempio, cominciano a manifestare sintomi di sofferenza per il ridotto sviluppo delle radici nei terreni privi di umidità; l’attuale stress potrebbe già determinare una riduzione delle produzioni, che in alcune aree potrebbe corrispondere ad una prevedibile diminuzione delle rese di almeno il 30 %.

Attualmente le colture arboree (viti, olivi e fruttiferi) non presentano ancora sofferenze da deficit idrico, poiché le piante hanno ripreso l’attività vegetativa nelle ultime settimane; ma il perdurare della situazione di siccità potrebbe richiedere di intervenire con irrigazioni di soccorso, non soltanto per consentire lo sviluppo delle produzioni ma anche per evitare gravi stress idrici alle piante.

Seri interrogativi ci sono invece da parte degli agricoltori per quanto riguarda l’esecuzione delle semine primaverili (girasole, mais) e dei trapianti delle colture ortive.

GLI INVASI

Bilancino: volume massimo 69 mln di metri cubi, volume attuale 37 milioni di mc, pari al 54%, con un volume utilizzabile di soli 26 mln di mc (sotto questa quota c’è il fango);

Montedoglio: invaso massimo 72 milioni di mc, volume attuale 34 mln, pari al 47%, con soli 24 mln di mc utilizzabili;

 Cerventosa (Cortona): esaurito da dicembre scorso, ma poi riempito a seguito delle nevicate del febbraio scorso, ma di breve orizzonte di utilizzo;

Astrone ( Chianciano): rimane acqua per soli 3 mesi;

Arno: il deflusso è sostenuto quasi esclusivamente dai rilasci da Bilancino Levane e la Penna, che sono dimensionati per garantire i prelievi ai fini idropotabili (Anconella e Mantignano, 2.800 litri/secondo).

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Stavolta neanche la prescrizione di uno studio su un dissalatore .......

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REGIONE TOSCANA      GIUNTA REGIONALE

ESTRATTO DAL VERBALE DELLA SEDUTA DEL 19-03-2012 (punto N 13 )

Delibera N 222 del 19-03-2012

Proponente  ANNA RITA BRAMERINI

DIREZIONE GENERALE PRESIDENZA

Pubblicita’/Pubblicazione Atto soggetto a pubblicazione integrale (PBURT/BD)

Dirigente Responsabile PAOLO BALDI

Estensore ANNA LIUZZO

Oggetto: Modifica allegato alla Delibera G.R. 4/2004 inerente L.R. 79/98 ex art. 14 e segg. Progetto di rinnovo delle concessioni minerarie per l'estrazione del salgemma denominate Cecina, Volterra e Poppiano. Proponente Soc. Solvay Chimica Italia e Atisale spa. In attuazione sentenze TAR Toscana n. 6867 e 6868/23.12.2010 di annullamento della Delibera G.R. 926/2008.

Presenti

ENRICO ROSSI SALVATORE ALLOCCA ANNA RITA BRAMERINI

LUCA CECCOBAO ANNA MARSON RICCARDO NENCINI

GIANNI SALVADORI CRISTINA SCALETTI GIANFRANCO SIMONCINI STELLA TARGETTI

Assenti DANIELA  SCARAMUCCIA

ALLEGATI N°2

Denominazione Pubblicazione Tipo di trasmissione Riferimento

conferenza  dei servizi  interna

conferenza dei servizi esterna

STRUTTURE INTERESSATE

Tipo Denominazione Direzione Generale DIREZIONE GENERALE POLITICHE TERRITORIALI, AMBIENTALI E PER LA MOBILITA'

Area di Coordinamento AREA DI COORDINAMENTO PROGRAMMAZIONE

LA GIUNTA REGIONALE

Vista la L.R. 8 gennaio 2009, n.1 “Testo unico in materia di organizzazione e ordinamento del personale;

Vista la Parte II del D. Lgs. 152/2006;

Visto il D.Lgs. 4/2008;

Visto il D.Lgs. 128/2010;

