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chiusura dei manicomi, per una psichiatria democratica PDF Stampa E-mail

Grave lutto per la scomparsa di Paolo TRANCHINA a Firenze.

La scomparsa di Paolo Tranchina

 

Pubblicato Venerdì, 28 Dicembre 2018 16:04

 

PSICHIATRIA DEMOCRATICA

 

Grave lutto di Psichiatria Democratica per l’improvvisa scomparsa di

Paolo Tranchina.

Paolo ha rappresentato, con la sua vita coerente e impegnata, la nostra continuità all’idea di rivoluzione nelle relazioni di cura praticata da Franco Basaglia e da Agostino Pirella, del quale fu stretto collaboratore negli anni della esperienza aretina. Vogliamo ricordarlo, con grande affetto e ammirazione, per lo straordinario, coraggioso e infaticabile impegno per la rivista (fondata nel 1972) dei “Fogli d’informazione” di cui fu, nel corso degli anni, sempre più anima e mattatore. Ci piace ricordarlo, altresì, per la sua incessante ricerca di sempre nuovi e più appropriati modelli scientifici di approccio alla sofferenza mentale, come Psicoanalista, Dirigente sanitario, ma anche per le sue pratiche di operatore della salute mentale di comunità e di formatore e divulgatore, attento e acuto, delle sperimentazioni in atto, per l’affermazione di una psichiatria democratica…

A Maria Pia ed a Teresa, in questo triste momento, l’abbraccio più forte, da parte di tutta Psichiatria Democratica.

Caro Paolo ti abbiamo stimato e da te abbiamo appreso, caro Paolo di abbiamo voluto assai bene. Assai.

Un grande affettuoso abbraccio da tutti i tuoi compagni di Psichiatria Democratica. Ciao.

clicca su leggi tutto per ricordi e testimonianze di T. Tranchina, F. Cantalice, G. Pullia, E. Cristina e N. Scotta, T. Alamprese, V.Leoci, Stefano Dei, P. Ortano, R. Canosa, P. Palomba, L. Ferrannini, I.Volpi :

 

Un ricordo privato

 

Non ci sono parole per descrivere Paolo Tranchina, chi lo ha conosciuto può immaginare quanto fosse meraviglioso, a tratti complesso, dolcissimo e gratificante averlo come padre.

 

Vorrei condividere con voi un punto di vista privato del più noto profilo pubblico, con tre aneddoti

 

La redazione dei Fogli di Informazione

 

Dopo aver cambiato editore il salotto di casa nostra si è riempito. Libri impilati ovunque, scatole piene di Fogli in partenza, buste ed etichette in ogni angolo impedivano passaggio.

 

Ad ogni nostra rimostranza sull’uso improprio del divano lui replicava: questo non è un salotto, è la redazione dei Fogli di Informazione!!!

 

Scuola guida a San Salvi

 

A 18 anni papà mi insegnò a guidare, e per esercitarci la domenica mi portava a San Salvi. Vagavamo tra i padiglioni e le storie del manicomio si intrecciavano con le lezioni sul parcheggio.

 

La consacrazione televisiva

 

Pur non essendo il suo campo, raggiunse una certa notorietà tra i non addetti ai lavori quando l’avvocato di Pacciani gli chiese di scrivere la postfazione del suo libro “Pacciani è innocente”.

 

Per questo fu invitato a Mixer su Rai 2 in una puntata dedicata al “Mostro di Firenze”.

 

Ovviamente in molti videro il programma e, consacrato dalla TV come esperto psicologo, da quel giorno per tutti, dal salumiere alle mamme di scuola e in tutto il quartiere, era “il Dotto

 

Teresa Tranchina

 

 

Ricordo di Paolo

Paolo ci lascia un'eredità e una testimonianza essenziali per ricordare le battaglie antiistituzionali e la costruzione appassionata e creativa dei nuovi servizi psichiatrici dopo la chiusura dei manicomi sancita dalla Legge 180.La sua grande tenacia ha fatto sì che la sua- e nostra -splendida rivista Fogli di Informazione attraversasse i decenni  documentando le esperienze più significative del Movimento .Ricordo ancora le sue affettuose e grintose telefonate per ricordarci personalmente di rinnovare l'abbonamento a Fogli ! Ricordo le sue immense professionalità e umanità ,unite all'ironica ed allegra schiettezza toscana . Le sue magnifiche supervisioni con tutti gli operatori dei servizi psichiatrici ,con valorizzazione del lavoro di equipe,descritte nei volumi " Il segreto delle pallottole d'argento " e "Un sagittario venuto male ",insieme all 'originalissimo "Portolano di Psicologia ",scritto con la moglie Maria Pia Teodori e altri, dovrebbero far parte del bagaglio culturale di tutti gli operatori. Queste opere dovrebbero essere adottate  come testi fondamentali nelle scuole di specializzazione in Psichiatria dell'Università, dominate spesso da visioni riduzionistiche di tipo biologico e farmacologico. È  attualissima la sua descrizione  critica dei transfert e controtransfert istituzionali.

