Scrivici







Pubblicazioni

test

test

La sinistra è finita in discarica?

La sinistra è finita in discarica?

Non ce la date a bere

Non ce la date a bere

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

Discarica di Scapigliato: 330 milioni di euro al Comune di Rosignano

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

DISCARICA DI SCAPIGLIATO 1982/2012

legislazione criminogena PDF Stampa E-mail

Forum Ambita, Grosseto 21 ottobre 2018

Esempi concreti in Maremma di una legislazione ambientale criminogena”

 

 

I dati pubblicati dall’ISTAT[1] sulla efficacia del lavoro delle Procure italiane nella repressione dei reati contro l’Ambiente sono impressionanti.

L’analisi dal 2006, anno di introduzione del Testo Unico Ambientale, al 2016, condotta sulla base dei rapporti trasmessi all’ISTAT da tutte le Procure italiane, ci dice che i procedimenti penali avviati per reati contro l’Ambiente sono decuplicati.

E’ a tutti evidente una maggiore attenzione sociale sui temi della sostenibilità, dei limiti allo sviluppo dei consumi e del mantenimento degli equilibri biologici, che hanno prodotto una crescita notevole delle norme legiferate dal Parlamento italiano a difesa dell’Ambiente, anche in recepimento delle Direttive UE.

Le leggi emanate sono passate dal numero di 5 norme presenti negli anni ‘60 a ben 189 del 2016, un numero 38 volte maggiore. Dovremmo quindi sentirci ben tutelati...

I risultati del 2016 sono invece molto deludenti: il 46% dei procedimenti penali avviati vengono archiviati dalle stesse Procure, per lo più per prescrizione dei termini, la cui durata é collegata alla entità delle pene, che per i reati ambientali sono molto modeste. In genere la prescrizione si ha dopo 4 anni dal momento in cui è stato prodotto il reato.

E’ noto che i processi di inquinamento sia delle acque che dei terreni sono lenti a manifestarsi e che necessitano mesi e anni dal momento dello smaltimento illegale di rifiuti o scarichi liquidi, prima che qualcuno possa segnalarne l’effetto. Una volta segnalato il fenomeno alle Procure, le indagini richiedono analisi chimico/biologiche lunghe e costose (la durata media delle indagini preliminari nelle Procure nel 2015 è di 608 giorni) e quando si arriva ad avere gli elementi per il rinvio a giudizio, spesso sono già superati i 4 anni dal momento in cui l’inquinamento è stato prodotto.

Ma il 56% dei procedimenti penali che danno inizio ad un rinvio a giudizio non fanno una fine migliore. Infatti, per il loro 97% (!!!) sono previste “contravvenzioni”, come per esempio per il traffico dei rifiuti pericolosi, il reato più diffuso, o l’esercizio abusivo di discariche, che con il pagamento di una ammenda chiude l’azione penale ed evita la condanna.

Solo il 2,85 % dei procedimenti avviati nel 2016 prevedono un reato più grave, punibile come delitto (per esempio l’incenerimento abusivo dei rifiuti), ma non sappiamo come vanno a finire tali ipotesi di reato e quanti di questo 2,85% si traducano in una pena alla fine del primo grado di giudizio, né sappiamo come sono andati a concludersi quelli degli anni precedenti.

Ma la condizione di inefficacia ed inefficienza in cui il Parlamento Italiano ha costretto la Magistratura, che vede oltre il 97% dei propri procedimenti penali avviati o archiviati[2] o conclusi con il “ravvedimento operoso” di chi, pagando una ammenda irrisoria[3] in fase di rinvio a giudizio, molto inferiore ai vantaggi ottenuti compiendo il reato, chiude il procedimento, meriterebbe una informazione al pubblico che purtroppo non avviene.

Quando ad esempio venne varata l’ultima normativa, primo firmatario Realacci[4], la rivista dell’Associazione Nazionale Avvocati pubblicò[5] un lavoro del dott. Maurizio Santoloci[6], magistrato di Cassazione, che definiva la nuova norma“un azzeramento totale e tombale di tutti gli illeciti ambientali oggi esistenti”. Il dott. Santoloci si sbagliava: ne sono sopravvissuti oltre il 2%.

 

Barocci Roberto Forum Ambientalista Grosseto

 

 


[1] https://www.istat.it/it/files/2018/07/Report_AmbienteEpaesaggio-10072018.pdf

[2] E’ il caso ij Maremma dell’inquinamento del fiume Merse o delle falde idriche di Scarlino-Follonica

[3] Vedi il caso ceneri di pirite della Nuova Solmine e gessi rossi della Tioxide  in pagine 101 e 105 della Relazione sulla Regione Toscana della Commissione Parlamentare d’inchiesta sui reati connessi al ciclo de rifiuti in :

http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/documentiparlamentari/indiceetesti/023/049/00000000.pdf

[4] Si tratta della Legge nr. 68 del 22 maggio 2015 “Disposizioni in materia di delitti contro l'ambiente

[5] - http://www.associazionenazionaleavvocatiitaliani.it/?p=33120

[6] https://www.peacelink.it/editoriale/docs/4670.pdf