Vista la L.R. 79/98 concernente “Norme per l’applicazione della valutazione di impatto ambientale” ed in

particolare l’articolo 18 che disciplina la pronuncia di compatibilità ambientale e ne definisce gli effetti;

Vista la deliberazione G.R. 9 febbraio 2009, n. 87 concernente “D.Lgs 152/2006 – Indirizzi applicativi nelle

more dell’approvazione della legge regionale in materia di VAS e di VIA”;

Vista la L.R. 10/2010 e successive modifiche e integrazioni;

Vista la L. 241/90 e successive modifiche e integrazioni;

Vista la L.R. 40/2009 e successive modifiche e integrazioni;

Richiamata la propria deliberazione n. 356/01, che attribuisce alla Giunta medesima le competenze in ordine

alla pronuncia di compatibilità ambientale regionale ex L.R. 79/98;

Visto:

- che con delibera GRT n. 4/2004 veniva rilasciata pronuncia positiva di compatibilità ambientale sul

Progetto di Rinnovo delle concessioni minerarie per l’estrazione del minerale solido - cloruro di sodio denominate “Poppiano” e “Cecina” e per la modifica sostanziale dell’attività estrattiva nelle concessioni

denominate “Volterra”, “Poppiano” e “Cecina”, e le relative opere connesse, ricadenti nei Comuni di

Volterra, Pomarance e Montecatini Val di Cecina (PI);

- che con decreti regionali nn. 2875 e 2876 del 17.05.2006 venivano rinnovate le concessioni minerarie

“Cecina” e “Poppiano”;

- che, con sentenze nn. 1048, 1049 e 1050 del 03.07.2007, il TAR Toscana — pronunciandosi sui ricorsi di

Legambiente, WWF ed Italia Nostra, proposti avverso la suindicata delibera di VIA G.R. n. 4/2004 ed altresì

avverso i citati decreti del Settore regionale “Miniere ed Energia” concernenti il rinnovo delle concessioni

minerarie “Cecina” e “Poppiano” — annullava questi ultimi, per il fatto che i rinnovi delle concessioni di cui

trattasi erano stati subordinati al rispetto di tutte le prescrizioni impartite con la pronuncia di VIA rilasciata

con delibera G.R. n. 4/2004 quando — invece — l’osservanza della prescrizione 1.7 risultava ormai

impossibile a fronte dell’accertamento in corso di causa di elementi e specifici fatti ritenuti oggettivamente

ostativi dal giudice (quali le risultanze del Tavolo tecnico e la rilevata incompatibilità urbanistica);

- che tali sentenze venivano confermate dal Consiglio di Stato, rispettivamente, con sentenze nn. 5263, 5262 e 5261 del 2009;

- che — nella specie — la prescrizione 1.7 e la correlata prescrizione 1.9 di cui all’Allegato alla delibera

GRT n. 4/2004 prevedeva lo sviluppo del progetto IDROS proposto da Solvay ed Atisale e consisteva, in particolare, nella previsione di uno stoccaggio aggiuntivo da destinarsi al fabbisogno idropotabile, quale misura compensativa ambientale individuata dall’Autorità competente della VIA sulla base delle risultanze istruttorie e relative proposte emerse nelle Conferenze di Servizi svolte sul progetto in oggetto;

- che, in esecuzione delle citate sentenze del TAR Toscana, il Settore VIA attivava, su istanza delle parti, un procedimento teso — non già a una nuova valutazione di impatto ambientale del progetto, giusta il riconoscimento del TAR della legittimità, per i restanti aspetti, della pronuncia di VIA regionale approvata con la delibera GRT n. 4/2004 — all’esame della prescrizione 1.7, per valutare la sussistenza dei presupposti che a suo tempo consigliarono l’inserimento della medesima e, in caso affermativo, per trovare soluzioni alternative;

- che, il sopra citato procedimento si concludeva con la delibera GRT n. 926/2008 che modificava le prescrizioni 1.7, 1.8, 1.9 e 1.10 di cui al verbale allegato alla delibera G.R. n. 4/2004 secondo la seguente nuova formulazione:

