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No al polo GNL a Livorno, si al polo dell’idrogeno PDF Stampa E-mail

Olt , arrivano gli ultimi sostenitori, i grillini

No al polo GNL a Livorno, si al polo dell’idrogeno

 

25 anni fa il guru genovese parlava dell’idrogeno nei suoi spettacoli. Spettacoli appunto: oggi che questi signorini hanno preso il ministero e gli assessorati allo sviluppo economico, di idrogeno non ne parla più nessuno. Parlano solo di ciò che vuole il padrone, sia esso Olt, TAV, TAP o USA . E’ durata proprio poco la “rivoluzione propulsiva” del guru.

Sul Tirreno di venerdi  15 marzo 2019 – mentre in tutto il mondo si manifestava contro i cambiamenti climatici -  è apparsa una paginata di  desideri di OLT, attorniata dai suoi servetti, tra cui l’assessora PD della giunta regionale Fratoni e l’assessora Martini della giunta Nogarin. “La rivoluzione delle navi, andranno a gas, meno smog.” E poi la stessa Martini “Vogliamo Livorno polo del gnl per le flotte”. In tutta la paginata i 22 km dalla costa del rigassificatore , sono divenuti magicamente  il doppio, 22 miglia marine, cioè il doppio di lontananza, e quindi di garanzia. Ma questi sono dettagli.

Per la verità la svolta non è proprio tale. La giunta Nogarin fin dal principio fece una sviolinata ad OLT, con una risoluzione del 2014:

“Giunta comunale Livorno 5.11.14

In data 20 dicembre 2013 OLT (Offshore LNG Toscana) ha avviato le attività commerciali

del terminale galleggiante di rigassificazione che riporta il gas naturale liquefatto (GNL)

ricevuto da navi metaniere (che possono trasportare circa 130.000 metri cubi di GNL,

equivalente a circa 80 milioni di metri cubi di metano) allo stato gassoso per essere immesso

nella rete di distribuzione nazionale attraverso una condotta che lo collega alla terra ferma.

Il rigassificatore OLT offshore è posizionato a circa 22 km dalla costa tra Livorno e Pisa ed è

autorizzato per una capacità di rigassificazione di 3,75 miliardi di metri cubi annui (che

corrispondono circa al 4% dell’intero fabbisogno nazionale, che in situazioni di punta può

arrivare fino al 10%), una capacità massima di rigassificazione di 15 milioni di metri cubi al

giorno e una capacità di stoccaggio di 137.500 metri cubi di GNL.

La rigassificazione è un metodo di acquisizione del gas naturale che consente di svincolare

l’Italia dall’obbligo di approvvigionamento tramite i gasdotti, tuttavia presenta intrinseche

criticità dal punto di vista tecnico-gestionale. L'infrastruttura energetica è stata realizzata e

messa in esercizio con l’obiettivo di garantire un’adeguata diversificazione delle fonti di

approvvigionamento e favorire la massima diffusione del gas naturale sul territorio

(considerato dal Piano Energetico Regionale la fonte energetica che “traghetterà” verso il

pieno sviluppo delle rinnovabili). Il gas naturale, in relazione al presente Piano, ricopre un

ruolo fondamentale tenuto conto degli effetti climalteranti dei prodotti della combustione

rispetto a quelli delle altre fonti fossili.”

Tornando al Tirreno di venerdi e alle dichiarazioni dell’ass. Martini : “E’ vero che il gnl sicuramente non è la migliore soluzione possibile sul lungo periodo dal punto di vista ambientale, ma si tratta di un passaggio intermedio, in attesa che una tecnologia ancora più pulita si sviluppi  nel settore trasporti via terra ma soprattutto via mare.   ….. a Livorno abbiamo un problema cogente: la presenza in porto delle navi da crociera che mantengono a lungo i motori accesi, finendo per saturare  l’aria che diventa irrespirabile per gli abitanti dei quartieri vicini”.

Come se trasformare a metano le navi, da crociera e non, fosse più breve e più sostenibile della loro trasformazione a idrogeno, e nella “cogenza” attaccarle alle banchine elettrificate. Inoltre e soprattutto, di “passaggi intermedi” del genere è lastricata la strada dell’energia elettrica in Italia, passata dalla combustione di olio combustibile a quella del gas metano, a suon di megaincentivi statali,  invece di passare subito alle energie rinnovabili. Come di 315 milioni di incentivi ha vissuto finora la OLT, sotto il naso della giunta grillina.

Occorre renderci conto fino in fondo che ogni investimento in  gasdotti (TAP, ma non solo), rigassificatori e trasformazioni a metano di mezzi navali richiederà decenni di ammortizzazione degli investimenti miliardari, e rinvierà sine die il passaggio – realmente di svolta – ad una economia all’idrogeno. Quindi è molto più realistico, fondato e sostenibile fare di Livorno un polo d’avanguardia per la produzione di idrogeno, anziché  del  gnl, secondo i desideri di OLT. Anche per evitare eventi traumatici sui lavoratori ENI.

Mentre tutti si associano, ipocritamente, alle proteste di Greta e di milioni di cittadini in tutto il mondo, fortemente preoccupati  per i cambiamenti climatici, nella Livorno grillina si pianifica invece la continuazione sine die della combustione di combustibili fossili, come il gnl ?  A questa proposta di polo del gnl a Livorno, occorre opporsi duramente, senza se e senza ma.

Maurizio Marchi per Medicina democratica   17.3.19

 

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