Ricordo il suo contagioso entusiasmo quando portò in Puglia per alcune mostre le sue sculture in pietra così junghianamente grezze ed espressive !

Penso che il modo migliore per noi di ricordarlo sia cercare di far sopravvivere e crescere l'amata rivista Fogli, prezioso strumento di diffusione tra le giovani generazioni della passione antiistituzionale e delle esperienze dei nuovi servizi psichiatrici.

Siamo molto più poveri senza di lui e consapevoli dell' impossibilità di sostituirlo Ma siamo convinti che la sua fiducia nella capacita' trasformativa dell'azione collettiva continuerà a stimolarci nel  percorso di difesa e sempre migliore programmazione ed attuazione di un progetto di salute mentale di comunità in grado di ampliare il riconoscimento del diritto alla felicità e a una vita piena e dignitosa per tutti i  cittadini del mondo.

 

Filippo Cantalice

 

Non c’è più Paolo Tranchina, che era per tutti i Fogli d’informazione.

 

Ma lui era anche l’ inconscio istituzionale, Afrodite e le Grandi Madri.

 

Era anche il numismatico, lo scultore, l’artista, grazie a talenti sul cui sviluppo certo avevano influito il pensiero e gli stimoli di C.G.Jung.

 

Era anche il legame con Norman Elrod e il suo 'Istituto di psicoterapia analitica di Zurigo-Kreuzlingen’, l’anima degli incontri a Venezia e a Kreuzlingen.

 

Quando fu anche un formatore dell’ equipe del DSM di Treviso, mentre si chiudevano i manicomi e si aprivano i Centri di Salute Mentale era chiaro che per lui esistevano le parole che curano proprio in quanto l’istituzione stava facendo i conti con la sua storia, le sue resistenze, i suoi pregiudizi, la sua cultura, il suo inconscio.

 

Ma vorrei ricordare la sua costante presenza in tutte le iniziative di Psichiatria Democratica. E i confronti inesauribili con Agostino Pirella, le affabulazioni, i convivi colti e piacevoli, l’amore per la buona cucina, l’allegria sempre, nonostante le circostanze a volte nemiche.

 

Un abbraccio a Maria Pia, ben più che una compagna e collaboratrice.

 

Ci mancherai, Paolo.

Guido Pullia

 

 

Paolo ci ha lasciati

 

noi più tristi

 

il mondo più povero

 

Ci piace ricordarlo come maestro

 

Maestro di etica di rigore di utopia

 

Al di sopra di rigidi schematismi e di atteggiamenti settari

 

ci ha sempre insegnato ad essere liberi

 

nella ricerca del benessere e della libertà delle persone

 

come compagno di Psichiatria Democratica

 

come docente alla Scuola di Specializzazione dell’Università di Verona

 

come referente alla formazione della Regione Piemonte

 

come Direttore dei Fogli di Informazione

 

come supervisore nel nostro servizio, con vivacità, dolcezza e ironia

 

sempre stimolo e guida

 

ci manchi

Ezio Cristina e Nino Scotta

 

Nel lontano 2006, abbiamo avuto il piacere di avere il dr.Paolo Tranchina come formatore clinico per gli operatori delle due case alloggio psichiatriche di Genzano di L. e Vallina, gestite dalla cooperativa Auxilium.

In quelle giornate formative ci ha motivati a saper gestire qualsiasi situazione, insieme come gruppo, a difendere la legge 180, nei percorsi di partecipazione, nella costruzione di una solidarietà sociale, creando momenti di incontro e senso collettivo per arginare pregiudizi e solitudini, di restare sempre dalla parte degli esclusi.
In questi incontri formativi ci ha dato molto di più di quanto non avessimo mai pensato.
Lo ricordiamo non solo avendolo incontrato nei vari convegni di Psichiatria Democratica, ma con i Fogli d'informazione, ne aveva la direzione, ma soprattutto era il promotore, era l'anima.
Questo voglio continuare a portare di lui, dentro di mecome dono che non finirà mai.