1.7 Oltre alla realizzazione del progetto IDRO-S per uso industriale, la società Solvay dovrà concorrere con la somma di Euro 4.650.000, come determinata dagli Uffici Tecnici del Genio Civile di Lucca e Pisa e di Livorno, corrispondente alla cifra necessaria alla realizzazione del progetto IDRO-S per la parte idropotabile, quale contributo alla realizzazione di idonee misure volte a risolvere la crisi idrica dell’Alta Val di Cecina. A tal fine, la cifra di cui sopra dovrà essere versata al soggetto attuatore delle misure progettuali alternative quale la realizzazione dell’invaso in Loc. Puretta, come proposto dallo stesso proponente e come riconosciuto da ASA nella conferenza di servizi esterna del 27 febbraio 2008, ove rispondente agli obiettivi individuati ed effettivamente realizzabile, o altre misure comunque idonee a soddisfare l’esigenza di integrare l’approvvigionamento idrico dell’Alta Val di Cecina. La Soc. Solvay dovrà erogare detta somma di denaro, su indicazione della Giunta Regionale, a seguito dell’ottenimento di tutti gli atti autorizzativi necessari alla realizzazione del progetto approvato.

1.8 L’entrata a regime del progetto IDRO-S industriale dovrà avvenire entro il mese di ottobre del 2013.

Entro giugno 2011, e salvo il mancato ottenimento delle autorizzazioni per la realizzazione della tubazione, il contributo mensile fornito dai pozzi dovrà almeno dimezzarsi rispetto all’attuale nel periodo Giugno Ottobre

e il complemento al fabbisogno idrico totale per l’attività mineraria dovrà essere recuperato dal cavo A di Montescudaio previo completamento della messa in opera della nuova tubazione.

Abrogata la prescrizione 1.9.

1.10 La richiesta di rinnovo di concessione di derivazione di acqua dal fiume Cecina per usi minerari dovrà essere rimodulata per mettere a regime il progetto IDRO-S, nel seguente modo: il prelievo dal campo pozzi della Cacciatina (ridistribuito arealmente) dovrà essere di 2,66 moduli per il periodo 1 Gennaio – 15 Giugno e 15 Ottobre – 31 Dicembre e di 0,22 moduli per i mesi dal 15 Giugno al 15 Ottobre, fermo restando la flessibilità sui valori in funzione di situazioni di possibile emergenza tecnica e ambientale; inoltre dovrà prevedere per il periodo 1 Gennaio – 15 Giugno e 15 Ottobre – 31 Dicembre una derivazione, per il riempimento dei cavi di Montescudaio, in località Steccaia, di 2 moduli dalla testa delle piene. La rimodulazione dei prelievi nell’arco dell’anno secondo la nuova concessione ad uso minerario sarà subordinata alla completa funzionalità del progetto IDRO-S e alla ridistribuzione del campo pozzi, così come previsto dallo SIA. Entro Giugno 2011 il proponente dovrà comunque attingere almeno il 50% del proprio fabbisogno estivo (15 giugno-15 ottobre) dal cavo A di Montescudaio.

- che, con sentenze nn. 6867 e 6868 del 23.12.2010, il TAR Toscana, pronunciandosi sui ricorsi di Italia Nostra e WWF, annullava la suindicata delibera G.R.T. n. 926/2008 ed altresì i decreti del Settore regionale “Miniere ed Energia” nn.1755 e 1756 del 17 aprile 2009 concernenti il rinnovo delle concessioni minerarie “Cecina” e “Poppiano”;

