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Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

scapigliato, una discarica lunga mezzo secolo PDF Stampa E-mail

Scapigliato, la discarica da mezzo secolo

Dopo due anni di teatrino, di dinieghi e richieste di approfondimenti, sette conferenze dei servizi con almeno una ventina di sedute, la Giunta Regionale Toscana ha autorizzato la REA di Rosignano ad ampliare la discarica di Scapigliato per ulteriori 3,3 milioni di metri cubi di rifiuti, per l’80% speciali “non pericolosi” ed il restante 20% di rifiuti urbani, per 14 anni. Essendo nata nel 1982, con l’attuale autorizzazione (Delibera 160 dell’11.2.19), la discarica perdurerebbe fino al  2033, per una durata complessiva di 51 anni. E’ un record in Toscana, e probabilmente in italia. Ma nel 2033 resterebbe in funzione il biodigestore per 90.000 tonnellate di rifiuto umido, molto “odorigeno”, per altre decine d’anni.

CI chiediamo: ma quale condanna devono scontare gli abitanti della zona, in particolare  quelli di Orciano e Santa Luce, che non ricavano un euro dalla discarica,  e che sono esposti da decenni alle sue esalazioni ?

Teniamo presente che la regione ha ricevuto ben 6.500 osservazioni contrarie da parte di associazioni e cittadini, e che due comuni (Orciano e Santa Luce) su tre[1] coinvolti nelle Conferenze dei servizi hanno espresso parere negativo.

Nonostante tre dirigenti di REA siano stati coinvolti nell’inchiesta della Direzione antimafia di Firenze , per traffico illecito di rifiuti  nell’inchiesta Lonzi-Rari, sospesi dall’incarico, poi prosciolti, nonostante la ex presidente Lilia Benini nel 2016 abbia dovuto dare le dimissioni , dichiarando che il pulper di cartiera era arrivato a Scapigliato “a sua insaputa”, nonostante l’ex direttore Massimiliano Monti rivendichi   un milione di euro di liquidazione per essere stato sfiduciato dall’amministratore delegato Giari e messo alla porta, nonostante tutte queste premesse di serietà e trasparenza, la giunta regionale ha ritenuto  affidabile il progetto di REA, nonostante che nessuno sappia dove troverebbe il capitale per costruire il biodigestore (24/35 milioni di euro), che oltre all’ampliamento e ai rifiuti contenenti amianto per 112.000 metri cubi, sarebbe il cuore del progetto  cosidetto “Fabbrica futura”.

La regione ha dato 96 prescrizioni  a cui REA dovrebbe attenersi, ma non si sa chi ne controllerà il rispetto.

Sugli scarichi nelle acque superficiali fuori dalla discarica sono stati fissati limiti per  decine di inquinanti tra cui arsenico, cromo, cadmio, selenio, zinco, rame, piombo, solfati, solfiti, ecc.

Per dire l’accuratezza con cui è monitorata la discarica, nel settembre scorso si sono introdotti in discarica dei bracconieri, tagliando la rete, non ripresi dalle telecamere, per cacciare due caprioli che da tempo vivevano (poveretti) dentro la discarica: ne ha dato  notizia la stessa REA il 25.9.18, sottolineando “ il conseguente grave rischio di poter determinare incidenti. La diffusa presenza di centraline e tubazioni che captano il biogas prodotto dalla discarica è un oggettivo e serio rischio per l’uso delle armi.”

Aspettiamo i candidati sindaci a Rosignano ad esprimersi  contro il progetto che, anche se autorizzato, non è detto che venga realizzato. Gli oppositori “storici” e la popolazione intanto stanno preparando iniziative di opposizione, da una manifestazione al ricorso al TAR.

Medicina democratica 19.2.19

in allegato la delibera 160 e i due allegati

 


[1] Il terzo comune è quello di Rosignano Marittimo, proprietario di REA.

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