Teresa Alamprese socia di PD

 

MENTE SAPIENTE ARRICCHITA DA UNA COMICITA' TIPICAMENTE FIORENTINA.
UN GRANDE UOMO CON SQUISITE CAPACITA' DI TRASFERIRE EMOZIONI OLTRE CHE NOZIONI.
PER ALCUNI ANNI HA ATTRAVERSATO I SENTIERI AUXILIUM ARRICCHENDOLI CON LE SUE INNUMEREVOLI COMPETENZE

L'EDUCATRICE PROFESSIONALE VITA LEOCI CASA
ALLOGGIO ALBA GENZANO DI L. SOCIA PD

 

 

Paolo Tranchina mi piaceva. Mi attirava. Ammiravo la sua passione per la parola, la profondità del suo pensiero e nello stesso tempo il piacere dello stare insieme a lui al tavolo di un bar o in una vineria di Firenze. Non ho mai lavorato con lui, per mia sfortuna l’ ho conosciuto tardi ma tra le tante cose che questo straordinario gruppo di  rivoluzionari ha prodotto il libro di Paolo

” Psicoanalista senza muri” ha significato molto per me. In quelle pagine ho sentito la carne viva del processo di deistituzionalizzazione, raccontata giorno per giorno, in una sorta di delirio di trasformazione che coinvolgeva tutti, pazienti, operatori, società civile.

“ E’ il partire dall’ ultimo, da chi sta peggio, che ti permette di riscrivere la totalità dei rapporti e capire la totalità dei problemi” Queste sono parole sue e mi piace pensarlo così, con questo pensiero, mentre sbozza la pietra per una nuova idea da offrire a tutti noi.

Stefano Dei- Infermiere

 

Un frammento del passato.....

Coinvolsi per la prima volta Paolo in un percorso di supervisione nel lontano 1997 quando stavo lavorando alla costruzione di una alternativa al manicomio di Aversa. Avevo appena intrapreso l’avventura della SIR di Bellona. Ho ancora negli occhi i momenti di autentico coinvolgimento affettivo che aveva instaurato con gli operatori, in special modo con gli infermieri che provavano a mettersi alle spalle il passato manicomiale. Il ricordo della sua semplicità e densità di pensiero sono ancora vivi. E che dire dei momenti di convivialità in cui ancor di più di più riusciva a trasmettere la sua esperienza di deistituzionalizzazione.

Grazie per la tua lezione

Ciao Paolo, ci mancherai

Peppe Ortano

 

 

In ricordo di Paolo Tranchina

 

Paolo carissimo, sei stato una persona appassionata.

 

Hai avuto passione per la cultura, per il bello, per la psicanalisi, per la politica, ma soprattutto per le persone.

Caro Paolo, sei stata una persona tenace. Basti pensare che hai fondato, curato e amato “Fogli di Informazione” per quarantasei anni, record mondiale di durata per una rivista dei “movimenti”.

Caro Paolo, sei stato una persona entusiasta, entusiasta della vita.

Tra i tanti ricordi che si affollano nella mente, rammento la tua emozione, simile a quella di un bambino a Natale, quando ritrovasti presso un antiquario di Roma una preziosa moneta antica: la guardavi, l’accarezzavi, ti brillavano gli occhi per la gioia. Ricordo lo stupore di fronte alla meraviglia di vasi attici nel museo di Metaponto, sede della scuola pitagorica, in Basilicata. E ti sei arrabbiato perché Metaponto ha l'appellativo di “borgo”, date le sue piccole dimensioni. “Avrebbe dovuto essere eletto capoluogo delle regione, caspita!, altro che “borgo” - dicesti.

Notevole era la tua passione per la Grecia antica, per i suoi luoghi e i suoi miti e profondo

l’orgoglio per le tue radici siciliane.

Ci hai fatto conoscere a fondo Afrodite, a tal punto che un’estate ho scelto di fare le vacanze a Cipro proprio per visitare il luogo dove lei era nata dal mare.

Quante cose ci hai insegnato! E come le sapevi raccontare. Quando parlavi delle Grandi Madri del Mediterraneo a cena, eravamo tutte orecchie ad ascoltarti e saresti andato avanti tutta la notte se non ti avessimo interrotto con un brindisi con un bicchiere di buon vino rosso.

Già, amavi il cibo e il vino di qualità e sapevi trasmettere la gioia della convivialità della tavola.