- che, in particolare, il TAR Toscana a fondamento dell’annullamento della delibera GRT n. 926/2008, rilevava “il carattere palesemente vago ed inconsistente di una tale prescrizione [n.d.r. la nuova prescrizione 1.7], che non raggiunge i requisiti minimi di contenuto precettivo, ma finisce per limitarsi …alla formulazione di indicazioni vaghe, solo orientative ed ipotetiche e tutte da verificare nella loro realizzabilità concreta. Imporre, infatti, alla società proponente il pagamento della somma surriferita per l’esecuzione dell’invaso in località Puretta, “ove rispondente gli obiettivi individuati ed effettivamente realizzabile” non significa nulla, se non si è previamente verificata la rispondenza di tale invaso ai suddetti obiettivi e, prima ancora, la possibilità effettiva di realizzare l’invaso medesimo: elementi, questi, ancora non accertati, come si evince manifestamente dal tenore della prescrizione stessa. È, dunque, evidente nel caso di specie l’inversione procedimentale, poiché la rielaborazione della prescrizione in discorso avrebbe dovuto essere successiva, e non anteriore, all’accertamento degli elementi ora visti: con il corollario – come meglio si vedrà infra – della fondatezza, oltre che del primo, anche del secondo motivo del gravame originario (concernente lo sviamento di potere da cui è affetta la deliberazione gravata).

Ancora più vaga ed insoddisfacente è, poi, l’ulteriore condizione apposta, in base alla quale, qualora l’invaso in località Puretta non risponda agli obiettivi prefissati, o non sia in concreto realizzabile, la somma che deve pagare la proponente sarà destinata ad “altre misure comunque idonee a soddisfare l’esigenza di integrare l’approvvigionamento idrico dell’Alta Val di Cecina”. Sul punto, la mancata specificazione di tali misure, che non vengono indicate nemmeno sommariamente, fa sì – secondo il Collegio

– che anche in questo caso non siano raggiunti i contenuti minimi di precettività propri di una prescrizione, al cui rispetto è subordinata la valutazione ambientale positiva, restandosi, invece, sul piano delle mere enunciazioni programmatiche, dove … sono genericamente indicate le finalità, ma non i mezzi per il loro perseguimento. L’illegittimità della deliberazione gravata, allora, viene qui in rilievo sotto un duplice profilo: non solo quello per cui non vi è alcuna garanzia del rispetto delle condizioni alle quali la Regione stessa ha subordinato il “via libera” al progetto “IDRO-S” per il versante ambientale, attesa l’incertezza, da un lato, e la genericità, dall’altro, delle misure in cui detta garanzia dovrebbe tradursi, ma anche il profilo della sussistenza, laddove tali misure non trovino, poi, alcuna attuazione, degli estremi per la proponente per pretendere la ripetizione di quanto versato. In altre parole, stante la (nuova) formulazione della prescrizione di cui al punto 1.7, non vi è, allo stato, alcuna garanzia che l’esigenza di fronteggiare la crisi idrica dell’alta Val di Cecina trovi effettiva realizzazione, con il che il pagamento della somma ingente addossato alla società proponente risulterebbe privo di giustificazione, così legittimando la pretesa restitutoria di quest’ultima e ciò, tanto più per la sua configurabilità in termini di prestazione patrimoniale imposta, in violazione dei principi ex art. 23 Cost..

Dalle considerazioni ora riportate discende la fondatezza delle doglianze in cui è articolato il primo motivo del ricorso originario. Come già evidenziato, ne discende la fondatezza, altresì, del secondo motivo, a mezzo del quale la ricorrente deduce lo sviamento di potere in cui sarebbe incorsa la P.A. con l’adozione della deliberazione impugnata. Ed invero, poiché la P.A. non si è curata di verificare previamente se l’opera da eseguire con il pagamento addossato alla proponente fosse effettivamente in grado di contribuire a risolvere la crisi idrica dell’Alta Val di Cecina (e cioè l’obiettivo per cui il pagamento stesso era stato imposto), né se tale opera fosse realmente realizzabile, deve concludersi che la finalità della deliberazione de qua fosse un’altra rispetto a quella di individuare una soluzione per la crisi idrica dell’Alta Val di Cecina. Come dimostra l’inversione procedimentale analizzata più sopra, non può ritenersi che, nel caso di specie, il fine perseguito dalla P.A. sia stato davvero quello di rinvenire una modalità progettuale attuativa che assicurasse il rispetto delle condizioni, alle quali era subordinata la pronuncia positiva di compatibilità ambientale, quanto, piuttosto, il fine di creare i presupposti formali per il celere avvio del progetto “IDROS” nella sua componente industriale e, perciò, come lamenta la ricorrente, per il rinnovo delle concessioni minerarie trentennali (impugnate con i motivi aggiunti).

