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La sinistra è finita in discarica?

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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

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DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

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idrogeno, nessuno dei candidati sindaco ne parla PDF Stampa E-mail

Rosignano, da almeno 80 anni è il polo principale di produzione d'idrogeno d'Italia: Rosignano e la Toscana potrebbero divenire un polo di eccellenza verso la riconversione ecologica all'idrogeno della mobilità e della generazione di energia elettrica. Ma nessuno ne parla, neanche a fini occupazionali, neanche i candidati a sindaco di area alternativa. La proposta è estensibile a Piombino e a Livorno, che ospitano poli industriali in forte crisi.

 

Rosignano, troppi galletti nel “pollaio” elettorale e poche idee: soprattutto manca la principale, l’idrogeno.

Alla sinistra (vera o presunta) del PD si presentano alle comunali di Rosignano ben tre liste (Marabotti, Settino e Bini), che finiranno per danneggiarsi a vicenda,  con il risultato  probabile di ottenere non più di 4.000 voti collettivamente, con ciò mandando al ballottaggio PD e Lega, con la conseguenza di trovarsi a scelte super-imbarazzanti sul con chi schierarsi al secondo turno. Ma su questo terreno,dei calcoli elettoralistici, mi fermo qui.

Quello che invece mi preme sottolineare in questo intervento è la scarsità di idee dei vari programmi elettorali dei tre “galletti” alternativi: programmi che – si badi bene – sono per una buona gestione del territorio e dell’ente locale, una gestione “riformista” dell’esistente, senza cambiare sostanzialmente nulla nel profondo. Come se Rosignano fosse un’isola a se stante, non toccata dalle crisi planetarie emergenti (ormai da decenni) dell’alterazione climatica, della fine tendenziale delle risorse fossili, della guerra incombente. Mi sento già nelle orecchie: altri penseranno alle crisi planetarie, non spetta a noi, noi vogliamo /dobbiamo dare messaggi rassicuranti agli elettori.

Al contrario, secondo me, Rosignano ha le competenze e quindi il dovere di dare messaggi  più alti e complessivi alle crisi complessive, riassumibili in una parola: idrogeno.

La Solvay presentò nell’oramai lontano 2011 la sua barca a idrogeno al porto di Crepatura: solo propaganda aziendale ? non credo. Credo che fosse anche un messaggio a chi voleva capire. Solvay produce, stocca e riusa  dal 1939 idrogeno dall’elettrolisi del sale, puntando al cloro e alla soda caustica a Rosignano. E’ l’azienda  in Toscana e in Italia con le maggiori competenze sull’idrogeno, che è il miglior “vettore” di energia, producibile con energie alternative rinnovabili (sole, vento) dall’acqua di mare. Allora perché non lo produce su larga scala, anziché come sottoprodotto del cloro-soda  ? a mio avviso, non lo fa solo per un eccesso di prudenza imprenditoriale (altro che “rischio dell’imprenditore” a cui ci hanno abituato sui banchi di scuola), perché in altre parole non vede (non c’è) una rete di distribuzione dell’idrogeno né in Toscana, né in Italia, pochissimo anche in Europa. Eppure il mercato sarebbe immenso, dall’autotrazione di auto, camion, treni, navi, alla generazione elettrica, all’uso domestico (una ditta di San Giuliano pisano ha messo a punto una caldaia a idrogeno che con una spesa di 600 euro l’anno in idrogeno fornisce, oltre al calore necessario, anche energia elettrica).

Come si  intuisce, l’idrogeno prospetta una enorme riconversione ecologica dell’economia, caratterizzata da zero emissioni climalteranti e nocive per gli esseri viventi,  la non dipendenza da fonti estere di combustibili fossili, l’accessibilità all’energia anche da parte di paesi poveri, ed anche di buona occupazione, anche nella decadente fabbrica di Rosignano, aspetto che dovrebbe interessare innanzitutto ai candidati sindaco.

Ovviamente la riconversione a idrogeno cozza con enormi interessi contrapposti, legati alla fornitura e all’uso di combustibili fossili: ogni nuovo gasdotto, come il TAP in Puglia, ogni riconversione di navi a GNL (come si prospetta intorno al rigassificatore OLT di Livorno), ogni spesa militare per il controllo di petrolio e gas in Libia e nel nord Africa, richiederanno anni di ammortamento di queste immense quanto dissennate spese, e soprattutto rinvieranno sine die la riconversione ecologica verso l’idrogeno.

Questa riconversione comporta quindi un immenso coraggio politico per promuoverla, coraggio e consapevolezza che non si intravedono, né a livello locale, né regionale, né nazionale, né europeo.

Nell’anno delle celebrazioni del grande genio di Leonardo da Vinci potrebbe la Toscana, partendo proprio da Rosignano, farsi promotrice di questa enorme, pacifica, obbligata riconversione ecologica dell’economia ? Ne dubito, ma lo spero, e so di avere dalla mia parte milioni di giovani nel mondo, quelli del Friday for Future, e di miliardi di uomini e donne a cui finora è stato negato il  diritto all’energia.

Maurizio Marchi per Medicina democratica

8.5.19