La psicoanalisi è stata una vera passione per te. Ne hai difeso l’importanza a spada tratta anche in tempi in cui era criticata all’interno del movimento antistituzionale in nome di un massimalismo sociologico senza senso. Tu hai sempre cercato di coniugare l’analisi del mondo interno di chi soffre con il cambiamento del contesto, cioè con la politica. Tu la politica la intendevi così: ripartire sempre dagli ultimi. Ce lo ripetevi continuamente.

Sei stato un vero militante, instancabile e fedele alle idee e alle pratiche di Psichiatria Democratica, compagno di tante battaglie, ma sempre mosso dall’attenzione alle singole persone in carne ed ossa, di cui hai raccolto e saputo raccontare con profondità e delicatezza le storie di vita.

Negli ultimi tempi non facevi altro che parlare della tua amata nipotina, che ora ha poco più di un anno.

“E’ bellissima, è un dono del cielo”- dicevi. In una foto, che io conservo, sei ritratto mentre la tieni in braccio amorevolmente e la guardi come se dicessi: “Adesso mi sciolgo su di lei”.Ma al di là di tutto, caro Paolo, sei stato una persona molto generosa.

Hai sempre dato, donato cultura, insegnamenti, affetto. Avevi il piacere di condividere e non ti ha mai sfiorato un pensiero malevolo. Sì, discussioni accese ce ne sono state e nessuno può dimenticare con quanta grinta difendevi le tue idee; ma anche in mezzo ai conflitti del nostro movimento, che talvolta sfociavano in scontri personali, dicevi immancabilmente: “Sono litigi tra fratelli, poi passano, perché ci vogliamo bene”

 

Sì, Paolo ti vogliamo bene. Grazie di tutto.

Firenze 30 dicembre 2018

Rocco Canosa

 

 

Se penso a chi sono, penso che sono il risultato degli incontri fatti nella vita. A tutte le seconde identificazione che mi sono capitate. Tra queste un posto di riguardo è riservato a Paolo Tranchina. A casa ho un suo libro con una dedica "A Pino che sa muovere le emozioni" Ci siamo incontrati tardi per scoprire insieme che avevamo in comune un po' di storia e sensibilità.

Pino Palomba

 

 

Ho appena appreso che Paolo è improvvisamente mancato.

Non ho parole, se penso a quanto ha rappresentato – in tutti questi anni e fino ad ieri – per tutti noi la sua presenza, le sue idee, la sua capacità di diffonderle e di mantenere viva l’identità non solo di Psichiatria Democratica, ma di un modo di difendere diritti e dignità delle persone affette da disturbi psichiatrici, ma anche di tutte le persone fragili ed emarginate.

I Fogli restano e dovranno restare la nostra voce, per continuare a diffondere idee/azioni/proposte/visioni del mondo.

Sono vicino a tutto il gruppo e ti prego di dare da parte mia un forte abbraccio a Maria Pia.

Naturalmente un abbraccio anche a te.

Luigi Ferrannini

 

 

Caro Paolo,

sei stato per noi uno stimolo costante ed un compagno di lotta, impegno, riflessione. Eri nei nostri pensieri ad ogni scadenza dell’abbonamento ai Fogli, e vedere arrivare la tua lettera , con quella grafia scompigliata come i tuoi capelli, era una certezza e ci strappava sempre un commento affettuoso: Paolo non si stanca mai!

E che gioia era, ogni volta, incontrarti! Parlare con te di Psichiatria, di barche a vela o di vino era sempre un’esperienza entusiasmante, sì perché la parola che meglio ti rappresenta, per noi, è proprio ENTUSIASMO, l’entusiasmo con il quale, con forza e coerenza, hai sempre combattuto per una psichiatria democratica e per il rispetto e la dignità delle persone con sofferenza mentale.

Ti portiamo nel cuore con rispetto e stima, orgogliosi ed onorati di aver percorso al tuo fianco un lungo tratto della lunghissima strada per la liberazione dello stigma in psichiatria.

Ti ricordiamo nell’ultima, per fortuna lunga ed affettuosa, telefonata di pochi mesi fa, quando ci chiedevi un pezzo per i Fogli, sull’evento appena concluso nella nostra città: te lo avevo promesso Paolo, per gennaio 2019 e lo farò, perchè onorare l’impegno con te è un modo per tenerti ancora un po’ con noi.