- che, ancora il TAR Toscana evidenziava “che la misura individuata in alternativa allo stoccaggio aggiuntivo previsto dal progetto “IDRO-S”, parte idropotabile, è un progetto di invaso non ancora approvato ed anzi, come dice la difesa stessa, tuttora (2010) sottoposto a V.I.A. da parte del settore competente dell’Amministrazione Regionale. Ancora oggi, perciò, non vi è alcuna garanzia che il progetto possa essere effettivamente approvato e poi eseguito: non si può escludere che sorgano ostacoli (ad es. in sede di V.I.A.) tali da precludere l’ulteriore iter del relativo procedimento approvativo. Donde la necessità, per poter fare assurgere il nuovo testo della prescrizione di cui al punto 1.7 cit. ad un sufficiente livello di precettività, senza farla restare allo stadio di mera aspirazione orientativa, di far precedere la deliberazione impugnata (nonché gli stessi provvedimenti di rinnovo delle concessioni minerarie) quantomeno dalla positiva conclusione del subprocedimento di valutazione della compatibilità ambientale dell’opera in esame, se non addirittura dalla positiva conclusione del procedimento di approvazione della stessa. In altre parole, le argomentazioni della Regione, dal momento che confermano che ad oggi, ed a fortiori al tempo dell’adozione degli atti impugnati, il procedimento di approvazione del progetto di invaso da realizzare in località Puretta non ha superato ancora alcuna fase tale da dare sufficienti garanzie in merito alla sua effettiva realizzabilità – per il che sarebbe stato necessario, come minimo, attendere l’esito positivo del giudizio di compatibilità ambientale dell’invaso – confermano quella inversione procedimentale prima rilevata, cui si riconnette la fondatezza delle censure della ricorrente.

Ancora minori certezze dà, poi, la pretesa garanzia aggiuntiva di destinare la somma addossata alla società proponente, ove l’invaso in località Puretta sia inadeguato od impossibile da realizzare, ad altre misure comunque idonee a soddisfare il fabbisogno idrico e ciò, oltre che per quanto poc’anzi visto, per una ragione aggiuntiva, emergente dalle stesse difese della Regione. Può, infatti, ritenersi verosimile – anche in mancanza di prove certe ed indiscutibili provenienti dagli atti – che la minore capacità di stoccaggio dell’invaso da eseguire in località Puretta, rispetto al progetto “IDRO-S” per la parte idropotabile (mc. 700.000, anziché mc. 900.000), non comporti, per ciò solo, l’inidoneità di detto invaso a soddisfare ’obiettivo prefissato (integrare l’approvvigionamento idrico per risolvere la situazione di crisi idrica), in ragione del fatto che l’obiettivo in discorso riguarda non già l’intera Val di Cecina, ma solo l’alta Val di Cecina, per la quale persiste la crisi idrica. Tuttavia, una simile giustificazione non può assolutamente ammettersi per la garanzia aggiuntiva, in quanto la mancata indicazione – almeno sommaria – delle “altre misure” idonee a soddisfare l’esigenza di integrazione dell’approvvigionamento idrico, non permette in alcun modo di valutare se tali misure, al di là della loro asserita (ma non comprovata) idoneità, assicurino uno stoccaggio aggiuntivo di dimensioni tali da contribuire a risolvere la suddetta crisi idrica: per far ciò,

infatti, sarebbe occorsa una preventiva stima del livello minimo di capacità che l’invaso da realizzare deve avere per garantire la soluzione del problema, il che non risulta sia avvenuto. È dunque fondata, per questo verso, l’ulteriore censura di difetto di istruttoria formulata con il secondo motivo.

