Scrivici







Pubblicazioni

test

test

La sinistra è finita in discarica?

La sinistra è finita in discarica?

Non ce la date a bere

Non ce la date a bere

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

scarichi a mare di Solvay, alternative e soldi PDF Stampa E-mail

Obbligare Solvay a chiudere gli scarichi e riciclare i suoi fanghi

Dopo le “schiumate” alle spiagge bianche del 10-12 ottobre scorsi, che Arpat ha ricondotto a scarichi Solvay, giova indignarsi e tornare a chiedere la chiusura degli scandalosi scarichi Solvay a mare.

In un vecchio studio del 1983 della Solvay,  sollecitato dalla istituzioni del tempo (oggi chi si sogna più di chiederle qualcosa del genere ? ) dal titolo”Smaltimento in mare dei fanghi provenienti da alcuni settori di produzione dello stabilimento di Rosignano, studio delle possibilità di ricupero delle sostanze in essi contenute in relazione al loro  valore energetico ed economico”, la multinazionale descriveva vari  processi per recuperare i fanghi e riciclarli in settori come la produzione di gesso, la cementeria, la siderurgia o l’agricoltura, o almeno trattenerli  e stoccarli in dighe, concludendo sbrigativamente che tutti questi sistemi erano costosi  (per lei) ed era preferibile continuare a  scaricarli in mare gratis. “E’significativo che le sodiere che in Europa hanno potuto ampliare le loro produzioni di carbonato siano proprio quelle situate in prossimità del mare”, afferma a pag. 10, dimenticando quella di Lisbona (Povoa), che invece è stata chiusa nel 2013, che pur poteva scaricare nel grande estuario del fiume Tago, a pochi km dall’oceano e da Lisbona.

C’è una pagina tuttavia che va riletta più attentamente 35 anni dopo (pag. 36-39) : “blocchi di calcestruzzo espanso leggero  …  investimenti necessari 46 miliardi di lire (23 milioni di euro, ndr). Quindi investimenti di grossa entità per produrre un prodotto a costi grosso modo equivalenti rispetto a quello fabbricato usando i materiali tradizionali (calce, cemento, sabbia, polvere di alluminio) e per il quale il mercato in Italia è praticamente inesistente.”

Prendiamo per buono il “preventivo” di Solvay, probabilmente esagerato. Riflettiamo sulla parola “equivalenti”: a differenza di altre soluzioni, più costose e meno remunerative, per il riciclaggio dei fanghi di sodiera, questo metodo avrebbe dato prodotti utili  ad un costo “equivalente”: quindi si poteva fare, se qualcuno l’avesse costretta, o almeno sollecitata. Con un beneficio anche occupazionale considerevole, a Rosignano, oltre al beneficio indubbio turistico ed ambientale.

Inoltre la frase “per il quale il mercato in Italia è praticamente inesistente”  per i blocchi leggeri, andrebbe accuratamente riesaminata oggi, 35 anni dopo: chi può dire che il mercato dell’edilizia oggi non sia interessato più di allora a questi blocchi, con la normativa antisismica e del riciclo in costante evoluzione ?

Segnalo infine che le sodiere Solvay più lontane dal mare, ad esempio quella di Bernburg in Germania, non scaricano né in mare né nei fiumi, ma in bacini dedicati, che probabilmente periodicamente vengono svuotati.

 

Sotto foto di Tavaux da google maps

 

Lo stabilimento Solvay a Tavaux (Francia). Si vedono i bacini di accumulo dei rifiuti Solvay. C’è da notare che a Tavaux non c’è una sodiera, ma una elettrolisi del sale, per cui i rifiuti sono in volume molti meno che a Rosignano.

Maurizio Marchi

30.10.18

nell'allegato anche le immagini di Bernburg e di Tavaux

Attachments:
FileDescrizioneUploaderFile size
Download this file (solvay alternative allo scarico a mare  30.10.18.pdf)solvay alternative allo scarico a mare 30.10.18.pdf Maurizio Marchi688 Kb