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Arpat, il vivaismo inquina le acque PDF Stampa E-mail

LO CERTIFICA ARPAT, IL VIVAISMO INQUINA LE ACQUE DEL PISTOIESE, ASSURDO AMPLIARNE L’ESTENSIONE

Il recente report di ARPAT “Andamento della contaminazione da fitofarmaci nel territorio di Pistoia” conferma  la grave contaminazione delle acque della piana pistoiese per effetto pesticidi utilizzati nel floro-vivaismo già evidenziata dal report dell’anno precedente.

Anche nel 2017 “le maggiori criticità riscontrate riguardano il Glifosate … nonché il suo prodotto di degradazione, l’AMPA”, ma non solo: infatti, come scrive ARPAT

le stazioni della piana vivaistica pistoiese sono certamente le più contaminate, non solo da AMPA e Glifosate ma da numerosi principi attivi che raggiungono concentrazioni notevoli”. Gli standard di qualità ambientale per tutti i pesticidi sono stati superati in 9 stazioni su 16, tra cui tutte e 4 quelle analizzate nella piana vivaistica, una delle quali con una concentrazione oltre 20 volte il limite. Se si guarda invece il singolo principio attivo, sono ben 14 su 16 le stazioni in cui si sono avuti superamenti dei limiti (ma nelle 2 stazioni che rientrano nei limiti non sono stati ricercati n Glifosato né AMPA!); in tutte le stazioni della piana vivaistica tali superamenti interessano molteplici pesticidi (in quella maggiormente inquinata ben 9 principi attivi diversi). Le preoccupazioni quindi non sono limitate al Glifosato (un probabile cancerogeno per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, capace di interferire col sistema endocrino e di alterare gravemente la flora batterica intestinale con possibili effetti neurotossici) o al suo prodotto di degradazione AMPA (non meno pericoloso della sostanza originaria), ma anche al micidiale cocktail di principi attivi contemporaneamente presenti, in alcuni casi con concentrazioni superiori ai limiti, come ad esempio l’insetticida Imidacloprid - un neonicotinoide gravemente tossico per le api  (attualmente ne è vietato l’uso all’aperto), trovato in oltre il 60% dei campioni analizzati, o  l’erbicida 2,4-D ( uno dei componenti del famigerato agente arancio usato in Vietnam). In ogni caso, anche quando le concentrazioni dei singoli principi attivi sono al di sotto dei limiti, la presenza contemporanea di tanti pesticidi – fino a 15 nel medesimo campione – deve essere fonte di grave preoccupazione per i possibili e imponderabili effetti sinergici di simili miscele.  Tra i principi attivi ritrovati anche il Clorpirifos, un’insetticida fosforganico con effetti neurotossici capace di danneggiare lo sviluppo del cervello anche a dosi bassissime, come è stato illustrato anche nella recente puntata televisiva di Presa Diretta. Ciò che è più grave è che questo insetticida è stato ritrovato anche in un pozzo per uso potabile in Valdinievole ed in 3 punti di prelievo di acque superficiali per uso umano della piana pistoiese. In uno di questi punti il Clorpirifos ha superato il limite in una delle analisi. Ma la contaminazione delle acque superficiali ad uso potabile non si limita a questo: in tutte le stazioni in cui sono stati cercati (7 su 10) sono stati ritrovati sia AMPA che Glifosato ed in ben 6 di esse almeno uno dei due principi attivi la concentrazione media annua superava abbondantemente il limite.

Anche se c’è da preoccuparsi, non c’è certo da stupirsene. Come afferma ARPAT nel rapporto, infatti “dall’attività di controllo sull’osservanza delle aree di salvaguardia stabilite dall’art.94 del D.Lgs 152/06, è emerso che non è rispettata la fascia di 200 metri intorno ai pozzi per scopo idropotabile (pozzi dell’acquedotto)”. Ma, aggiungiamo noi, la fascia dei 200 m e in alcuni casi anche quella di tutela assoluta di 10 m stabilite dal decreto citato non è rispettata neppure per i punti di prelievo delle acque superficiali: basta guardare le aerofotogrammetrie che la stessa ARPAT pubblica  sul sito del Sistema Informativo Regionale Ambientale della Toscana (SIRA) per rendersene conto.

Qui riportiamo la foto aerea del Lago Briganti ad Agliana, uno degli invasi per uso idropotabile in cui è stato trovato, tra l’altro, anche il Clorpirifos, ma in cui, chissà perché, non sono state fatte le analisi del Glifosato …

A questo punto non possiamo che concordare con ARPAT quando afferma che sono doverosi “energici interventi correttivi delle pratiche agricole, in particolare di quelle vivaistiche” e “auspica che la Regione Toscana decida di adottare misure di limitazione/sostituzione/eliminazione nei confronti dei diserbanti (misura 10 delle linee guida).”

Anche noi lo auspichiamo, anzi lo chiediamo a  gran voce.

Anche noi, come per Arpat, tutta la disciplina del florovivaismo è da rivedere, cominciando dal non ampliare le aree ad esso vocate come sosteniamo da tempo.

 

20.2.19

Medicina democratica, ISDE, ABC