In altri termini, una volta rilevata la persistenza della situazione di crisi idrica, quantomeno nell’alta Val di Cecina, l’Amministrazione avrebbe dovuto compiere una stima della capacità che l’invaso o altra opera da realizzare doveva avere per rispondere all’obiettivo prefissato (partendo, peraltro, dal dato dei mc. 900.000 di stoccaggio aggiuntivo previsti dal progetto “IDRO-S”, parte idropotabile) e solo dopo, e di conseguenza ad una simile stima, indicare l’opera da realizzare. La mancanza, nella deliberazione n. 926/2008, della predetta stima determina, perciò, la fondatezza del secondo motivo del gravame originario anche sotto il profilo della carenza di istruttoria (oltre che dello sviamento di potere).

- che, avverso tale decisione è stato proposto da questa Amministrazione appello innanzi al Consiglio di Stato;

- che, nelle more, con deliberazione n. 837 del 03.10.2011, la Giunta Regionale esprimeva, “ai sensi dell’art.C23 del D.Lgs. 152/2006, pronuncia favorevole di compatibilità ambientale sul progetto per la “Realizzazione di un invaso artificiale in località Puretta”, nei Comuni di Volterra (PI) e di Pomarance (PI), subordinatamente al rispetto delle prescrizioni e raccomandazioni di cui al verbale della riunione della Conferenza di Servizi del 29.07.2011”;

- che, con istanza del 18 ottobre 2011, le Società Solvay Chimica Italia e Atisale S.p.A. richiedevano di confermare la valutazione di impatto ambientale sul progetto di coltivazione mineraria di salgemma di Poppiano e Cecina e definire i termini entro i quali debbono essere realizzate le relative opere alla luce delle indicazioni provenienti dalle sopra citate decisioni del TAR Toscana;

Considerato:

che la sentenza di annullamento di un provvedimento amministrativo non esclude per l’amministrazione il

potere di rinnovare gli atti annullati, ancorché con il vincolo di non riprodurre i vizi accertati con i motivi

dell’annullamento, salvo il caso che questi ultimi implichino la consumazione del potere amministrativo (cfr.

C. Stato, sez. IV, 16.10.1995, n. 800);

che la deliberazione GRT n. 926/2008 è stata annullata con le citate sentenze nn. 6867 e 6868 del 2010

perché, nell’individuare la nuova prescrizione 1.7, vi è stata una inversione procedimentale, ovvero la

rielaborazione della prescrizione in discorso avrebbe dovuto essere successiva, e non anteriore,

all’accertamento della rispondenza dell’invaso di Puretta all’obiettivo di integrare l’approvvigionamento

idrico dell’Alta Val di Cecina e, prima ancora, della possibilità effettiva di realizzare l’invaso medesimo: in

altri termini, per il TAR Toscana, la delibera GRT n. 926/2008 e, quindi, la formulazione della nuova

prescrizione 1.7, doveva essere preceduta, da un lato, quantomeno dalla positiva conclusione del

subprocedimento di valutazione della compatibilità ambientale dell’invaso di Puretta; e, dall’altro,

conseguentemente, dalla valutazione dell’idoneità della minore capacità di stoccaggio di detto invaso a

soddisfare l’obiettivo prefissato, consistente nella necessità di integrare l’approvvigionamento idrico per

risolvere la situazione di crisi idrica nell’Alta Val di Cecina;

che il predetto vizio accertato con le citata sentenze nn. 6867 e 6868/2010 non implica la consumazione del

potere amministrativo e, conseguentemente, stante la citata valutazione positiva della compatibilità

ambientale dell’invaso di Puretta, nel caso in esame la Regione Toscana può riesercitare il proprio potere

amministrativo;

che non è necessario procedere a una nuova valutazione di impatto ambientale, approvata con la delibera

GRT n. 4/2004, sul “Progetto di Rinnovo delle concessioni minerarie per l’estrazione del minerale solido -

cloruro di sodio - denominate “Poppiano” e “Cecina” e per la modifica sostanziale dell’attività estrattiva

nelle concessioni denominate “Volterra”, “Poppiano” e “Cecina”, e le relative opere connesse, ricadenti nei Comuni di Volterra, Pomarance e Montecatini Val di Cecina (PI)”, giusta il riconoscimento del TAR