Giorgio e Laura Ripani

Paolo e le parole

“Non chiederci la parola che squadri da ogni lato l’animo nostro informe (….) Codesto solo oggi possiamo dirti: ciò che non siamo, ciò che non vogliamo” (Montale)…

Chissà quali parole direbbe Paolo. A me viene da dire che non siamo tutti uguali, ma che io non vorrei essere troppo diverso da Paolo. Paolo che, oltre la professione, ha fatto dell’anima libera delle parole la sua cifra di vita, Paolo che ha dato i nomi, inventato parole chiave per le nostre pratiche e teorie, che ha raccolto, collezionato e tesaurizzato. Paolo che sapeva rendere gentili anche le parolacce (e perfino le bestemmie). Anche le parole che non mi hanno mai troppo convinto e forse infastidito, dette da Paolo assumevano un altro alone, accettabile e promettente. Non si può scrivere “un ricordo” , Paolo richiede saggi, tesi di laurea, poesie.

Paolo e il ‘Movimento’

Paolo c’era sempre. C’era stato prima di me, c’era ogni volta che c’ero anche io e c’era anche dopo, nelle cene, nei momenti di gioco, nelle baruffe (che qualche volta lui stesso attizzava) e dopo le baruffe. Paolo è ancora tra i pochi che credono che la forza del movimento riformatore italiano è autenticamente inarrestabile e di sicuro uno di quelli che più di tutti ha lasciato il segno in intere generazioni di operatori. Paolo, grande esploratore, cercava le esperienze della salute e della sofferenza mentale come cercava le monete; era curioso di tutto (persone singole, gruppi, organismi sociali e politici) ed era in grado di aprire dialettiche da ogni parte. Questa vivacità lo ha reso il più grande comunicatore del movimento basagliano, al punto che ci giungono testimonianze di affetto e ricordi che lo riguardano da operatori e contesti anche molto distanti geograficamente, culturalmente e politicamente. Ma Paolo ha sempre mantenuto la bussola nel senso di appartenenza e di militanza di Psichiatria Democratica, anche tutte le volte che qualcuno ha cercato di farla sparire

Paolo e la formazione

Non so se siano propriamente suoi alcuni concetti, intuizioni, terminologie o, come è più probabile, frutto della miniera di saperi collettivi da cui Paolo sapeva estrarre le materie prime, o se sia dovuto alle sue doti straordinarie di trasmettitore di conoscenze. Sta di fatto che, pur non avendoci mai lavorato direttamente assieme sul campo, sento di dovere personalmente a Paolo più che a chiunque altro sul piano della formazione. Da lui ho imparato come si impara da un genitore, ho capito il senso della “funzione materna” del manicomio, la terapia del quotidiano e delle esperienze riabilitative, ho imparato il modo e il significato di affrontare la follia a mani nude, il senso dell’utopia concreta, della soggettività/oggettiva, la funzione del gruppo e dell’intervisione, la capacità di appartenere alla professione dilatandone sistematicamente le gabbie, scomponendo e ricomponendo saperi a partire dalle pratiche concrete e tanto altro ancora. Sono contento che abbia sempre dato un contributo decisivo all’impegno formativo che da qualche anno ci siamo assunti dentro Psichiatria Democratica e sono onorato del fatto che mi abbia chiesto di scrivere un documento su questo argomento (“Psichiatria Democratica e la Formazione”) da pubblicare nel numero speciale uscito in occasione del quarantennale dei Fogli.

Paolo e gli aggettivi

Una collega, durante una iniziativa che avevamo organizzato a Roma ha definitivo Paolo un ‘simpatico antipatico’…personalmente ho visto sempre e solo il lato simpatico, ma è vero invece che, nonostante la sua radicalità e la sua pervicacia nello schierarsi, ho sempre visto in lui una capacità soave di conciliare gli opposti.

Ma se devo dire le 2 qualità fondamentali di Paolo penso alla gratitudine ed alla generosità. Paolo era una delle poche persone che sapeva dire grazie perciò stesso grande prova di riconoscimento degli altri e appunto di generosità.

Paolo e i Fogli di Informazione

Da circa 10 anni aveva scelto la nostra Cooperativa come luogo presso il quale sono conservati e reperibili Fogli di Informazione a Roma.

Come sa ognuno di noi, Paolo è inseparabile da “Fogli di Informazione” e i Fogli costituiscono la più immensa testimonianza della sua generosità. Non solo per l’impegno economico che gli comportavano, ma perché l’animazione culturale, la capacità di raccolta e l’opera di divulgazione costituiscono il dono migliore che può essere fatto alle nuove generazioni di operatori.

Paolo ci ha spesso “obbligato” a riflettere e a scrivere su Fogli, ad aiutarlo nella diffusione, a sentirlo un patrimonio collettivo quale era ed è: anche per questo lo ringrazio.

CIAO PAOLO, CIAO BELLO

Ilario Volpi