Scrivici







Pubblicazioni

test

test

La sinistra è finita in discarica?

La sinistra è finita in discarica?

Non ce la date a bere

Non ce la date a bere

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

Solvay, lettera al ministro Costa PDF Stampa E-mail

Egr Ministro Costa

Egr. Capo di Gabinetto del Ministero dell’Ambiente Petrillo

Oggetto: chiusura degli scarichi a mare di Solvay, Rosignano (LI). Priorità dell’acqua dolce alla popolazione

Gli scarichi Solvay intossicano il mare da ormai 100 anni, hanno modificato anche il paesaggio e i fondali, creando le spiagge bianche. Le decine di tonnellate di metalli pesanti tossici (arsenico, mercurio, cadmio, cromo, zinco, nichel, ecc, desumibili dalle dichiarazioni PRTR di Solvay) l’anno emesse in mare vanno ad aggiungersi alle circa 500 tonnellate di mercurio emesso in quasi 70 anni  (1939-2007) di marcia dell’elettrolisi, facendo di Rosignano un caso internazionale di nocività.

La salute della popolazione pertanto è a rischio: sono stati osservati eccessi di patologie cardiologiche e respiratorie[1]. Ma è a rischio anche l’economia della zona: lo scorso anno si verificò una nuova moria di tonnellate di pesce per una fuga di ammoniaca dalla sodiera in mare, sottraendo risorse ai pescatori e nuocendo ulteriormente all’immagine turistica della zona, che soprattutto con le vicine Castiglioncello e Vada, tenta con immensi sforzi di darsi alternative all’industria pesante, che da molti anni non dà più risposte occupazionali [2], verso il turismo.

Si fa notare che già nel  1999 il programma UNEP-Map  dell’ONU classificava Rosignano come uno dei 15 “hot spot” d’Italia, e che l’area è compresa nel “Santuario dei Cetacei” dalla Convenzione stipulata con Francia e Principato di Monaco.

Nel 2003, a seguito di forti pressioni popolari, le istituzioni firmavano con Solvay un “Accordo di programma” che prevedeva le seguenti misure, a fronte di circa 30 milioni di incentivi pubblici:

-          la fermata dell’elettrolisi a mercurio e sua sostituzione con celle a membrana (realizzata)

-          la diminuzione degli scarichi solidi in mare da 200.000 tonn/anno a 60.000 tonn/anno (insufficientemente  realizzata) entro il 31.12.2007.

-          la diminuzione dei prelievi di acqua dolce (solo parzialmente realizzata).

Sulla prima misura si osserva che tutto il mercurio riversato in mare nei quasi 70 anni di marcia dell’elettrolisi a mercurio è ancora tutto in mare, e torna continuamente in circolo con le mareggiate, i pesci e l’aerosol.

Sulla seconda misura si osserva che la stessa Arpat misurava nel 2008 uno scarico di oltre 140.000 tonn/anno di solidi sospesi, molto al di sopra del limite concordato. Ciò induceva la Onlus Medicina democratica ad avanzare un esposto alla Procura della Repubblica di Livorno il 28.5.08: nel giugno 2013 la Procura, dietro una perizia tecnica dell’ing. Albino Trussi, elevava multe a cinque dirigenti di Solvay e la Solvay patteggiava per una bonifica da 10 milioni di euro, che tuttavia non si è mai verificata.

Sulla terza misura si osserva che Solvay ha utilizzato solo saltuariamente e a sua discrezione le acque reflue del depuratore di Rosignano e Cecina, che comunque ha una portata molto limitata (4 milioni mc/a) rispetto agli enormi consumi di acqua dolce di Solvay (circa 20 milioni mc/a). Dopo  circa 15 anni di progetti d’invaso abortiti, la Regione Toscana ha approvato  nel 2015 il progetto Solvay per 6 nuovi pozzi nel fiume Cecina, in aggiunga ai circa 65 già in dotazione della multinazionale belga. Alla morte di fatto del fiume Cecina si è tentato di rispondere con il progetto “Cecina bacino pilota”[3] che dal 2003 coinvolse 35 milioni di euro di fondi pubblici, senza successo.

Paradossalmente Solvay utilizza acqua dolce per sciogliere il salgemma del volterrano e condottarlo a Rosignano: da una nostra ricerca sulle 6 sodiere Solvay nella UE, quello di Rosignano è l’unico stabilimento che utilizza questo sistema, mentre altre sodiere o elettrolisi [4]prelevano sale in miniera (Dombasle, Francia) o in saline a cielo aperto, senza utilizzo di acqua dolce.

Nell’ agosto 2012 Solvay prosciugò completamente il proprio invaso sul fiume Fine, detto di “Santa Luce” (dal comune in cui è ubicato, dal 1960) divenuto negli anni un’oasi della LIPU : tonnellate di pesci morirono e furono trasportati in discarica.

A fronte degli enormi prelievi d’acqua dolce di Solvay, i comuni della zona hanno avuto l’acqua negli acquedotti civili  in deroga ai limiti di legge (D. Lgs 31/2001) per anni (circa 2003-2010) per arsenico, boro, trialometani e cloriti.

A fronte dei cambiamenti climatici e la minore piovosità si ritiene che non sia più concepibile l’utilizzo dell’acqua dolce per sciogliere il salgemma, e che Solvay debba dotarsi di un dissalatore di acqua di mare, da cui può ricavare sia il sale che l’acqua necessari allo stabilimento. Il dissalatore può essere alimentato da energie alternative (sole, vento, anche immagazzinate sotto forma di idrogeno,di cui Solvay detiene le conoscenze per la produzione e lo stoccaggio dal 1939, elettrolisi).

Concludendo, con la presente segnaliamo che quello di Rosignano, da un confronto con le altre sodiere del gruppo, è l’unico stabilimento Solvay che riversa i suoi rifiuti nell’ambiente,  gratis e senza nessuna depurazione, e l’unico che utilizza acqua dolce per sciogliere il sale, con grave danno alla popolazione e all’ambiente. Chiediamo pertanto un forte interessamento da parte Vostra  per una seria ambientalizzazione del vecchio stabilimento.

Resto disponibile per ogni chiarimento che fosse giudicato utile.

Distinti saluti.

Maurizio Marchi (Medicina democratica)

.....   57013 Rosignano Solvay

1.11.18

 

Allego anche il file “Solvay, alternative allo scarico in mare”

 


[1] Studio epidemiologico di Claudio Marabotti (cardiologo) ed altri, 2016

[2] Cheli Luzzati, Università di Pisa 2009: Solvay si è ridotta a dare tra l’1 e il 2% del valore aggiunto e tra il 2 e il 4% dell’occupazione, consumando il 48% dell’acqua dolce.

[3] Cecina bacino pilota, capofila il Comune di Cecina

[4] Le sei sodiere Solvay nell’UE sono : Rosignano, Torrelavega (Spagna), Dombasle (Francia), Rheinberg e Bernburg (Germania), Devnya (Bulgaria). A Tavaux (Francia) c’è una grossa elettrolisi del sale.