Toscana della sua legittimità con sentenze nn. 1048, 1049 e 1050 del 03.07.2007, confermate dal Consiglio

di Stato con sentenze nn. 5263, 5262 e 5261 del 2009;

che, pertanto, giusta l’istanza di parte, si rende necessario - da un lato - accertare la persistenza della crisi idrica nel periodo estivo-autunnale in rapporto ai fabbisogni idropotabili delle popolazioni interessate

dell’Alta Val di Cecina; e – dall’altro - valutare l’idoneità dell’invaso di Puretta ad integrare

l’approvvigionamento idrico quale contributo per risolvere la situazione di crisi idrica nell’Alta Val di

Cecina;

Vista l’istanza del 18 ottobre 2011 delle Società Solvay Chimica Italia e Atisale S.p.A., al protocollo n.

265999/L.60.20.7 del Settore Energia in data 25 ottobre 2011, pervenuta a questo Ufficio VIA in data 18 novembre 2011, volta a richiedere di confermare la valutazione di impatto ambientale sul progetto di coltivazione mineraria di salgemma di Poppiano e Cecina e definire i termini entro i quali debbono essere realizzate le relative opere alla luce delle indicazioni provenienti dalle citate decisioni del TAR Toscana nn. 6867 e 6868 del 2010;

Preso atto che allo scopo è stato attivato un procedimento istruttorio mediante convocazione presso il Settore

regionale VIA di una Conferenza di servizi interna agli uffici regionali, svoltasi in data 13 dicembre 2012, e successiva Conferenza di servizi delle Amministrazioni interessate tenutasi nella seduta del 22 dicembre 2012;

Visti i verbali conclusivi delle Conferenze suddette ove - a fronte di analitica istruttoria tecnica ivi

espressamente riportata - risulta accertata sia la persistenza della carenza di risorse idriche nel periodo estivo negli stessi termini individuati nelle conferenze di servizi del 2008 sia la capacità dell'invaso di Puretta di risolvere definitivamente le problematiche di approvvigionamento dell'Alta Val di Cecina, come da relativa VIA favorevole pronunciata con la recente delibera G.R. n. 837/2011, con conseguente proposta di modifica

del quadro prescrittivo della VIA rilasciata nel 2004 in base alle considerazioni e motivazioni esplicitate nei verbali medesimi allegati alla presente delibera quali parti integranti e sostanziali (All.1 e All.2) ;

Richiamata la propria delibera n. 196 con la quale, nella seduta di Giunta del 12/03/2012, è stato approvato lo schema di Protocollo d'Intesa avente ad oggetto la “Verifica dell'attuazione del protocollo d'intesa di cui alla DGR n. 820/2001 e sottoscritto in data 26 luglio 2001 ad oggetto l'attivazione del contratto di collaborazione industriale ETI-SOLVAY Chimica Italia S.P.A. per le estrazioni di salgemma”, da sottoporre alla firma di tutti i soggetti interessati quali nella specie: Regione Toscana, Solvay spa, Atisale spa, province di Pisa e Livorno, Unione dei Comuni Alta Val di Cecina, comuni di Pomarance, Montescudaio, Montecatini in Val di Cecina, Rosignano;

Ritenuto di condividere le conclusioni espresse in entrambi i verbali delle Conferenze di servizi del 13 e del 22 dicembre 2011, quali parti integranti e sostanziali del presente atto;

A voti unanimi,

DELIBERA

1. di modificare le prescrizioni 1.7, 1.8, 1.9, 1.10 di cui al verbale allegato alla delibera GR n.4/2004

avente ad oggetto “L.R. 79/98 ex artt. 14 e segg. Progetto di rinnovo delle concessioni minerarie per

l'estrazione del salgemma denominate Cecina, Volterra e Poppiano. Proponente Soc. solvay Chimica italia e

Atisale s.p.a”;

2 2. di sostituire la prescrizione 1.7 citata al punto precedente con la seguente nuova formulazione:

3

1.7 Oltre alla realizzazione del progetto IDRO-S per uso industriale, la società Solvay dovrà concorrere

con la somma di Euro 4.650.000, come determinata dagli Uffici Tecnici del Genio Civile di Lucca e

Pisa e di Livorno, corrispondente alla cifra necessaria alla realizzazione del progetto IDRO-S per la

parte idropotabile, quale contributo alla realizzazione dell’invaso in Loc. Puretta di cui alla delibera

GRT n. 837 del 03.10.2011, quale misura idonea a contribuire a risolvere la crisi idrica dell’Alta Val di

Cecina. A tal fine, la cifra di cui sopra dovrà essere versata al soggetto attuatore di tale misura. La Soc.

Solvay dovrà erogare detta somma di denaro, su indicazione della Giunta Regionale, a seguito

dell’ottenimento di tutti gli atti autorizzativi necessari alla realizzazione del progetto approvato;

3. di modificare la prescrizione 1.8 citata al punto 1 come di seguito:

1.8 L’entrata a regime del progetto IDRO-S industriale dovrà avvenire entro il mese di ottobre 2016.

Entro il mese di giugno 2014, e salvo il mancato ottenimento delle autorizzazioni per la realizzazione

della tubazione, il contributo mensile fornito dai pozzi dovrà almeno dimezzarsi rispetto all’attuale nel

periodo Giugno Ottobre e il complemento al fabbisogno idrico totale per l’attività mineraria dovrà

essere recuperato dal cavo A di Montescudaio previo completamento della messa in opera della nuova

tubazione;

44. di abrogare la prescrizione 1.9 citata al punto 1;

5. di modificare la prescrizione 1.10 citata al punto 1 del presente atto come di seguito:

1.10 La richiesta di rinnovo di concessione di derivazione di acqua dal fiume Cecina per usi minerari

dovrà essere rimodulata per mettere a regime il progetto IDRO-S, nel seguente modo: il prelievo dal

campo pozzi della Cacciatina (ridistribuito arealmente) dovrà essere di 2,66 moduli per il periodo 1

Gennaio – 15 Giugno e 15 Ottobre – 31 Dicembre e di 0,22 moduli per i mesi dal 15 Giugno al 15

Ottobre, fermo restando la flessibilità sui valori in funzione di situazioni di possibile emergenza tecnica

e ambientale; inoltre dovrà prevedere per il periodo 1 Gennaio – 15 Giugno e 15 Ottobre – 31

Dicembre una derivazione, per il riempimento dei cavi di Montescudaio, in località Steccaia, di 2

moduli dalla testa delle piene. La rimodulazione dei prelievi nell’arco dell’anno secondo la nuova

concessione ad uso minerario sarà subordinata alla completa funzionalità del progetto IDRO-S e alla

ridistribuzione del campo pozzi, così come previsto dallo SIA. Entro il mese di giugno 2014 il

proponente dovrà comunque attingere almeno il 50% del proprio fabbisogno estivo (15 giugno-15

ottobre) dal cavo A di Montescudaio.

I verbali della Conferenza di servizi interna del 13/12/2011 (Allegato 1) e della Conferenza di servizi

esterna del 22/12/2011 (Allegato 2) costituiscono parte integrante e sostanziale della presente

deliberazione.

Il presente atto è pubblicato integralmente sul BURT ai sensi dell’art. 5 comma 1 lettera g) della LR 23/2007

e s.m.i. e sulla banca dati degli atti amministrativi della Giunta regionale ai sensi dell’art. 18 comma 2 della

medesima legge regionale.

SEGRETERIA DELLA GIUNTA

IL DIRETTORE GENERALE

ANTONIO DAVIDE BARRETTA

Il Dirigente Responsabile

Paolo Baldi

Il Direttore Generale

ANTONIO DAVIDE BARRETTA